Accettarsi: delle montagne russe su cui si sta (sempre) male

Accettarsi: delle montagne russe su cui si sta (sempre) male - montagne russe - Gay.it Blog

orientamenti sessualiCapire chi ero per me non è stato facile. O meglio, capirlo non è stato poi così complicato, diciamo che il vero problema è stato accettarlo. Io appartengo a una generazione abituata a conoscere tutti gli orientamenti sessuali e a non stupirsene. Etero, gay, lesbiche, bisex, pansessuali, asessuali e così via non sono altro se non nomi che siamo abituati ad usare quotidianamente. Le differenze sociali oggi tra persone di diversa sessualità sono davvero molto ridotte e, anche se il bullismo omofobo è ancora molto presente, non possiamo di certo lamentarci di vivere in un mondo che non ci dà la sua accettazione o addirittura ci emargina. Io stesso ho paradossalmente più amici etero che non gay … anzi, pensandoci bene conosco pochissimi gay, e con amici non intendo solo amiche ma anche ragazzi. Non so se per pura fortuna o perché so scegliermi bene gli amici, ma nel fare coming out con gli amici non ho incontrato nessuna resistenza. Forse una sola persona ha fatto davvero fatica ad accettarmi, una persona che per tanti mesi non ha voluto saperne nulla di me e che si rifiutava di riconoscermi … ero io.

censoredEro in quinta elementare: in aula di informatica alcune mie compagne di classe aveva cercato delle donne nude per farsi quattro risate. Io una volta tornato a casa lo avevo raccontato a mia madre che con superficialità aveva commentato :”Beh, avrebbero dovuto cercare degli uomini nudi!” In quel momento la folgorazione: incuriosito sono andato in camera e su Google ho cercato foto di uomini nudi. So che può sembrare una storia surreale ma il mio primo approccio con il mondo gay è stato proprio così: da bambino, curioso di sapere come era fatto un uomo completamente nudo. Certo non immaginavo che quella semplice ricerca su internet mi avrebbe portato fin qui un giorno, e tantomeno pensavo che mi avrebbe cambiato in modo tanto radicale la vita.

Subito dopo quella sera per una settimana la mia quotidianità l’ho trascorsa tra foto più o meno hot. Ormai mi era chiaro che i maschi fossero molto più interessanti delle femmine e all’inizio ero abbastanza tranquillo, pensavo solo a godermi le bellezze della natura. Poi però sono iniziati a sorgere i sensi di colpa, ho cominciato a farmi domande e rapidamente la mia vita è diventata un incubo. Piangevo ogni giorno, continuamente, congiungevo le mani ed in ginocchio scongiuravo Dio di farmi”guarire”. Non volevo assolutamente amare i ragazzi, mi rifiutavo ostinatamente di pensare apprezzamenti sugli uomini, mi auto infliggevo ridicoli test mentali per capire se mi eccitava stare in una vasca con dei surfisti o con delle avvenenti modelle. Ripensandoci mi viene da ridere, ma ricordo perfettamente il dolore che provavo in quei momenti. In seguito, lentamente, ho dimenticato il problema, la mia vita è andata avanti e con le medie sono divenuto devoto, come i miei coetanei, ai siti porno. Erano video da etero quelli che guardavo, un uomo e una donna, poi sono diventati due uomini e una donna ed alla fine, quasi senza rendermene conto, ho premuto sulla sezione porno gay.

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Non so bene come spiegarvelo ma la mia vera accettazione non è avvenuta quando piangevo e pregavo, ma è avvenuta lasciandomi andare davanti agli uomini nudi, è stato un passaggio lento, silenzioso, quasi non me ne sono accorto. L’unica cosa certa è che a me piacevano i maschi, i loro corpi, le loro voci e alla fine della terza medie non la vedevo come una terribile piaga ma anzi la vivevo con assoluta leggerezza. Non nego che il mio sia stato un passaggio sofferto e faticoso, ho pagato cara la mia sessualità eppure guardandomi indietro non rinnego nulla, se potessi tornare indietro non cambierei nulla e rivivrei volentieri ogni pianto perché tutto questo dolore alla fine si è dimostrato utile. Ora posso dirmi un ragazzo forte, sicuro di me e sono convinto che questo sia il risultato del mio difficile vissuto, un vissuto che in fin dei conti non mi ha solamente insegnato a curare le mie ferite ma mi ha anche ricompensato con amici stupendi che mi hanno accettato e che ancora adesso mi amano per quello che sono, che mi difendono e che soprattutto mi sostengono.

questionMolto spesso, purtroppo, si sente di ragazzi che si suicidano perché non riescono più a sostenere il peso della vita, perché alla fine del tunnel della scoperta della sessualità non riescono ad intravedere la luce; a tutti loro io porto un grande rispetto e posso capire la loro fatale scelta, ma a chi tra voi sta capitando di scontrarsi con la dura verità vorrei dire questo: sgomenti vi renderete conto o vi siete già resi conto di non essere come tutti gli altri, il fatto che i tempi siano cambiati e che oggi essere gay non crea grossi problemi certamente non vi consola, ma vi dovrebbe consolare sapere che quello che non volete essere in realtà lo siete e fino a quando non lo accetterete non potrete essere davvero voi.

Accettare di essere gay non è scegliere il vostro ruolo nel mondo, è semplicemente conoscersi. Tutti hanno il diritto di rispondere alla domanda “Chi sono?” Non permettete alle vostre paure di farvi allontanare da questa risposta, perché se la otterrete ci penserà lei stessa ad allontanare le vostre paure.

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