5 risposte da dare a chi dice no al matrimonio egualitario

5 risposte da dare a chi dice no al matrimonio egualitario - risposte omofobia - Gay.it Blog

risposte_omofobia1Niente, è più forte di loro. Funzionano in modo binario, in sequenze di 0 e di 1. Gli omofobi nostrani non riescono a concepire l’esistenza senza ridurla a una realtà che è tale (1) solo se ti toglie qualcosa a chi viene visto come soggetto da discriminare (0). Questo processo mentale, va da sé, è lo stesso che anima idee e pensieri di razzisti, sessisti, cattolici dall’edipo irrisolto, spose sottomesse e ogni altra categoria similare.

Gli spiriti più semplici di tale specie si accontentano di agitare i loro “no!” di fronte a qualsiasi cosa mandi in tilt il loro universo “giusto/sbagliato”. Ciò spiegherebbe cosa induce “sterminati” eserciti di decine di persone a leggere in silenzio, e per ore, le fatiche letterarie di Mario Adinolfi e Costanza Miriano. Ammesso che non sia un profondo sgomento a renderli zitti e immobili di fronte alla qualità letteraria delle opere che hanno scelto di tenere in mano. Ma questa è un’altra storia.

I più temerari, invece, si avventurano in audaci elucubrazioni mentali che variano dal “perché è così” all’ipse dixit di turno, con Bibbia sotto l’ascella e Levitico nel cuore. Ferventi supporter di suggestioni che rendono abominio tanto una fellatio quanto un cocktail di gamberi. Come salvarli da cotanta enormità? Perché va detto, noi siam buoni e a volte pure fighi e non ce la sentiamo che il male dilaghi nelle sue forme più oscene, fino agli oscuri meandri della stupidità. E allora, cari amici omofobi, vi sveliamo un paio di evidenze alle quali forse non avete mai pensato.

risposte_omofobia21. Dite: il matrimonio egualitario non risolve la crisi. E rilanciate: le unioni civili non sono una priorità. Ebbene, nemmeno non farle risolve disoccupazione, inquinamento, il traffico del lunedì e la lotta alla mafia. Risolve, tuttavia, i problemi di quelle persone LGBT che non sono tutelate e delle loro famiglie. Per cui, invece di pretendere che gay e lesbiche non si sposino, sperando che ciò riduca lo spread come per magia, cercate di pretendere che i governi si comportino bene. Abbiamo mille parlamentari, una parte di loro può pensare all’economia, l’altra può dedicarsi ai diritti civili. Vi stupirà saperlo, ma funziona così in tutte le democrazie degne di questo nome.

2. Come? La parola “matrimonio” contiene il riferimento alla madre, per cui non si può usare quel termine per indicare le coppie omosessuali? Se ci attacchiamo all’etimologia, potrei ricordarvi che il “patrimonio” contiene il riferimento al padre, e che nelle società arcaiche si dava in moglie la donna al maschio che ne assumeva la dote e gestiva l’economia familiare. Sicure, soprattutto voi signore dall’omofobia facile, di volere che vostro marito controlli i vostri soldi mentre voi state a casa a pulire il bagno e a stirare le tende? Perché se valgono certe regole, poi valgono per chiunque: Paola Binetti e Giorgia Meloni incluse.

3. Sulle adozioni: per crescere bene un bambino ci vogliono un padre e una madre. Ditelo ai figli dei Goebbels, se ne trovate uno ancora in vita. O a quei neonati lasciati nei cassonetti da donne abbandonate da padri biologici che, dopo aver depositato il seme, se ne vanno via che manco Marco nella canzone di Laura Pausini. E poi lo sapete quel detto: i figli non sono di chi li fa, ma di chi se li cresce. E i nostri, a sentire scienziati e psicologi, crescono bene. E, udite udite, adozioni o meno, siamo in grado di farceli da soli. Fate un po’ voi.

risposte_omofobia4. Ancora: se diamo la pensione al partner gay, aumenta la spesa pubblica. Sono perfettamente d’accordo. Ma allora facciamo che le nostre tasse, che vanno per le pensioni di milioni di eterosessuali, ce le teniamo in tasca noi. Altrimenti non si riesce a capire perché al momento del dovere siamo come il resto della popolazione ma quando si tratta di diritti, si fanno i soliti distinguo. Sicuri che vi conviene?

5. Infine: se si fanno i matrimoni o le unioni civili finisce il mondo, dite voi. No, non finisce un bel niente. Spagna, Olanda, Francia, Canada e molti altri paesi stanno esattamente dove li avevate lasciati prima che approvassero leggi in merito. Forse finiranno le scuse che trovate di fronte alle vostre coscienze per non vedere che quel mondo sta cambiando nella direzione di una maggiore giustizia sociale. Come già successo con neri, donne ed ebrei.

Poi per carità, liberi di essere quello che siete, siamo in democrazia. Ma magari in silenzio, nel vostro privato. Come già succede in quei paesi che, così facendo, sono diventati più civili. Di voi in particolar modo.

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