“Cari” Dolce e Gabbana, i nostri sono figli dell’Amore, non sintetici

papà gay contro Dolce e Gabbana

papà gay contro Dolce e GabbanaNon era esattamente così che avevo pensato di iniziare questo blog.

Avevo preparato due post diversi fra loro, uno strappalacrime ed uno un po’ ironico, e stavo scegliendo insieme alla super direttrice di questa community quale pubblicare.

Nel primo dei due introducevo il senso di questo spazio virtuale che mi è stato concesso: aprirvi le porte di casa mia, e della mia Famiglia (quella di Luca, un bimbo con due papà) per mostrare una Famiglia Speciale come tante, come lo sono tutte le Famiglie (e come bene illustra Rachel Fuller nel libro “Tante famiglie tutte speciali” che vivamente vi consiglio).

E poi arrivano loro, con le loro esternazioni volgari e medievali: e quindi non posso esimersi dal difendere non tanto (e non solo) la mia Famiglia (visto che mio figlio Luca è nato grazie a tecniche di procreazione medicalmente assistita e con una gestazione per altri) ma tutte le Famiglie e tutti i bambini che sono stati offesi in quell’intervista concessa a Panorama.

Sì, sto parlando dei due stilisti Dolce e Gabbana.

papà gay contro Dolce e GabbanaMi è stato proposto di scrivere loro – da padre di un bimbo nato con PMA – una lettera aperta ma, credetemi, proprio non ci riesco: sarebbe troppo semplice scadere nell’insulto e dunque arrivare al loro stesso livello…

Mi limito a fare mie le parole di Elton John: “Come vi permettete di appellare i miei bellissimi bambini “sintetici”? Vergognatevi per aver puntato le vostre piccole ditine contro la fecondazione in vitro, un miracolo che ha consentito a legioni di persone che si amano, etero o omosessuali, di realizzare il loro sogno di avere figli”.

Per queste sue parole, così semplici e capaci di arrivare dritte al cuore di qualunque genitore e di qualunque essere umano, Elton John ha iniziato a ricevere in rete durissimi attacchi di chi “difende la libertà di pensiero di D&G”.

Ma dite sul serio? Libertà di pensiero?

papà gay contro Dolce e GabbanaLa libertà di ognuno deve trovare limite in quella degli altri e nel rispetto: offendere migliaia di famiglie con esternazioni come “la famiglia non può essere una moda passeggera” o peggio ancora offendere migliaia di bambini chiamandoli “figli della chimica” o “bambini sintetici” come hanno fatto Dolce & Gabbana o sostenendo, come ha fatto Matteo Salvini, che “un bimbo che cresce con uno o due genitori gay parte da un gradino più sotto, con un handicap” non è tollerabile, e va censurato.

Tanto più che parliamo di Famiglie, etero e omoaffettive, che questi figli li hanno davvero voluti e cercati e desiderati e amati per anni, anche prima che venissero al mondo, come è successo a noi, e spesso magari passando in mezzo a tante difficoltà o sofferenze.

Parliamo di figli nati dall’Amore, e non dalla chimica.

Chiudo rivolgendomi a tutti genitori, madri e padri, che hanno avuto figli in modo “naturale” o “tradizionale” (termini pessimi ma che uso perché mi si comprenda immediatamente) nonché a tutte le persone di buon senso capaci di provare empatia ed immedesimarsi. Siate oneste e onesti con voi stessi, provate un attimo a mettere da parte pregiudizi e retropensieri, e ditemi: come avreste reagito voi se avessero chiamato i vostri figli “bambini sintetici” o “figli della chimica”?

È tutto.

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5 commenti

  1. Ho avuto la fortuna di conoscere Luca, in quanto amico di Michele e Sergio, e ho visto in lui un bimbo sereno, amato ogni oltre limite, sano. Non so cosa intendano tutti quelli che dicono che un bimbo per crescere bene ha bisogno della figura materna e di quella paterna: forse è un concetto che fa stare bene loro perché culturalmente e mentalmente sono fermi a uno stadio inferiore. Io conosco decine di persone cresciute con un genitore solo, per le ragioni più varie (divorzio, lutto, separazioni, contrasti tra i genitori e, purtroppo, anche abbandono) e tra queste persone ci sono coloro che sono persone più “quadrate” e altre meno, così come conosco tante persone che vengono da famiglie “tradizionali” che sono, parimenti, “quadrate” o meno. Questo per dire che una buona persona (ma chi dice ciò che è buono e ciò che non lo è?) può diventare tale con uno o due genitori, che siano uomini, donne, etero o gay. Conosco molte madri vedove del mio paese che hanno cresciuto uno, due tre figli e li hanno tirati su davvero bene.

