In una lunga intervista rilasciata ad Antonio Gnoli per Repubblica, la scrittrice Susanna Tamaro parla di sé, della scrittura, del suo essere cattolica. E in un’intervista del genre non poteva mancare l’accenno all’omosessualità, perché da sempre circolano voci che vogliono la Tamaro segretamente lesbica e con una compagna.
"Non posso fare outing per qualcosa che non è vero – dice la scrittrice confondendo outing con coming out -. Non sono omosessuale. Vivo da sola, dormo da sola, in castità. Le persone che sono come me, e che amo, lo sanno: non potrei avere una vita diversa da quella che ho". Ma c’è di più, perché il giornalista le pone anche alcune domande sulla Chiesa Cattolica e l’omosessualità e nel rispondere la scrittrice esprime una valutazione sull’essere gay.
"Non sappiamo perché uno nasce omosessuale, ma dobbiamo accettarlo, accoglierlo, non condannarlo – dice -. Non mi piace una chiesa che condanna gli errori altrui e giustifica i propri".
A prescindere dalle ragioni per cui si nasca gay o etero, dunque, l’omosessualità sarebbe un errore. "Sono credente e praticante – continua l’autrice di "Va dove ti porta il cuore" -. C’è grande differenza tra la chiesa ufficiale e quella reale. Quest’ultima è una delle grandi risorse del nostro paese. Attorno ad essa si organizzano centri di eticità sociale. La Chiesa dei palazzi invece non sa parlare alla modernità perché non ne conosce la lingua".
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