Il sindaco del loro paese, da sempre contrario ai matrimoni e alle unioni civili gay, si era rifiutato di officiare il rito: Massimo e Luca non si sono arresi e hanno coronato il loro sogno d’amore nel comune limitrofo.
Tutto era partito nel settembre dello scorso anno quando il sindaco del piccolo comune torinese di Favria, Serafino Ferrino, aveva invocato una sorta di obiezione di coscienza facendo leva sulla propria identità di cattolico oltranzista e si era opposto all’unione civile tra Massimo e Luca, nonostante la legge fosse appena entrata in vigore.
“Non è una sfida alla legge, ma non me la sento di andare contro precisi dettami etici che mi appartengono. E in questa posizione sono certo che si trovino tantissimi sindaci in tutta Italia” aveva dichiarato il primo cittadino, che in passato aveva anche aderito al movimento delle Sentinelle in Piedi.
La vicenda aveva scatenato un ampio dibattito a livello nazionale e la notizia era rimbalzata in men che non si dica su tutti i media. Francesca Puopolo, presidente di Arcigay Torino, si era scagliata senza mezze misure contro il sindaco: “Troviamo imbarazzante che il sindaco si celi dietro l’obiezione di coscienza, non trovando altro modo per impedire l’unione. La legge sulle unioni civili non prevede la possibilità di obiezione di coscienza”.
Sconcerto anche da parte del M5S: “Siamo preoccupati dalle dichiarazioni del sindaco, a cui ricordiamo che, una volta eletto, è suo dovere garantire il rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione e dalla legge”.
Alla coppia era stato proposto il responsabile dell’ufficio anagrafe del Comune, unico a poter officiare il rito senza bisogno della delega del sindaco. Massimo e Luca hanno però rifiutato e nelle scorse ore si sono uniti civilmente a Rivara, comune limitrofo, davanti al primo cittadino Gianluca Quarelli in Villa Ogliani, sede del Municipio.
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