Nelle stesse ore in cui a Washington naufragava la possibilità di cancellare l’Obamacare, Donald Trump era costretto a fronteggiare un’altra sconfitta, questa volta in Alabama.
L’ex giudice della Corte Suprema dell’Alabama Roy Moore, infatti, ha conquistato la nomination alle primarie del GOP (altrimenti noto come Partito Repubblicano) contro il candidato sostenuto dalla leadership dello stesso Partito Repubblicano (nonché dallo stesso Donald Trump), Luther Strange.
Moore è una delle personalità più controverse e discusse della politica e della giustizia americana. In passato fu rimosso dal suo incarico dopo il rifiuto ad applicare la sentenza sui matrimoni gay e fu aspramente criticato in virtù di una serie di prese di posizioni. Nel 2005 dichiarò: “Ogni tipo di condotta omosessuale dovrebbe essere messa fuori legge”. Un pensiero espresso nuovamente in queste ultime settimane, durante la campagna: “Sodomia e perversione sessuale dilagano nel Paese”. Senza considerare gli elogi rivolti a Putin proprio per le sue posizioni anti-LGBT.
La sua vittoria, come riporta Il Fatto Quotidiano, è un chiaro segnale di quanto sta accadendo negli Stati Uniti: ci si sta indirizzando sempre più verso candidati e personale politico radicali, abbandonando progressivamente lo spirito più moderato e centrista degli ultimi anni. Al contempo la vittoria di Moore, giudicato dallo stesso Trump troppo conservatore (anche se, a ben guardare, più affine alla sua politica e ai suoi messaggi), rappresenta un’altra sconfitta per il presidente degli Stati Uniti.
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