La verità, vi prego, sull’utero in affitto

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utero5Il mondo cattolico può tirare un sospiro di sollievo, l’emergenza dell’ideologia gender è rientrata. Ora il pericolo è l’utero in affitto.
Del fantomatico gender nessun avanposto ultracattolico ne parla più, evaporato come neve al sole. Ora che serenità negli asili, dove i bambini di quattro anni non sono più costretti a imbarazzanti lezioni di masturbazione. Che pace nelle scuole elementari, con scolaretti liberi di non indossare le mutandine di pizzo delle compagne.
I genitori possono rilassarsi e smettere di condividere catene di sant’antonio su WhatsApp. Il gender non esiste più, sostituito da una minaccia più grave e incombente: l’utero in affitto. Bambini rubati da bruti incaricati di piombare nelle case di inermi fanciulle intente a partorire il loro pargolo. Neonati strappati dalle braccia amorevoli di madri disperate. Uomini egoisti e capricciosi che pretendono figli altrui e di cui ne vogliono anche il riconoscimento sociale.

utero3Vuoi mettere che figata scatenare il buzz marketing su un argomento molto più figo dell’impalpabile gender? La tratta di bambini, con tanto di foto spaccacuore di pargoli frignanti è un sempreverde che cattura l’attenzione di nonne, destroidi, ignorantacci funzionali, alti prelati e politici pronti a indignarsi per qualcosa che non esiste.

La lotta al DDL Cirinnà ora è tutta incentrata sull’articolo 5, quello che riguarda la stepchild adoption, o adozione del figlio del partner. Questa fattispecie è stata introdotta in Italia nel 1983 (sono passati trent’anni, Adinolfi è arrivato un filo in ritardo) e riguarda quelle coppie sposate nelle quali è presente il figlio di uno solo dei componenti. In assenza del genitore naturale, il minore può essere adottato dal coniuge e diventare quindi suo figlio con tutti i doveri che il nuovo genitore per legge si assume. Nel tempo, l’adozione del figlio del partner è stata estesa anche alle coppie eterosessuali non sposate, sempre dopo un intervento del giudice.

La legge sulle unioni civili non fa altro che estendere questa normativa anche alle coppie omosessuali con figli, dunque non crea alcun istituto nuovo, semplicemente applica a queste famiglie una possibilità che è già concreta per tutte le altre. La legge non riguarda la modalità con la quale questi bambini sono venuti al mondo, perché disciplina situazioni già esistenti e il suo intento è tutelare proprio i soggetti più deboli, quei bambini cui riconosce legalmente le due figure genitoriali che già hanno.

utero2E l’utero in affitto cosa c’entra? Nulla, perché la legge che sarà discussa prossimamente non riguarda questa pratica già vietata in Italia dalla legge 40. La nuova moda di deputati cattodissidenti e fedelissimi del Papa dell’ultima ora è quella di affermare che la Cirinnà legittimerebbe la GPA.

Siccome una legge non è un’opinione e neppure una partita a poker dove si può bluffare, è chiaro che non esiste la legittimazione indiretta di qualcosa per la quale una normativa ad hoc preveda un divieto esplicito. Lo capirebbe un bambino, perché fingono di non saperlo quei politici che in teoria di diritto dovrebbero masticare abbastanza?

La questione dunque non è se la Cirinnà potrebbe consentire la nascita nel nostro Paese di bambini tramite una pratica eticamente discutibile, perché la risposta è già chiara. La domanda giusta è: vogliamo tutelare i bambini figli di coppie omosessuali o no?

La malafede si può tagliare con un coltello, ma a forza di andare a messa e ascoltare conferenze utero1dell’Avvocato Amato e del pokerista Mario Adinolfi, molti cattolici si sono bevuti il cervello abboccando ad una mistificazione con i fiocchi. Per difendere bambini non attaccati da nessuno, lasciano indifesi i bambini stessi.

Ma perché stupirsi di questa contraddizione? L’intento degli avamposti cattofanatici è lampante: mandare in vacca il disegno di legge agitando feticci dal sicuro appeal mediatico. E ciò che fa specie e dà la misura del valore sociale e culturale dell’Italia è che ci stanno pienamente riuscendo.

