“Ho scoperto cos’è l’omofobia quando mi sono innamorata di una donna”

"Ho scoperto cos'è l'omofobia quando mi sono innamorata di una donna" - lorenza ghinelli - Gay.it Blog

lorenza_ghinelli6Ho la fortuna di conoscere Lorenza Ghinelli. Sia perché ho letto i suoi libri (centocinquantamila copie vendute) sia personalmente. Abbiamo condiviso casa per un anno intero. Ci siamo confrontati sulla scrittura, sul senso che dà alle nostre vite. Devo al suo esempio il non essermi perso d’animo quando gli editori non rispondevano alle mie mail. La rivedrò a Roma giovedì 14 maggio al Female Cut, per la presentazione del suo libro Con i tuoi occhi (Newton Compton, pp.384, 12 euro) che si terrà alle 19:00 al D-Apartment. Una serata al femminile organizzata con il Circolo Mario Mieli, per supportare il Roma Pride. Per l’occasione l’ho contattata, per chiacchierare un po’.

Hai deciso di raccontare una storia di affetti al femminile. Perché questa scelta, rispetto alle storie più noir che hai già pubblicato?
Scrivo quello in cui credo e di cui ho bisogno. Volevo elaborare un vissuto e raccontare la storia di Irma, nata a Rimini in una famiglia anaffettiva. L’unico punto di riferimento è una giovane prostituta che la inizia alla vita. Per lei si tratta di una discesa agli inferi, dove il suo corpo diventa merce di scambio e strumento di potere. Nella ricerca bulimica dei corpi Irma cerca un’intimità profonda che non riesce a trovare. Ne ha perduto la strada. Poi c’è Carla, che nasce a Favignana da una famiglia di dipendenti della Florio costretta a emigrare a Bologna. Nella sua famiglia entra Salvatore, un bambino orfano con cui Carla sperimenta quello che chiamo “legame flessibile”: prima sono amici inseparabili, poi fratelli, poi amanti e infine di nuovo amici perché Carla, finita l’università, si scopre omosessuale. Carla è acromate: non vede i colori, il mondo per lei è fatto di luminescenze. Mi piaceva che pur non vedendo i colori, fosse lei a insegnare a Irma a scorgere quelli della vita. È grazie a Carla che Irma troverà la strada verso se stessa e le proprie emozioni, sepolte da troppa vita che aveva imparato a considerare sua anche quando non lo era. È la storia di una rinascita. Ho voluto raccontare l’importanza di seguire se stessi, sempre e comunque.

lorenza_ghinelli1Hai lavorato come educatrice. Nei tuoi libri traspare questa incomunicabilità tra il mondo adulto e quello dell’infanzia. Quanto c’è della tua esperienza in queste storie?
Mi sono confrontata soprattutto con gli adolescenti e quello che ho capito è che più del trauma che una persona può vivere, è il segreto a piegarla. È il tabù, il non poterne parlare, il lasciare che dentro marcisca imputridendo tutto il nuovo che invece potrebbe nascere. Il dialogo è fondamentale, lo è il confronto. Siamo creature sociali, possiamo fare così tanto insieme, persino cambiare di segno le ferite. Resilienza è un termine che mi è infinitamente caro, tanto da essermelo tatuato sull’avambraccio diversi anni fa. In quella parola è racchiusa la mia visione del mondo. Le storture, le ingiustizie, i traumi, magari non possiamo impedire che avvengano (a volte), ma possiamo lottare affinché non si ripropongano, soprattutto, possiamo elaborarli e diventare più forti. Devo molto ai miei cattivi maestri. E poterlo dire è per me un atto di grande rivoluzione.

