Ogni tanto le cattive notizie arrivano anche da posti da cui non ce le aspetteremmo mai. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato la Svizzera per violazione dei diritti fondamentali di una transessuale di 71 anni. La donna, nata uomo, aveva fatto passare più di due anni tra la decisione di cambiare sesso e l’operazione per farlo e per questa ragione era stata costretta a pagare di tasca sua l’intero costo dell’intervento.
La transessuale è stata spinta ad aspettare così a lungo da un sentimento di rispetto nei confronti della moglie, che nel frattempo è deceduta, e dei figli. Ma il tribunale svizzero non ha voluto sentire ragioni, schierandosi a favore del sistema sanitario nazionale che ha preteso l’intera somma.
Il termie di due anni è stato stabilito dal legislatore svizzero per dare la possibilità a chi decide di cambiare sesso di ripensarci o, comunque, di prendere una decisione ben ponderata e non impulsiva. Nel caso, specifico, però, considerata l’età della trans, la corte di Strasburgo ha ritenuto che il termine stabilito fosse privo di senso ed ha stabilito che lo Stato cersi alla donna un’indennità a titolo di torto morale di 15.000 euro e un risarcimento di 8.000 euro.
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