Massimo Consoli, 70 anni fa nasceva il Papa dei gay

Massimo Consoli, 70 anni fa nasceva il Papa dei gay - Consoli Peloso ok - Gay.it Blog

massimo-consoli-2Oggi, 12 dicembre 2015, il giornalista, scrittore, militante ante litteram per i diritti civili lgbt, Massimo Consoli  avrebbe compiuto 70 anni. Una targa, posta dall’allora assessore alla Cultura di Roma Capitale, Umberto Croppi, in via Galvani ricorda il luogo di nascita e lo status per cui la memoria di questo pioniere dei diritti civili in Italia merita di essere tenuta più che mai viva. Massimo Consoli amava da impazzire festeggiare il suo compleanno. Era un modo non tanto per autocelebrarsi ma il modo per convocare e celebrare la sua amata “comunità varia”. E allora oggi che – con idee e sfumature più o meno sostanziose – la sua “comunità varia”, trascorsi ormai otto lunghissimi e difficili anni dalla sua morte, si ritroverà per sfilare di nuovo a Roma in una Marcia dei Diritti, vale la pena dedicargli questi pensieri, in ricordo di una persona e di un intellettuale che, da vero operatore della Memoria lgbt, col suo Archivio ha ricordato e continua a ricordare molte cose a molti insipienti, più o meno consapevoli e onesti. Prendetelo pure come l’esercizio di uno dei suoi alunni più affezionati. Buon compleanno ancora a PapaMax, ovunque si trovi. E a voi buona lettura.

Massimo_ConsoliNon c’era tristezza che non spegnessi con una battuta e un sorriso. Non c’era frattura che non potesse prevedere una soluzione, ragionando, o alla peggio, aspettando che il tempo la curasse. Amavi riamato la tua gente, la tua “comunità varia” alla quale ti rivolgevi come un Papa. PapaMax. Pontefice tra l’ignoranza e la conoscenza. Tra il buio e la luce. Tra la paura e la Libertà. E questa non è l’agiografia di un morto che ci manca troppo. È il semplice, vero racconto di come eri. Come era il “movimento” che avevi in testa e scrivendo, da Testaccio o da New York, da Frattocchie o da Amsterdam, riuscivi a guidare e convincere con la forza della bontà e il coraggio dell’onestà intellettuale. Di uno che ci metteva la faccia semplicemente perché era giusto così, senza retropensieri che non ti ho mai sentito mugugnare, nemmeno di fronte a talune evidenze che poi col tempo si sarebbero palesate. Era troppo più grande l’impegno, importante la missione, da compiere il viaggio verso un mondo e una società più giusti per fermarsi a condannare qualcuno che in quel momento stava sbagliando. Tu continuavi il cammino sulla via della tua rivoluzione saggia e inesorabile che avrebbe visto la nostra “comunità varia” protagonista più di quanto non lo sia stata in questi otto anni di tua dolorosa assenza. Otto anni che ci hanno visti spesso sopraffatti, sbranati o ancora irrisi da una politica ipocrita e da mass media che paradossalmente, invece di raccontare la nostra normalità che ogni giorno, sempre di più, fortunatamente, sveliamo al mondo senza più vergogne e timori, ci cercano ancora solo per suscitare chissà quale scandalo. Tu, però, caro Massimo, ci hai lasciato tutta la memoria necessaria a costruirlo davvero un futuro migliore. Lo penso ogni volta che indosso la cravatta verde che era tua e mi donasti. massimo-consoli-1Lo penso rileggendo i tuoi libri sempre così attuali. Lo penso quando, magari da solo, mi trovo a fare qualcosa che ritengo giusto. E non mi fermo, vado avanti, pensando alle volte che ci capitò di presentare un libro di fronte anche a due sole persone. Che per te era come se fossero state duecento. Perché pure soltanto per quelle due persone – mi dicevi – era giusto fare quello per cui eravamo stati chiamati. Magari nasceva un’Amicizia in più. E la serata aveva avuto così tutto il suo senso e molto di più.
Ecco, oggi per te vorrei risuonasse il Bolero di Ravel. E vorrei che a suonarlo fosse una banda. Quella che dicevi, scherzando ma mica tanto, sognavi ti accogliesse ogni volta che arrivavamo in una stazione. Io e tutti i tuoi Amici ancora qui, continuando il viaggio, cercheremo di capire quale sarà la prossima stazione italiana. E quanto effettivamente ancora manca… Grazie di questo meraviglioso viaggio, PapaMax.

Condividi con i tuoi amici

Leggi Anche

Commenta l'articolo

3 commenti

  1. Avremmo avuto la stessa età . Ma ancora “l’altro Papa, quello vestito di bianco”,non ha permesso, tramite i suoi accoliti , di realizzare tanti piccoli diritti per noi GLBT.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *