Unioni civili, coscienza collettiva e rischio di inferiorità per legge

Unioni civili, coscienza collettiva e rischio di inferiorità per legge - unioni civili serie b - Gay.it Blog

unioni_civili_serie_b1La retorica utilizzata nel dibattito sulle unioni civili, che a partire dalla riapertura delle camere si promette rovente, è indicativa del clima culturale che si respira nel paese, rispetto alla vicenda in corso. L’anatema di Bagnasco, il silenzio di Renzi al meeting di CL, il famigerato articolo su Avvenire, il balletto delle smentite, le dichiarazioni di Cirinnà sull’eliminare i riferimenti al matrimonio e l’intervista di ieri del premier al Corriere forniscono un quadro indicativo, che non rende onore alle buone intenzioni da cui si era partiti. Dichiara la relatrice della legge: «tutti sanno che questo istituto giuridico non è il matrimonio». Una questione di forma, «la sostanza non cambia». Ma ne siamo così sicuri? Adesso, è comprensibile ogni strategia del caso per licenziare il testo, ma di fatto si immette nella coscienza collettiva un’idea pericolosa: quella della differenziazione giuridica. Una sorta di “sedile” separato per gli affetti di gay e lesbiche, che ci riporta col pensiero a quelle pratiche segregazioniste che tanto andavano in voga in Sud Africa e negli USA degli anni ’50. E non finisce qui.

unioni_civili_serie_b2Intervistato al Corriere, Renzi dichiara che le unioni civili si faranno e che tuttavia si avvieranno politiche per la famiglia, mettendo così in opposizione le due cose. La classe politica, in altre parole, sembra voler legiferare non per creare una cultura della parità giuridica, ma per segnare una distanza tra la norma e ciò che non rientra in essa. Non credo che sia questo lo spirito che ha animato il referendum irlandese e la decisione della Corte Suprema americana, che hanno fatto esultare migliaia di supporter del presidente del Consiglio.

Riguardo questi ultimi, è interessante vedere come tale retorica del separate but equal sia recepita e riutilizzata. Ciò è importante ai fini del consenso rispetto la legge stessa, soprattutto tra coloro che dovrebbero beneficiarne. La strategia argomentativa del gay di fede renziana si basa su tre assiomi: 1) portare a casa il risultato, 2) meglio una legge anche depotenziata che il nulla attuale, 3) solo Renzi ci può dare i diritti. Analizziamo al dettaglio questi tre postulati.

unioni_civili_serie_b4Sul primo: c’è risultato e risultato. E ancora: bisogna vedere come lo si ottiene. Assistiamo da mesi a percorsi ad ostacoli e mille distinguo, si alimentano tensioni e si disseziona una legge come un cadavere per capire cosa metterci e cosa togliere. Tutto ciò è già svilente di per sé. Poi va da sé, rispetto al nulla, anche una briciola è sicuramente qualcosa. Ma se io voglio costruire una nave e mi ritrovo con una zattera, non posso dire di aver raggiunto un risultato. Il termine esatto è fallimento.

Ancora: “poco è meglio di niente”. Affermazione tipica di chi non ha una prospettiva politica di ampio respiro basata sulla piena uguaglianza delle persone LGBT. Elemosina giuridica per cui, a chi ha fame di diritti, si danno almeno le briciole. È questo il concetto di dignità con cui dovrebbero essere trattate le persone, in nome della piena cittadinanza (art. 2 e 3 della Costituzione) a cui dicono di rifarsi i nostri governanti? Lascio a voi la risposta a questo interrogativo.

Terzo aspetto: o Renzi o niente. Premesso che sostenere che qualcuno possa concedere diritti è indicativo del ritardo culturale di chi si avventura in affermazioni simili – i diritti non si “danno”, si riconoscono – mi chiedo: ne unioni_civili_serie_b3siamo proprio sicuri? Il pronunciamento della Corte Costituzionale, le varie sentenze dei tribunali italiani e della Corte di Strasburgo si sono ottenuti proprio in opposizione all’attuale offerta politica che va dal nulla ai DiCo. Si è innescato un processo virtuoso a livello giudiziario che l’azione della politica potrebbe interrompere. La retorica dei gay renziani sembra più funzionale a questo quadro, forse per giustificare la loro permanenza dentro il partito nell’esclusivo interesse della dirigenza e, possibilmente, scalarne i vertici per qualche riconoscimento futuro.

