Matrimoni di coppie gay e trascrizioni: cosa succede nei tribunali?

Matrimoni di coppie gay e trascrizioni: cosa succede nei tribunali? - matrimonio egualitario - Gay.it Blog

matrimonio_egualitario1Sono note le azioni dei Sindaci di Roma, Milano e di molte altre città italiane che hanno trascritto i matrimoni di coppie gay celebrati all’estero ma considerati “inesistenti” in Italia.
Più clamore ha suscitato l’intervento del Ministero degli Interni che con forza ha “ordinato” ai Prefetti la cancellazione delle suddette trascrizioni: forse perché è apparsa un’ingerenza “a gamba tesa” sulle prerogative dei Sindaci; forse perché è sembrato incidere sulle aspettative di tanti uomini e tante donne che vorrebbero ri-conosciuti i propri “diritti della dignità”, quei diritti che sono l’essenza di ogni uomo e di ogni donna; forse perché è apparso poco comprensibile un intervento così “duro” rispetto a ben più preoccupanti emergenze nazionali e sovranazionali.

Il braccio di ferro, tutto italiano, tra Sindaci e Ministro pare si sia risolto favorevolmente per i primi, almeno per il momento. Infatti, la recente Sentenza del TAR Lazio, chiamato ad esprimersi da una coppia difesa da Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, ha dato ragione ai Sindaci: la legge non consente ai Prefetti e al Ministro di cancellare i matrimoni trascritti nei registri dello stato civile; le ordinanze prefettizie e una parte della stessa circolare del Ministro Alfano devono essere annullate.
Non poteva che essere così, aggiungerei!

matrimonio_egualitario2Da più parti sono state mosse delle critiche all’intervento del Ministro degli Interni e dei Prefetti i quali, annullando le trascrizioni, di fatto si sostituivano a chi è riservato dalla legge questo potere di annullamento: vale a dire, la Procura della Repubblica presso il Tribunale.
La trascrizione è, in sostanza, una certificazione, un’attestazione con la quale si rende pubblico un fatto: essa, ad esempio, può servire a provare con certezza la durata della stabile convivenza dei coniugi. La trascrizione è compiuta dall’ufficiale dello Stato Civile: egli può negarla o meno. Nel primo caso il cittadino si rivolgerà al Tribunale per accertare se la richiesta di trascrizione del suo matrimonio è lecita o meno; nel secondo la Procura della Repubblica potrà impugnarla se la ritiene errata o contraria all’ordine pubblico. In entrambe le ipotesi, sarà il Giudice a decidere se l’atto va trascritto o meno.

È evidente che in questa materia, né il Ministro, né i Prefetti hanno alcun potere: per tale ragione, i loro sono apparsi atti di prevaricazione, forse autoritari, rispetto alle competenze altrui.
Cosa accadrà dopo la sentenza del TAR Lazio? I Sindaci potranno continuare a trascrivere i matrimoni se ritengono che ciò sia conforme alla Legge italiana. Resta fermo il fatto che gli Uffici delle Procure della Repubblica possono impugnare le trascrizioni e saranno i Giudici dei Tribunali a decidere se esse saranno legittime o meno. È già accaduto che il Tribunale di Grosseto ha rinnovato l’ordine di trascrivere il matrimonio e questo fa ben sperare. È altrettanto vero, però, che altri giudici propendono per rifiutare la trascrizione.
Insomma, c’è da scalare un’altra vetta…

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