CALTANISSETTA – Volevano uccidere il sindaco di Gela. Progettavano un attentato per colpire Rosario Crocetta, primo cittadino del grosso centro della provincia nissena, uno dei pochi sindaci apertaemten gay in Italia. Per l'”operazione” una cosca aveva ingaggiato il lituano Minijus Marijus Denisenko a questo scopo.
L’attentato doveva avvenire l’8 dicembre, per la processione dell’Immacolata. La mafia gelese si era rivolta al lituano che aveva pronta una squadra per entrare in azione. In un’intercettazione si sente Rocco Di Giacomo, finito in manette il 10 agosto per usura e turbativa d’asta che parla con lui: “Questo sindaco finocchio dice sempre che Gela è mafiosa, che solo lui è pulito e gli hanno dato la scorta di due finanzieri, la sua casa è sempre chiusa e ci ha messo intorno tante lampade. Anche i sindaci finocchi abbiamo a Gela, un paese di schifo”. Pur di uccidere Crocetta la mafia gelese è disposta a compiere una strage, massacrando scorta e passanti.
Il punto del possibile agguato sarebbe stato individuato proprio nella via dove abita il primo cittadino. Secondo gli inquirenti era stato progettato un piano che avrebbe portato ad una vera carneficina in perfetto stile corleonese per fare fuori questo politico per certi versi singolare, capace di sbaragliare con la sua tessera di cossuttiano doc il centrodestra, per di più dichiaratamente gay e pronto a denunciare le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione e nella gestione degli appalti.
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