Poi, nessuno lo mette in discussione: va benissimo una legge che dia gli stessi diritti del matrimonio, purché sia il primo passo per la piena equiparazione. Ma se arrivasse un ddl restrittivo e monco, quell’azione progressiva sarebbe compromessa. Nel frattempo, linguaggio e strategie retoriche utilizzate pongono “naturalmente” le persone LGBT in un rango di inferiorità, giuridica e sociale. È davvero questo che vogliamo, per la nostra dignità di esseri umani? Lascio a voi, di nuovo, l’onere di trovare una risposta.

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9 commenti

  1. Eg. dtt. Accolla,
    finalmente qualcuno che ci esprime le vere preoccupazioni di una legge, come ho espresso nel commento di un vostro altro articolo stamani questa e’ una battaglia piu’ profonda e culturalmente piu’ incisiva di quello che si crede…. siamo alla stregua della battaglia tra divorzio e no. gia’… perche’ qui’ e’ in gioco il senso laico dello stato. la dignita’ costituzionale di questo stato. come ha lei osservato acutamente i diritti si riconoscono non si rilasciano per grazia ricevuta… non esiste un uomo solo che puo’ concedere diritti (solo questo varrebbe una manifestazione per il ritiro della legge e l’apertura di un nuovo capitolo di resistenza); gia’ resistenza… bisognerebbe resistere nel non far approvare la legge dei preti cosi’ da far condannare ancora l’italia e ridurli a venire al nostro tavolo dei diritti, al tavoli dei diritti civili espressione di una societa’ laica, moderna, inclusiva e con DIRITTI UGUALI PER OGNI CITTADINO; i diritti non si vendono, non si scambiano, non si cedono, ma si riconoscono, punto. noi abbiamo ceduto su tutto pur di pensare di sopravvivere… soffriamo del complesso di inferiorita’… ma non ci barlume l’idea che i preti pensano di essere potenti ma sulla modernita’ sono ormai finiti e che se casca anche il baluardo della relativizzazione del matrimonio il potere si infrange sul muro della basilica? non ci appare chiaro per caso che gli tremano le tonache al pensare di essere cittadini e non monarchi ai preti?… o ci vuole una seconda rivoluzione francese che tagli la testa ai preti quanto ai notabili di questo paese? liberta’ , uglainza, fraternita’.. punto… leggetevi quel voltaire… quel rousseau…. vi rigenerete l’animo cari Gay… sognate un po’ meno audrey e vacanze romane e scendete di piu’ in piazza…. ma avete dimentica to che il palazzo che ospita una nota sauna gay romana e’ di propieta’ dei preti… o riuscite a leggere i giornali senza guardare i muscoli dei modelli fotografati?…

  2. seppur condivisibile quasi integralmente il commento del signor di colere lo e’ un meno quando si fa’ cenno al fatto che e’ meglio una legge che il niente… beh , intanto non e’ vero che non si puo’ avere il niente… e questa legge ci dara’ il niente… perche’ non e’ stata concepita laicamente e non ha visto gli uffici legali e avvocati e giuristi gay (anche non dichiarati) a fornire il loro contributo di studi e opinioni ad hoc che avrebbero permesso la formazione di un documento (vero) dal quale partire per una discussione sana e a muso duro… perche’ ribadisco questa e’ una legge sulla laicita’ non sui gay… qui’ e’ in gioco la laicita’ dello stato e la libera possibilita’di vivere secondo i principi della rivoluzione francese illuminista…. e’ come la legge sul divorzio… noi gay non riusciamo a coinvolgere ne’ gli etero conviventi , ne’ i laici convinti, ne’ tutti coloro che vogliono avere (indipendentemente dal fatto di usarlo o meno il diritto al matrimonio – si’ questo e’ il vero nome),la voglia di scegliere una vita ricca di doveri ma assolutamente piena di diritti… no no no nessuna legge partitica sul matrimonio (basta distinguere tra matrimonio civile, religioso, gay…. )… che rende i cittadini come arance… tu sei di prima scelta , tu no… tu sei mezza scelta… ecc. voglio solo un matrimonio dettato dallo stato italiano…. laico… poi ognuno sceglie la variante che gradisce… solo laico, religioso, laico – religioso… con gli stessi doveri e con gli stessi diritti e con lo stesso divorzio per tutti… punto… i preti hanno paura della relativizzazione del matrimonio… e’ un loro cavallo di battaglia… ma che la legge obbliga gli etero a procreare o a sposarsi? no; possono scegliere se trombare una donna sola, piu’ di una o addirittura tante donne e tanti uomini (preti compresi). E allora ? perche’ gli etero possono scegliere chi trombarsi, chi sposarsi, chi mettere in cinta e se farlo?.. i gay non possono scegliere chi trombarsi? non possono scegliere con chi sposarsi? e perche’ devono sposarsi come dicono i preti e non come dice lo stato laico ?…

  3. La mia sarà la domanda di chi è caduto dal pero, ma la voglio fare altrimenti darei torto ad Umberto Eco. Ma non potevano i nostri soloni proporre la stessa legge che ha proposto Hollande e Cameron?Per non parlar di Zapatero…e di un’altra dozzina di legislatori?

