Cara sinistra, a che serve questo dibattito sull’utero in affitto?

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utero-affitto-repubblicaDevo essere sincero: a me questo dibattito sull’utero in affitto tra “femministe 2.0” VS movimento LGBT a colpi di “voi affittate uteri” e “zitte, omofobe!” mi lascia non poco perplesso.

Dico subito che io non ho verità in tasca, e non voglio farvi una lezione su cosa è omofobia e cosa non lo è. E non voglio manco farvi una lezione su cosa è sfruttamento del corpo della donna e cosa non lo è.

Io voglio portare il dibattito ad un livello proprio terra terra. Ad un conto della serva, all’utilitarismo come direbbero quelli più bravi di me.

Quindi, per favore, qualcuno mi può spiegare a che serve questo sto dibattito? E visto che ci siete mi spiegate pure a che serve sto dibattito adesso, in questo preciso momento storico e politico in Italia. Perché io proprio non lo capisco. Non lo capisco ma mi sono fatto un’idea: questo dibattito non serve assolutamente a nulla per le finalità che i partecipanti, in buona fede (?) si sono posti.
E dobbiamo avere il coraggio di dircelo chiaramente.

In italia la GPA et similia sono vietate. E continueranno ad esserlo anche a legge Cirinnà approvata. E quindi ve lo chiedo ancora: a cosa serve, adesso, questo dibattito, collegandolo alle unioni civili oltretutto?! A che serve un appello delle femministe italiane contro pratiche già vietate in Italia e senza che nessuno dei gruppi parlamentari o dei singoli membri del parlamento abbia chiesto una modifica della legge 40 in quel senso?

imagePerò dobbiamo ammettere, serenamente e pacatamente, che questo dibattito, inutile al tema, ha avuto un solo scopo fin dall’inizio: uccidere le stepchild adoption per uccidere le unioni civili.

Sì perché il tema dell’ “utero in affitto” è stato introdotto nel dibattito politico italiano dalla destra reazionaria cattolica con la menzogna che il ddl Cirinnà avrebbe sdoganato in Italia queste pratiche.

A loro si sono accodati i cosiddetti teodem, alcuni cattolici del PD, che hanno avuto la geniale idea di provare (e continueranno a farlo) a sostituire le stepchild adoption con una sorta di affido continuato fino ai 18 anni dando poi al ragazzo la possibilità di decidere se essere adottato o no. Un istituto giuridico copiato dalla sharia, la legge coranica, che con la scusa di tutelare il bambino in realtà lo discriminerà in base all’orientamento sessuale del genitore. E colpisce che anche la cosiddetta minoranza PD, auto definitasi di sinistra, per bocca di vannino-chitiVannino Chiti si schieri per questa mediazione definendola “ragionevole” sulle colonne di Avvenire e bollando come “ideologica” la scelta della stepchild adoption.
Sarebbe opportuno che la minoranza del PD chiarisse se questa è una loro posizione o il senatore Chiti stia invece parlando a titolo personale.

Occorre anche ricordare brevemente che senza stepchild adoption anche la legge italiana verrà dichiarata discriminatoria e quindi illegittima dalla CEDU che pone come modello la legge tedesca.
Quindi: niente stepchild adoption, niente legge sulle unioni civiliEd è questo l’intento dei cattolici reazionari dentro e fuori al parlamento.

Per questo motivo resto stupito nel vedere che alcune realtà che si definiscono di sinistra, e addirittura qualche attivista dei diritti Lgbt, si sia infilato in questo dibattito dando dignità di interlocutori a gente squalificata e squalificante del calibro di Adinolfi, Miriano, e a tutto quel mondo intriso di omotransfobia che ruota intorno a loro.

Cara sinistra, a che serve questo dibattito sull'utero in affitto? - lucacoverspalle - Gay.it BlogAvrei una richiesta da fare a tutti quelli che da sinistra si stanno precipitando a dichiarare la loro contrarietà alla GPA (legittimo, per carità): se vi avanzano 5 minuti fra una dichiarazione e l’altra potete farci sapere se l’approvazione del ddl Cirinnà, così com’è, comprensivo di stepchild adoption è ancora un nostro obbiettivo comune?

Giusto per sapere e regolarsi.

Perché va bene il dibattito accademico anche aspro e senza sbocchi pratici, ma non perdiamo di vista un punto: l’Italia non ha uno straccio di legge che riconosca i diritti e i doveri delle coppie same-sex e che riconosca diritti e doveri a genitori che esistono già e soprattutto a bambini che esistono già e oggi sono figli senza diritti.

Sanare questo scandaloso vuoto normativo è ancora una priorità della sinistra italiana in tutte le sue declinazioni ( intellettuali, associazioni,movimenti e partiti) dentro e fuori al parlamento?

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