Family Day: ok, in Italia ci sono gli omofobi. Che facciamo?

Family Day: ok, in Italia ci sono gli omofobi. Che facciamo? - family day dario - Gay.it Blog

family_day3Ok, lo capisco come vi sentite. Vedere migliaia e migliaia di persone che scendono in piazza a vomitare odio contro di noi non è una cosa che ci fa star bene. Sappiamo da dove nasce tutto questo: si sono inventati l’“ideologia del gender”, ce l’hanno appiccicata addosso recitando il mantra “giù le mani dai bambini” – manco fossimo certi preti che vanno alle loro manifestazioni – che ci irrita, perché noi le mani su bambini e bambine le mettiamo per aiutarli ad attraversare la strada o per cambiar loro i pannolini. Hanno pure potenti alleati a cominciare dal silenzio delle istituzioni che invece dovrebbero proteggerci da tutta quella cattiveria. Non crediate che la cosa mi abbia fatto piacere, per cui so come vi sentite: come abitanti di un paese profondamente ignorante.

Premesso questo, vorrei riportare la riflessione fuori dai meandri dello scoramento e invitarvi a vedere la realtà guardando alle cose per quello che sono. Andando per punti.

1. Ma davvero pensavate che nel nostro paese non ci fossero gli omofobi? Viviamo in un posto che non ha ancora legiferato contro l’omofobia e per le unioni civili. Ci permettiamo il lusso di aggressioni contro ragazzi che hanno la colpa di andare in giro mano nella mano. Solo nell’ultima settimana, ben cinque. Il popolo italiano è tra quelli che legge meno in Europa. In compenso, ha come modello sociale i calciatori (come Cassano) e le veline. Insomma, che oggi si sia radunato un nutrito gruppo di persone che ha trovato un modo più elaborato per dire “che schifo i froci” non farà piacere, ma non dovrebbe stupirci più di tanto. Gli omofobi ci sono e possiamo solo dire: dov’è la novità?

family_day2. I numeri, direte voi. Erano tanti, troppi. Ok. Ma mi chiedo se avete visto quello che è successo in Francia prima dell’approvazione del matrimonio egualitario: anche lì manifestazioni di piazza contro i diritti delle persone LGBT. Eppure questo non ha fermato il futuro. E quando negli USA si è trattato di porre fine alla segregazione dei neri, è nato il Klu Klux Klan. E non erano quattro gatti sputati. Per non parlare di quello che è successo in Italia e in Germania, ancor prima, negli anni della tragedia del nazi-fascismo: masse oceaniche a pendere dalle labbra di due delinquenti che la storia ha poi sconfitto. E, a proposito: oggi in piazza c’erano le bandiere dei movimenti neofascisti. Per capire di chi stiamo parlando.

3. Il ruolo della chiesa, poi. Noi organizziamo i pride e chi ci viene è gente motivata da un principio fondamentale: l’uguaglianza di tutti e tutte. Articolo 3, Costituizione della Repubblica. Noi non abbiamo un’organizzazione così capillare che, facendo leva sulle paure, raduna “certe” masse. Loro sì. Eppure noi, in nome della parità, arriviamo a cifre di certo non meno importanti. Non siamo pochi: solo, non abbiamo alleati così potenti e in malafede. E attenzione, le buone idee non sono mai dominio delle masse. Come un tempo per il voto delle donne. Poi ci si accorge che quei pericoli non esistevano e la gente si rasserena. Non scoraggiamoci. E ancora a questo proposito: dovrebbero riflettere quanti, genuinamente animati dallo spirito della fede, cercano un dialogo con certe realtà. La chiesa, in Italia, è veicolo primario di omofobia. Se non si capisce questo, avremo ancora altri Family Day.

family_day44. Ancora sui numeri: mettere sulla stessa bilancia le cifre non è utile. Certo, erano talmente convinti del milione di persone che hanno dichiarato, da pubblicare le foto del Family Day del 2007. Dobbiamo capire che non si tratta di soppesare questioni analoghe tra loro. Si sta mettendo sullo stesso piano chi è contro una categoria sociale con chi è per un mondo più giusto. Pensate di poter paragonare anche lontanamente, noi e loro? E vi rimando a una suggestione che mi ha regalato, qualche giorno fa, il mio amico Vincenzo Branà, presidente del Cassero di Bologna. Quando Gesù venne processato, la folla scelse Barabba. I numeri, ammesso che siano reali, non sempre stanno dalla parte della ragione. Pensiamo alle elezioni italiane negli ultimi vent’anni.

5. Detto questo, cosa rimane da fare? Rimboccarsi le maniche e andare avanti. Nelle guerre si perdono le battaglie. Quella di sabato non è stata neppure combattuta. Abbiamo semplicemente capito chi è l’esercito nemico. Noi siamo dalla parte buona della storia, che ha avviato il suo corso. E il vento del cambiamento non si ferma con le mani. Fossero pure in cento milioni a cercare di convincerci del contrario.

(foto: Simone Alliva)

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1 commento

  1. Il problema non è che scendano in piazza o quanti ne scendono, ma che le istituzioni si pieghino al loro volere. In Francia hanno fatto molto più casino, ma il governo ha tirato avanti diritto per la sua strada, in Italia invece già una volta sono riuscito ad affossare i DICO (in Francia era addirittura per il matrimonio) nel 2004, questa volta sono addirittura di più che cosa farà questo pavido governicchio che già da un anno temporeggia.
    La mia impressione è che ci troviamo di fronte a un governo non ha veramente voglia di approvare le unioni civili, se non solo per dire di aver rispettato un impegno elettorale, ma chi ci dice che ora non prendano questo family gay come ennesima scusa per rimandare, se non affossare, il tutto?

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