  4. Caro Dario, la realtà è di una semplicità atroce: non avendo saputo (come persone LGBT italiane) creare un clima culturale di base (un’antropologia, direbbero i colti), non avendo saputo produrre personale politico di spessore (e durata), non avendo imperi economici al nostro fianco, contiamo meno di zero. L’unico vero impero politico-filosofico-mediatico e soprattutto economico nazionale (la Chiesa) detta quindi legge. In senso non metaforico, purtroppo. Quando in una trattativa una parte è pronta ad accettare qualsiasi cosa, l’altra concederà sempre il minimo; se possibile anche qualcosa meno. E’ quanto esattamente accadrà.
    Ma io non sono affatto preoccupato di questo, io sono preoccupato delle reazioni a questo nulla: scommettiamo che in caso di trasformazione in legge del Ddl Cirinnà non i gay renziani ma la maggioranza delle persone LGBT di questo Paese (e con essa la maggioranza degli etero) penserà di avere la Luna e il Cielo e quindi crederà di aver ottenuto le condizioni migliori del Paese migliore al mondo!? Chi combatterà al nostro fianco per l’ottenimento della vera uguaglianza con le cittadine e i cittadini etero di questo Paese, dopo? Temo troppo pochi per cambiare le cose. Ma forse lo stesso ragionamento vale anche se le unioni civili saranno l’ennesimo flop renziano… intanto il “ducetto” di Venezia vorrebbe proibire il Gay Pride nella sua città. Ab majora!

  5. Viva Iddio,
    finalmente vediamo nostri fratelli lgbt che esprimono opinioni e cominciano a preoccuparsi del futuro di tutta la comunita’ seriamente…. e le opinioni sopra esposte sono il sale nella pentola della pasta che sta bollendo… ribollite gente e tirate fuori l’urlo dalla pancia: basta diritti concessi per farci stare zitti!!! piena dignita’!!! non non siamo figli di un dio minore o di un errore della scienza…. siamo uomini e donne tutti con la stessa dignita’ degli eterosessuali puri (almeno cosi’ dicono di essere in assoluto), e delle donne donne che amano solo gli uomini e si schifano delle lesbiche ( che sono tanto amate dagli etero per la loro stupida credenza che siano eroticamente eccitanti durante il sesso)… il mondo e’ a colori… la natura e’ a colori… e tutti i colori hanno la stessa dignita’ del cielo… come i gay e le lesbiche… etero e non… stessi diritti… gridatelo e ficcateglielo in testa ai politici corrotti e coglioni… non gli si paga lo stipendio per farci dire che non siamo uguali agli altri… io sono una persona che affronta problemi di tumori e non so’ se potro’ vedere questa rivoluzione copernicana della societa’ ma so’ che debbo avere il diritto (per me o per chi verra’ dopo di me ), e il dovere di amare e di essere amato con pari dignita’ dal mio compagno e di poter da lui essere assistito e chiudere gli occhi stringendogli la mano … e se due ragazzi vorranno guardarsi negli occhi sulla riva del mare devono avere il diritto di farlo senza che nessuno possa e debba fare commenti sulle scelte di vita e senza che nessuno debba controllare chi entra nel mio letto… punto… ripeto come ho gia’ espresso in altre occasioni su questi blog… e’ una lotta democratica equivalente al confronto tra divorzio e no. alzate la testa gente lgbt, uscite dallo stupidario del gay village dove vi hanno relegato per dire ” ecco lo zoo dei froci , andiamo a vedere come sono fatti”…. discutiamo in tutte le sedi … imponiamo ai deputati e senatori di ascoltare le nostre idee e formiamo un documento di discussione di base sul quale nessuno deve arretrare… se siamo forti e uniti neanche quei falliti dei preti potranno fermarci che gli e’ rimasta solo san pietro e i privilegi… ma non la modernita’… non sanno neanche da che parte sta… nel 2015 si vestono da donne con le tonache e vivono come i froci (tra uomini o donne nei conventi e da soli nelle canoniche)… e possono solo gridare al lupo al lupo… e farci qualche sermone con le loro locubrazioni ideologiche … ma la verita’ e’ che vivono di rendita alle nostre spalle … lottare per i diritti e’ un dovere di tutti, goderne veramente e’ un diritto per pochi… solo quelli che avranno capito il vero significato di un diritto e sapranno percio’ regalarlo con amore a chi ne cogliera’ la bellezza piu’ profonda … quella cioe’ che libera il propio interiore e ti fa star bene… perche’ sai che stai godendo e facendo un’azione degna verso te stesso e nel rispetto degli altri nessuno escluso… grazie

