TORINO – PACS, qualcosa si muove. In un dibattito lungo e affollato dal titolo “Liberi di scegliere, liberi di amare – Presentazione della proposta di legge per l’istituzione del Patto Civile di Solidarietà”, tenutosi a Torino venerdì 16, varie personalità politiche hanno fatto il punto sulla situazione legislativa e sulla capacità del terreno sociale di essere pronto o meno a una proposta del genere. Il moderatore Andrea Benedino, portavoce nazionale del Coordinamento Omosessuali DS, ha rimpianto l’assenza di una grande sostenitrice dei gay, l’assessore Paola Pozzi e ricordando la manifestazione del 14 febbraio a Piazza Farnese col bacio collettivo ‘KISS2PACS’, ha introdotto i relatori tra cui Luciano Violante, Presidente dei Deputati DS. Matteo Micati, dell’esecutivo nazionale Sinistra Giovanile, ha ricordato che da una ricerca dell’Eurispes ben il 67.4% dei giovani tra i 18 e 24 anni sono favorevoli a tale legalizzazione, è ora di una vera emancipazione culturale, di una laicizzazione della società. «La grande diversità tra destra e sinistra è sulla convivenza civile» ha aggiunto.
«La Chiesa conosce molto bene questo male. Ce l’ha al suo interno da secoli» ha rinfocolato Aurelio Mancuso, Segretario Nazionale Arcigay. «L’elezione di Storace è stata favorita dalla gerarchia cattolica. La politica è più arretrata di un tempo su questi argomenti. La legge sul Pacs è una mediazione, non è la legge più bella per noi. All’interno del GLBT ci sono diverse posizioni ma ci sono questioni minimali da affrontare: la possibilità di visitare il compagno malato, la reversibilità della pensione. In Italia è come se cinque milioni di gay non esistessero. Come porre però la proposta sul tavolo dell’Ulivo? Ci siamo stancati di essere presi in giro. Sono problemi concreti, non questioni ideologiche. Vorrei discutere con membri cattolici per sapere cosa pensano di me, se sono malato e se mi rispettano come individuo. Il Pacs è una prima risposta che deve essere data in modo serio.»
Mercedes Bresso, Presidente della Provincia di Torino, ha ricordato che «l’Italia, durante le battaglie storiche su divorzio e aborto, era un paese più maturo della propria classe politica. Cercava un referente. La domanda adesso è sul matrimonio omosessuale. Ricordiamo che la fecondazione assistita è stata vinta da uno schieramento trasversale. E’ giusto partire dal PACS: permette di costituire un fronte largo. Esiste uno spicchio crescente di coppie eterosessuali che vogliono un riconoscimento, una sorta di ‘matrimonio leggero’. Occorre moderazione nella proposta e una certa radicalità nel riprendere le battaglie per i diritti civili. C’è un ritorno a una società oppressiva nei confronti di manifestazioni culturali. A livello europeo si è più avanti ma anche altri paesi scivolano verso un feroce conservatorismo. Il nostro paese è preoccupato più degli equilibri politici che delle questioni morali». Riguardo alla percezione del PACS all’interno della sinistra, Pietro Mercenaro ha sottolineato che «coi comunisti italiani la grande discussione è stata su Cuba. Oggi c’è un quadro di regressione in molti ambiti. La prima firmataria della legge è stata Marisa Suino: in questa legislatura è ferma ma con un grado sufficiente di partecipazione si può portare avanti».
Luciano Violante ha ringraziato «per l’anno e mezzo di lavoro insieme. Ricordiamo che il partito popolare spagnolo di Aznar ha annunciato l’inserimento nel programma una legge per le coppie gay. Anche la regina d’Inghilterra ha fatto un riferimento alle coppie omosessuali nel suo discorso. Un tempo in Italia i temi di libertà collettive prevalevano su quelli individuali. Quando fu fondata l’Arcigay, Pajetta disse: “Non sono contrario ai gay ma ‘Arcigay’ mi sembra troppo”. Vorrei chiedervi di avere un rapporto con la Margherita. Anche un gruppo all’interno di Forza Italia ha proposto una cosa simile. Contesto ai cattolici che vogliono imporre la loro opinione. Se avessimo la DC questa legge forse sarebbe passata. Oggi è una lotta tra piccole forze a chi vuol fare il re: non è neanche passato il divorzio breve. Si è proibizionisti a livello privato, le regole sono meno stringenti su tutto ciò che è pubblico. Il punto chiave è la laicità dello Stato. Ricordiamo che la legge riguarda tutte le coppie di fatto. Ci vuole un contraddittorio.»
Lorenzo Favro, rappresentante del coordinamento della Margherita, ha ribattuto che si tratta di «tematiche difficilmente affrontabili. L’evoluzione del tessuto sociale non vuol dire progresso. La difesa della tradizione deve essere più incisiva. L’equiparazione dei contratti non è accettabile e il concetto di famiglia non può prescindere dai figli. L’articolo 2 comprende le famiglie di fatto ed è raccapricciante l’impossibilità di assistenza in ospedale da parte di persone care. Condividiamo comunque gran parte del contenuto della proposta di legge». «E’ un piccolo ma tangibile segnale che l’Italia si sta adeguando alla Comunità Europea» ha aggiunto Rosalba Carena, portavoce del coordinamento Pasolini dei Comunisti Italiani. «Non è un regalo. E’ un riconoscimento di diritti basilari. Il movimento Pasolini ha raccolto firme convinto che bisogna arrivare in Parlamento dopo aver sensibilizzato il più possibile la gente. Ci vuole coordinamento all’interno della sinistra: un GLBT all’interno dell’Ulivo che non esclude gli amici della Margherita.»
Toccante l’intervento di Nicoletta, convivente con un’amica che l’ha aiutata molto durante una grave malattia e con cui vorrebbe legalizzare l’unione: «Avevo 20 anni nel ’68. Ho partecipato a tutti i movimenti possibili. Marina Piazza diceva che la nostra generazione ha reinventato il rapporto di coppia, non c’è bisogno di parlare di famiglia».
Gigi Malaroda, presidente dell’associazione gay ‘Maurice’, ha ricordato che «c’è bisogno di un impegno concreto. La laicizzazione deve coinvolgere tutto e tutti, nessun risultato è scontato. Dovrebbe interessare molto la sinistra quanto la tv contribuisca all’omologazione, non sa costruire un’alternativa culturale. La questione della procreazione assistita è di una gravità assoluta.» Davide Cabodi di Informagay ha annunciato una trasferta romana per ‘KISS2PACS’ e Violante ha concluso: «La battaglia degli ideali ha come obiettivo il riconoscimento delle identità. Quella politica consiste nello spostare le forze. Teniamo presente che a Torino la famiglia è una cosa, a Caltagirone un’altra. Non si tratta di famiglie di serie C. La categoria non è la famiglia ma la convivenza».
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