No al presepe gender di Madrid: la svolta a destra del Corriere

No al presepe gender di Madrid: la svolta a destra del Corriere - reinas magas madrid - Gay.it Blog

reinas-magas-madridNé con il preside di Rozzano, né con la sindaca di Madrid. Lasciate in pace i Re Magi, nella Betlemme di 2016 anni fa.

Il Corriere della Sera con un sorprendente editoriale d’apertura a due giorni dall ’Epifania che, notoriamente, tutte le feste porta via, torna invece sulla polemica a favor di presepe iniziata proprio, lo ricorderete, col periodo natalizio e il famoso, suo malgrado, dirigente scolastico lombardo che bloccò le recite coi canti di Natale e che pare debba concludersi addirittura guardando a Madrid dove la neosindaca, Manuela Carmena, eletta in quota Podemos, festeggerà l’arrivo della stella cometa a Betlemme con delle reinas magas, barbute regine nel ruolo che fu dei virili magi, che invece, nella versione madrilena, saranno in tutto simili alla cantante Conchita Wurst, già vincitrice dell’Eurofestival 2014.

paolo-mieli-corriereCi torna, il Corriere, con un lungo fondo firmato dall’ autorevolissimo, già due volte direttore, Paolo Mieli intitolato “L’offensiva dei troppo corretti” che, mirando alla prima cittadina della capitale spagnola, vuole essere un attacco a più ampio raggio al pensiero, da diversi decenni radicato a sinistra e da più parti definito con aggettivi quali “buonista” o simili, poiché intende ammorbidire, cambiare, smussare tutti gli spigoli culturali, per lo più espressioni di uso comune, finiti nei secoli inevitabilmente dentro opere d’arte, di letteratura soprattutto ma anche di teatro, cinema e divulgazione . Un perbenismo mirato al cosiddetto politically correct che in realtà – ha ragione Mieli nella sostanza – sta diventando, una vera e propria offensiva in realtà per niente buonista, semmai moralista che – ci prendiamo noi la licenza – somiglia più ai mutandoni e alle orrende foglie di fico che tra il Quattrocento e il Seicento (ma in realtà anche dopo) hanno depurato e deturpato opere d’arte, persino il Giudizio Universale di Michelangelo, da naturali nudità che all’ epoca erano ritenute scandalose. Il tutto, anche allora, all’insegna del pollitically correct sia pure, apparentemente, nella direzione assolutamente opposta a quella che guida oggi la sindaca di Madrid, animata dal sacro fuoco delle pari opportunità, capace persino di arrivare a snaturare il gender dei primi testimoni dell’Epifania di Gesù Bambino.

corriere-della-seraL’editoriale d’inizio anno di Mieli sul Corriere della Sera che – non a caso – cita sull’ argomento anche uno dei commentatori di punta di via Solferino, Sergio Romano, già opinion leader d’ambito liberalconservatore, potrebbe segnare una nuova scelta di campo del giornale ammiraglio di casa Rizzoli, in un periodo storico-politico italiano che è di riposizionamento attorno alla figura centrale di Matteo Renzi, del suo Governo e della sua versione del Pd, sempre più in ottica “partito della nazione” e attorno al quale anche i principali organi di informazione stanno procedendo.

gay-pride-eccessiLegittimamente il quotidiano milanese, da sempre voce della borghesia laica e moderata, esplora anche l’area a destra del presidente del Consiglio, un tempo tenuta in pugno da Silvio Berlusconi e oggi del tutto priva di rappresentanza e di voci, anche dal punto di vista editoriale.

Una fascia ampia di popolazione che non va né al Family Day né al Gay Pride proprio perché infastidita dagli eccessi che domani, certamente, non amerà la versione madrilena e un po’ transgender dei Re Magi sui quali l’editoriale di Mieli conclude stravolgendo a suo favore il celebre detto del poeta messicano Francisco de Icaza al cospetto dell’Alhambra e del Palazzo della Madraza dei quali disse: “Nella vita non vi è pena maggiore dell’esser cieco a Granada”.

“Sacrosanto” conclude Mieli “Anche se consideriamo una sofferenza più afflittiva dell’essere ciechi a Granada, quella di godere di una buona vista a Madrid. Quantomeno domani sera (oggi n.d.r.) quando sfileranno le regine barbute di Manuela Carmena.

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