La Bisessualità non esiste?

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Quante volte le persone che rappresentano la B di LGBT si sono sentite dire che non esistono?

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Purtroppo per loro, ciò è dovuto al comportamento di molte persone che per vari motivi si dichiarano bisessuali ma effettivamente non lo sono, che hanno semplicemente paura di vivere la loro reale sessualità, cioè quella omosessuale. Questo è spesso dovuto a varie cause come l’omofobia interiorizzata, la paura del pregiudizio e del giudizio della società, la paura della non accettazione della famiglia ecc. Tutti questi motivi non permettono alla persona omosessuale di accettare il proprio orientamento affettivo-sessuale e, quindi, per loro risulta meglio definirsi bisessuali o non definirsi affatto. E tutto ciò va spesso a discapito di tutti: sia di coloro che utilizzano questo “stratagemma”, sia di coloro che sono effettivamente bisessuali, sia degli omosessuali soprattutto quelli dichiarati ed orgogliosi di esserlo.

Il perché è presto detto: la negazione di sé stessi non porta mai al benessere personale né a quello relazionale. Il non essere sé stessi è turbamento sia per la persona che deve nascondersi continuamente, spendendo grosse energie a pensare come fare per esempio per “incontrare di nascosto un amante”; ed è turbamento anche per coloro che vivono delle relazioni con lui o lei: la mancanza di sincerità toglie veridicità ai rapporti, sia che essi siano rapporti amorosi-relazionali-sessuali, sia familiari ed amicali.

Bisexual man love

All’interno della comunità LGBT si finisce, così, per discriminare la categoria “bisessuale” in quanto molti omosessuali maschi e femmine si trovano spesso a dover interagire con persone che si dichiarano bisessuali per “convenienza”, cioè meglio apparire bisessuali (che in qualche modo non esclude una possibilità di relazione di tipo eterosessuale) che apparire totalmente come omosessuali. Questa presentazione come bisessuale spesso viene assunta come tale da persone già sposate e fidanzate che cercano sesso rapido e veloce con qualcuno omosessuale che spesso riceve le avance anche con un certo turbamento. Il turbamento è anche dovuto al fatto che dirsi orgogliosamente omosessuali in questa società è tuttavia un atto di coraggio e di affermazione di sé da lodare. Si, perchè fare coming out è un gesto che viene fatto ancora con enorme fatica nella maggior parte dei casi. Coloro che, invece, si dichiarano bisessuali vengono perciò tacciati di mancanza di orgoglio e di forza nell’affermare la loro “vera” natura, cioè quella omosessuale.

Tutto questo discorso se da una parte risulta essere vero, per molti altri sicuramente non lo è: perché la bisessualità esiste.bisessualit__

La bisessualità indica una responsività affettiva e/o sessuale a entrambi i sessi.

Molte ricerche rivelano che i pattern bisessuali dell’attrazione e del comportamento sessuale sono molto più comuni di quanto si pensi e che nelle donne risultano più frequenti  di quelli lesbici (Laumann et al., 1994).

Già nel 1948 Alfred Kinsey, biologo e sessuologo statunitense, attraverso 18.000 interviste concettualizzò l’orientamento sessuale come un continuum che va dall’eterosessualità esclusiva all’omosessualità esclusiva. Questa inchiesta statistica è il famoso rapporto Kinsey di cui sono stati scritti due volumi intitolati l’uno Il comportamento sessuale dell’uomo (1948) e l’altro Il comportamento sessuale della donna (1953), una documentazione statistica molto estesa e dettagliata sull’attività sessuale umana. Una delle sue elaborazioni teoriche più celebri fu la HeterosexualHomosexual Rating Scale, anche detta “Scala Kinsey”, una scala a sette punti di valutazione dell’orientamento sessuale di un soggetto.

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Attraverso questa scala (che riporto sopra) si può vedere come, effettivamente, l’orientamento sessuale possa essere molto vario. Dalle ricerche dello studioso americano fu chiaro che la maggior parte delle persone NON si trovava ai poli della scala, cioè nell’eterosessualità esclusiva o nell’omosessualità esclusiva, ma piuttosto nel mezzo, così come non molti facevano parte della bisessualità esclusiva.

Ecco che, quindi, bisogna stare attenti a capire davvero l’altro e rispettarne l’orientamento affettivo-sessuale, qualsiasi esso sia.