  2. ciao Michele.
    Qui, a scriverti, è una “bambina sintetica” di 35 anni, anzi, “bambina sintetica nata con un handicap” pur essendo stata concepita in una “normalissima sessione di ginnastica da letto” 🙂
    Non riesco a tenere la bocca chiusa, di fronte a certi individui, famosi in un modo o nell’altro, i quali si arrogano il diritto di offendere il prossimo, sfruttando l’arma sempreverde della “libertà d’espressione”, peccato che appunto, libertà d’espressione non significa essere liberi di offendere! Guai se tutti fossimo d’accordo su tutti, ma non condividere una scelta è ben diverso dallo scagliarsi contro delle persone, in questo caso dei bambini che ora come ora non si possono difendere.
    Veniamo a noi: io sono una “bambina sintetica” perché, evidentemente pesavo troppo e mamma voleva farmi uscire 🙂
    evidentemente ero troppo curiosa di scoprire il mondo -anche se stavo un altro po’ là dentro al caldino in panza, non credo che mi sarei persa niente 🙂
    Fatto sta che sono venuta al mondo a 26 settimane di gestazione e sono stata tirata su, per i primi 3 mesi di vita, in incubatrice. Ecco perché, stando ai ragionamenti salvindolcegabbaneschi, dovrei essere “sintetica”
    In più il caso ha voluto che un medico “geniale” si dimenticasse la garza per proteggermi gli occhi, e così l’ossigeno che mi ha permesso di vivere, mi ha bruciato retina e nervo ottico col risultato che sono cresciuta senza la vista. Non ho mai visto niente, nemmeno la luce, in vita mia.
    No, non è questo “l’handicap”; semmai, la mancanza della vista, è una disabilità sensoriale, che si può sopperire quando possibile con la tecnologia, e, dove non è possibile, si sopperisce con … un paio di “occhi in affitto”, detti anche accompagnatori / assistenti / donne delle pulizie … Sono talmente “innaturale” 🙂 che a seconda delle esigenze cambio le paia di occhi a mio piacimento.
    L’handicap, quello, è un’altra cosa, e per quello la tecnologia non aiuta più di tanto, perché non dipende da noi ma dalla società che ci circonda e, per quello, ci vuole solo una cosa: le (s)palle, belle grosse. l’handicap E’ lo svantaggio _sociale_ che si viene a creare per colpa dell’ignoranza altrui. Salvini sicuramente intendendo “bambini che nascono con un handicap” intendeva “menomati in qualche modo”, peccato che l’handicap per un figlio di una coppia gay, non è dato da nulla che dipenda da lui o dai suoi genitori. L’handicap lo crea la società omofoba che lo circonda, e, un uomo politico degno di questo nome, se disapprova che ci siano degli handicap simili, ha il DOVERE di cambiarla, questa società.
    Non mi interessa niente, se io sono etero; sono una persona che sa da quando ha messo fuori la testa, che cosa significa vivere la discriminazione. Sto cercando in ogni modo di sradicare il bigottismo e l’ipocrisia di certi individui indecenti, presenti sia tra gli etero sia tra i gay, che non condividono la volontà e possibilità di coppie omosessuali di aver figli, parlando di natura e contro natura; per carità: siamo in diversi etero a non voler figli, come ci sono anche tanti gay, ma la natura la si lasci stare.
    Tutti si mettono contro i gay con la storia della natura, ma nessuno per esempio troverebbe il coraggio -salvo pochi esaltati- di dirmi che non dovrei avvalermi eventualmente di un _cane_ per i miei spostamenti; nessuno mi dice che non devo usare il computer per leggere i libri, non devo far parlare pc e cellulari con voci _sintetiche_ 🙂
    nessuno mi dice che girare a piedi oscillando un bastone e con una cassa legata al polso con lo smartphone che mi legge le indicazioni gps ad alta voce, è contro natura; nessuno mi dice che pagare una persona per farmi portare in giro, persona che potrebbe passare quel momento a divertirsi, è “un atto di egoismo”, eppure tante persone -tassisti per esempio- quel lavoro lo fanno per soldi, veramente per soldi. E quando obietto così, mi si dice sempre “ma tu non hai scelto di esser come sei, i gay sì”. Come no. Perché uno si sveglia la mattina e decide, oggi son etero domani son gay. Ma per favore perfa!
    Per loro, è troppo comodo parlare; sia D&G sia Salvini son pieni di soldi, se per qualsiasi motivo hanno subìto discriminazioni gli avranno sicuramente chiuso la bocca coi soldi; si fa presto a fare i malati coi corpi degli altri, iniziassero loro a sapere davvero cosa vuol dire lottare. Poi se ne riparlerà.

    1. Elena,
      grazie mille per la tua bella testimonianza, e per le tue parole… quelle di chi riesce a vedere con il cuore molte più cose di chi guarda solo con gli occhi.

  3. Pingback: Progetto uomo – Parte II – kumo-an

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