A quale dei tuoi personaggi assomigli di più? E quanto di te c’è nelle tue protagoniste?
Se non ci fosse un po’ di me in ognuno non avrei potuto raccontarli. Che mi piaccia o meno, in Con i tuoi occhi ad assomigliarmi di più è Irma. E dico questo perché io, come lei, ho viaggiato anni luce distante da me stessa per molto tempo, vivendo una vita violenta che credevo mi appartenesse, aderendo a modelli e stereotipi che m’illudevo potessero bastarmi. In me c’è anche Carla, c’è una tensione prepotente alla vita, un senso di meraviglia che guida le mie giornate e mi salva dalla disperazione.

lorenza_ghinelli4Cosa pensi della questione LGBT in Italia? Arriveranno questi diritti, con la situazione politica attuale?
Vorrei che questa domanda non me l’avessi fatta tu, ma lo Stato attraverso un regolare referendum. La gente è pronta, come lo era quando venne chiamata a votare in favore del divorzio e poi dell’aborto. Ma lo Stato continua a essere asservito alla Chiesa, quando invece dovrebbe essere laico e tutelare i suoi cittadini senza alcuna distinzione. Viviamo in un Paese dove la maggioranza chiama opinioni i propri pregiudizi. Il fatto che si discuta se concedere o meno gli stessi diritti a chi ama persone dello stesso sesso mi sconcerta. Nel 2015 non dovrebbe neppure essere un argomento di discussione. Negare questi diritti è semplicemente anticostituzionale, antidemocratico e fascista. Non è il fatto di essere bisex, o lesbica, o gay o trans a causare sofferenza all’individuo, ma il fatto che questa società lo stigmatizzi. È un fatto così evidente che negarlo è stupido. Il cambiamento sta arrivando, lo respiro nelle strade, ne prendo parte. Ho la fortuna di abitare a Rimini, che considero una città moderna. C’è un fortissimo senso di comunità fra le persone, la giunta comunale ha approvato il registro delle unioni civili, come quelle di Santarcangelo e di San Clemente. Potere amare chi si vuole, alla luce del sole, è la cosa più bella e naturale del mondo. Chiunque si sentisse minacciato da questo ha bisogno di fermarsi e pensare a quello che nella sua vita non va, e la risposta giusta non è nella persona contro cui punta il dito. Stare in piedi nelle piazze facendo finta di leggere un libro non significa avere opinioni. Chiedere allo Stato di impedire i matrimoni egualitari non significa essere cristiani, al massimo significa non avere una vita e non capire i libri che si tengono in mano. Significa lottare contro il nemico sbagliato.

lorenza_ghinelli3Cosa ti porta ad essere solidale con le rivendicazioni del Roma pride?
Per prima cosa il fatto di riconoscermi umana. So benissimo cosa l’amore non è: non è prevaricazione né violenza, non è coercizione, derisione e neppure costrizione. Va da sé che l’amore, in ogni sua forma, è una fortuna e una benedizione, e come tale va tutelato. In un Paese civile, per fare sì che questo sia possibile, occorrono delle leggi. Ho amato diversi uomini, di alcuni di loro serbo un ricordo bellissimo, di altri no. Come chiunque. Ho sempre considerato stupida l’omofobia, ma non mi rendevo conto di cosa volesse dire davvero nascere omosessuali in Italia. Almeno fino a quando non mi sono innamorata di una donna. A quel punto, per la prima volta ho avuto paura. Paura di non potere più avere una vita “normale” come quella che avevo prima, paura che anche il minimo gesto d’amore venisse interpretato come esibizionismo. È stata una fortuna immensa innamorarmi di una donna, perché mi ha portato a pormi ottime domande. Da quel giorno mi sono fatta una promessa, e ora che vivo una nuova storia so che la sto onorando: non permettere alla paura di governare i miei passi. Non nascondermi. Non rinunciare alle meraviglie della vita. Non permettere a nessuno di ridurmi. La vita è un dono meraviglioso e appartiene a tutti. Non esistono amori di serie B. Esistono storie d’amore e storie che non lo sono. E so per certo che non è il genere a determinare questa differenza.

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