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2 commenti

  1. Condivido e sottolineo il bellissimo e completo commento di Andrea.
    Trovo veramente tremendamente miope e ingiusto che trattiate il credo religioso come pratica da lobotomizzati (e lo fate, non negatelo).
    Ma davvero pensate che menti eccelse come quelle che sono passate all’interno della chiesa (S Agostino, Giussani, S.Tommaso, Benedetto XVI) siano tutti dei poveri ebeti?
    Poteste immaginare quanto amore potete trovare proprio da quelli che insultate sempre con così tanta leggerezza. Voi spostate sempre l’argomento su un’intolleranza verso di voi, su un mancato riconoscimento di vostri diritti. Cosa pensate che sia la chiesa, un gruppo di stupidi sadici? Non vi accorgete che i dissidi verso queste leggi non riguardano come voi siete fatti, ma i diritti di altri e la preservazione di valori che hanno fondato la società? Io sono pronto ad abbracciare ognuno di voi adesso, domani, dopodomani, ma non é possibile sovvertire un dato di fatto di natura e togliere perfino il diritto alle proprie origini ad un bambino per sentirsi “normali”. Semplicemente perché siamo diversi, lo siamo! E nessuno é migliore dell’altro, ognuno può fare cose diverse, possiamo dare al mondo contributi diversi! Non c é solo la strada “classicamente” eterosessuale, ma ad ognuno é dato il suo possibile apporto. Si può essere padri senza generare figli! Ha forse avuto figli Giovanni Paolo secondo, madre Teresa, s Francesco? E quanti laici! Ma che contributo hanno dato all’umanità? Sandra e Raimondo Vianello non potevano avere figli e hanno adottato un’ intera famiglia filippina, padre e madre compresi (chi può permettersi di spendere centinaia di migliaia di dollari per andare in Canada a fare l’ utero in affitto) può permettersi anche di adottare una famiglia senza privare i figli dei propri genitori e fare davvero un atto di amore. Voi potete essere un esempio d’amore e invece ne state travisando il concetto, chiedete al figlio di rinunciare ad una parte di sé per la vostra felicità, e potete convincervi quanto volete che quella parte non é importante, ma lasciatevelo dire da uno che non ha conosciuto suo padre ma che grazie a Dio sa chi é, quella parte é strutturante, fondamentale, decisiva. Voi state rinunciando alla vostra parte migliore perché in fondo non vi accettate, non avreste bisogno di qualcosa che non potete avere se vi accettaste, e lo dico perché ho ascoltato tante testimonianze di persone omosessuali con la posizione che vi ho descritta, imitare l’eterosessualità é una sferzata a ciò che siete. Un bambino é fatto per essere felice, non per renderci felici. E concludo dicendo che non esiste un vero credente che pensi che chi non crede sia un imbecille o un miope perché la maggior parte di quelli che credono veramente prima non credevano, e sanno che credere o no non é questione di intelligenza ma grazia e dono, non posso e mi é impossibile pensare che chi non crede stia “sbagliando” , semplicemente non ha fatto un incontro che io ho fatto, la vita é lunga e le possibilità ci sono per tutti. Al di là di tutto, non facciamoci dividere umanamente, al di là delle posizioni etiche diverse, é l’anno della misericordia, ne abbiamo tutti un gran bisogno. Buona vita.

    1. grazie Daniele, grazie Andrea,
      in una risposta (che non è stata pubblicata, probabilmente ho sbagliato qualche passaggio informatico) ad un altro pezzo di Gianluigi scrivevo che troppe volte usiamo una valanga di parole per annebbiare una realtà semplice e ineludibile: per generare un essere umano servono una donna e un uomo, una femmina e un maschio.
      Se la natura e la biologia hanno regole di funzionamento e limiti conseguenti, questi non possono essere ignorati. Quando lo facciamo, come nel caso delle forme più estreme di procreazione ‘artificiale’, gli esiti sono incerti e rischiosi.
      Ciò che accade con le eccessive emissioni di CO2, con la deforestazione, con i pesticidi, con le varie ‘terre dei fuochi’, con gli ogm e via dicendo, tanto più e tanto peggio può accadere toccando i meccanismi della generazione umana. Stiamo scherzano col fuoco, per delirio di onnipotenza, per pura ideologia, perché si vuole rivendicare la propria diversità, ma non si è capaci di viverla veramente e fino in fondo. Si è omosessuali, ma incapaci di accettarne serenamente le conseguenze oggettive.
      Qui parliamo di evidenze di base, parliamo del fatto che tutti veniamo da una madre e da un padre, che se i nostri genitori fossero stati omosessuali, in coppie omosessuali, noi non saremmo qua a dibattere, semplicemente non saremmo.
      Questa evidenza è una pietra tombale su tante inutili chiacchiere.
      Gli omosessuali, i bisessuali, gli eterosessuali, i (…)sessuali sono semplicemente persone, tutte con gli stessi diritti e doveri di cittadini e di esseri umani.
      Ma un orientamento o un altro non hanno lo stesso significato e la stessa rilevanza.
      Se mi unisco a una donna in età fertile e nei giorni giusti posso generare un figlio.
      Tutte le altre unioni sessuali sono inevitabilmente sterili. Punto.
      Il problema non è se due uomini cambiano i pannolini o meno. Il punto è che due uomini non potranno mai procreare e quindi tanto meno cambiare pannolini ai ‘propri’ figli. Due papà sono semplicemente impossibili, sono una menzogna. E pretendere di ‘generare’ e crescere figli in due papà o in due mamme significa educare i figli (fosse pure con cura ed ‘amore’) in un clima di falsità oggettiva e di falsità rispetto alle dimensioni fondanti della identità e della psiche umana.
      Cerchiamo di essere omosessuali normali, adulti, consapevoli che non si può essere tutto e il contrario di tutto, altrimenti deliriamo e ci daranno giustamente dei deliranti.
      Smettiamola di parlarci addosso e di proclamare cazzate, altrimenti rischiamo di autoconvincerci e arriviamo a crederci.

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