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4 commenti

  1. Caro Osvaldo,
    Mi dispiace dire che non solo non condivido ciò che ha scritto, ma che questo articolo l’ha resa, per me, l’ennesimo attivista deludente.
    Sono sincera: Se lei fosse attivista nel centro dove lavoro io, e scrivesse un articolo sulla bisessualità in cui i 3/4 si concentrano sul rinforzare uno stereotipo che fa soffrire centinaia di persone che si identificano come bisessuali, la inviteremmo gentilmente ad andarsene.
    Lavoro come volontaria da quando avevo tredici anni, e, mi creda, non essendo bisessuale lei non può capire la solitudine di essere allontanati da omosessuali ed eterosessuali allo stesso modo. Lei non può capire cosa significhi sentirsi dire che “si porta vergogna alla comunità comportandosi come un pervertito che si infilerebbe in qualsiasi buco” ” essere indecisi” “essere una lesbica spaventata” “una che va alla ricerca di attenzioni” “traditrice” “puttana” o che si finge bisessuale per “fare eccitare i ragazzi”. Lei non capisce cosa significa vedersi negare una parte della propria identità, giorno dopo giorno, fare conversazioni di ore intere e ripetere una, due, tre volte di essere bisessuale solo per sentirsi chiamare lesbica fino a quando ci si rassegna e basta.
    Quando si scrive un articolo su uno stereotipo è giusto dare uno spazio a ciò che causa lo stereotipo. Ciò che non è giusto è invece lasciare che lo stereotipo pianti le sue radici in ogni parola, che invada lo spazio fino a diventare la realtà di ciò che si sta dicendo.
    Non metto in dubbio che ci siano giovani che si dichiarano bisessuali perché forse gli appare meno spaventoso – Io non ne ho mai conosciuti, in tutti questi anni, e non capisco chi mai potrebbe volersi fingere bisessuale se questo è l’unico orientamento sessuale discriminato più dagli omosessuali che dagli eterosessuali…- ma ci sono anche centinaia e centinaia di persone che sono aperte all’amore, e al piacere fisico, verso entrambi i sessi. E queste persone, proprio come me, si vedono negate ogni giorno. Dai media, dalla comunità, dagli amici.
    Oggi, anche da lei.
    Non mi accontento del piccolo contentino alla fine dell’articolo, non è abbastanza. Lo sarebbe, forse, se non si aggiungesse a un’infinità di piccole discriminazioni che mi hanno fatto lasciare l’Italia.
    Non credo, ma voglio darle il beneficio del dubbio.

    Cordiali saluti
    Danny

    1. Mi dispiace danny che si sia sentita discriminata così tanto nella vita. Sento la sua forte delusione. la sua rabbia e la sua tristezza per questo. Mi dispiace perché io combatto da una vita contro ogni stereotipo. Lo scopo dell’articolo però non era quello di trattare le problematiche della bisessualità, quanto quello di ampliare lo sguardo sull’orientamento sessuale che non può, nella maggior parte dei casi, ridursi all’omosessualità e all’eterosessualità esclusive. Quindi io trovo che in realtà l’articolo che ho scritto parta proprio analizzando quegli stereotipi che lei dice e che fanno tanto male a chi bisessuale lo è davvero. Io però scrivo per tutti, anche per quelli che si sentono dire da altri che sono bisessuali solo per convenienza o perché ancora non riescono ad accettarsi. E scrivo per i bisessuali veri che vanno orgogliosi di esserlo e che appunto difendo estremamente quando asserisco di prendere in considerazione tutto ciò che vi è nel mezzo tra l’omosessualità e l’eterosessualità esclusive. L’Italia è un paese strano non solo per lei, non solo per gli omosessuali, siamo molto indietro su tanti temi etici. Spero che stia meglio dove si trova ora, ma soprattutto spero stia meglio con se stessa e rimanga orgogliosa di quello che è a prescindere da ciò che gli altri le dicono! Saluti 🙂

  2. Articolo lucidissimo. Manca solo una considerazione: il bisessuale ha un ulteriore problema: per vivere le sue relazioni eterosessuali deve quasi sempre vivere la parte omo in paranoica segretezza. Molto difficile trovare una donna che accetta questa situazione, non solo perchè le risulta difficile digerire che il suo uomo faccia sesso con uomini, ma perchè sa che anche quando il suo uomo starà bene gli mancherà probabilmente qualcosa, che almendo “mordi e fuggi” andrà a cercare da qualche parte.

    1. Ha ragione, lo scopo dell’articolo non era però quello di trattare tutte le problematiche di essere bisessuali, quanto più che altro quello di ampliare la visione della dicotomia dell’orientamento sessuale. Avrò modo di trattare ulteriori argomenti nei prossimi articoli. Tra l’altro ritengo che quello che lei dice sia vero anche per alcune relazioni omosessuali per un bisessuale. Grazie per il complimento! E grazie anche per il feedback, ne ho bisogno per capire quali sono le problematiche di tutti! Saluti

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