  6. Caro Vincenzo, forse il vero problema è che la maggior parte di noi persone LGBT italiane non conosce o ha paura dell’amore. Abbiamo sdoganato il sesso, anche sfrenato, ma non sappiamo andare oltre questo e il divertimento (possibilmente allo “zoo”). È chiaro che con simili premesse sono altri a fornire di senso le nostre vite: i nostri nemici, che non a caso pretendono di avere il monopolio della definizione dell’amore (e quindi del senso ultimo di ogni vita umana). Quanto al senso civico, beh, è già scarso tra gli etero italiani, figurarsi tra noi. Dati questi presupposti, trai tu le conseguenze…

  7. caro LumeM67,
    grazie per la pietra miliare che hai scolpito nel muro dell’idiozia generale… , gia’ l’amore… e’ vero molti non sanno cosa sia o se lo sanno preferiscono qualcosa di meno impegnativo interiormente… (ovviamente ci sono persone piu’ attente a questo valore)… la comunita’ lgbt ha paura di amare perche’ forse li porterebbe nella dimensioni dei sentimenti veri… cosi’ lontana dagli stereotipi che si sono fatti cucire addosso… amare significa crescere, e crescere significa avere coscienza della propia identita’, avere coscienza della propia identita’ significa diventare uomini veri e donne vere, uomini e donne vere fanno una comunita’, una comunita’ fa’ una fetta di societa’, una fetta di societa’ ha bisogno sia di diritti che di doveri ed essere riconosciuta… ma una fetta di societa’ lgbt riconosciuta sminuisce concettualmente la societa’ maschilista e arcaica che in italia ha sempre governato; inoltre collocherebbe fuori dal ruolo associato ai froci di soddisfattori del maschio italico tra una donna e l’altra… e tutto questo trasformerebbe il frocio in un individuo sociale e il maschio italico in qualcosa di differente che obbligherebbe la societa’ civile a interrogarsi sul ruolo sociale degli individui… come il papa non dice che vuole mettere in discussione la legge sull’aborto ma ne riapre il discorso facendo leva sul senso di colpa delle donne che hanno abortito… ti accolgo a braccia aperte purche’ ti penta… siamo alle solite.. i preti che vanno oltre e i poveri cristi che si lacerano … ma se culturalmente saremmo oltre… i preti non farebbero leva sul pietismo e non avremmo ottenuto una definizione diversa di unione civile… anche se basata concettualmente sull’art. 2… come avevo gia’ detto in altre occasioni e’ una legge gia’ fallita che fa’ cittadini indegni e degni.. sancito dal parlamento.. ed e’ come un marchio dei nazisti.. il triangolo rosa torna …. tu perche’ hai scelto di crescere ed avere dignita’ paghi con la bastonata di un unione diversa… sei un diverso per legge… come ai tempi dei nazisti… non cittadini uguali di fronte ai diritti e doveri ma diversi. e basta. solo perche’ non abbiamo voluto crescere o non abbiamo fatto altro … dire stupidario e’ forse troppo buono… attenzione ragazzi che il passo verso la segregazione di razza, opinioni, sesso, e’ compiuto… manca solo il ghetto dove andare a vivere lontano dagli occhi degli etero che i luoghi dove andare a farsi svuotare… gli etero ce li hanno gia’ regalati.. …. e li conosciamo tutti…

  8. Caro Vincenzo,
    avendo fatto per 15 anni l’attivista LGBT e anche il rappresentante sindacale nell’azienda che dopo 5 anni di lotte ci ha cacciato tutt*, ho avuto l’onore di osservare uno scampolo di popol(in)o italiano (LGBT e non) da posizioni diciamo “privilegiate”: la conclusione è, se possibile, più amara della tua (che condivido in pieno): è molto meno faticoso e persino più rassicurante fare i servi stolti che assumersi la responsabilità e la fatìca della libertà. Per questo non nutro più alcuna speranza.

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