“W la fica? Alla fine di questa vicenda ho capito che in questo Paese alcune cose possono essere esposte, altre no”: a dirlo Alessandro De Simoni, l’autore dello striscione con la scritta “W la fica” esposto sabato scorso durante il Pride di Latina, ai microfoni de La Zanzara.
De Simoni, costretto dalle forze dell’ordine a rimuovere lo striscione, si sfoga così: “Al Pride si vedono in certi casi pure i birilli di fuori, sono molto plateali e in alcuni casi volgari e indecenti, specie quando ci sono i bambini. Perché non posso farlo anche io? Sono etero: loro dicono la loro e io dico la mia”.
Ad ogni modo il suo intento non era polemico: “Non era contro i gay e non volevo fare arrabbiare nessuno. Volevo solo testare dove può arrivare la libertà di espressione”. Lo striscione “W la fica” in sé, invece, rappresentava un inno alla femminilità: “Tutto tranne che una cosa machista”. Ma è forse pentito del suo gesto? “No, lo rifarei un milione di volte. Voglio la libertà di dire il ca*** che mi pare, nei limiti della decenza. Fica è una parola corrente”.
Sulla questione è intervenuta anche la senatrice Monica Cirinnà, invitando l’uomo ad un corso rieducativo sulla violenza e augurandosi sanzioni penali. “Mi ha dato del sessista. I corsi dovrebbe farli lei su democrazia e libertà di espressione. Ma lei si chiama Cirinnà, io no”. L’uomo ha chiuso con una battuta: “Cosa voto? La figa non ha colore politico. Voto il partito della Fica”.
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