Che Pechino Express sarebbe senza la trashcronaca? Eccola

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Che Pechino Express sarebbe senza la trashcronaca? Eccola - Gay.it Blog

Buongiorno miei cari fan della trashcronaca. E bentornati al programma più bello, originale, inedito che la tv pubblica ha prodotto negli ultimi anni. Quel “Pechino Express”, il cui sottotitolo della terza edizione è indubbiamente “Un rutto per trovarli, un rutto per domarli, un rutto per ghermirli e nel buio incatenarli.”
Questa settimana ci sono state due puntate in una di cui andiamo a farvi il “bignami” per evitare di essere impreparati alle cene di tutte le frociarole italiane che hanno eletto il programma del buon Costantino il nuovo “must have” della stagione 2014/2015.
Innanzitutto comincerei raccontando la manzitudine, sempre fondamentale. Luca e Michael rappresentano una coppia inedita nella tv italiana. Gli eterosessuali detti anche “morti di figa”, ma di quelli moderni: che girano mano nella mano, si fanno la doccia insieme e magari fanno pure l’elicottero uno col pisello dell’altro. Quanto amo questi anni anni ’10. Pare che dopo la prima puntata i loro profili siano sepolti da richieste di Milf. Tutto ciò è per me ininfluente: basta che per regolamento debbano togliersi la maglietta una volta a puntata. E no, anche se sembra, Luca non è quello della canzone di Povia.

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I primi eliminati sono stati i “benestanti” (e a quanto pare “benestante” is the new “velata”): ahimè ben lontani dai fasti della nostra marchesa. Per raccontare metaforicamente il loro percorso hanno detto: è come fare un viaggio dove ti scappa perennemente la pipì. Insomma una grande esperienza. Bye bye guys, addio e ora tornate a insegnare agli angeli come si ricamano le iniziali sugli accappatoi di seta.
Pechino Express è un programma dannatamente culturale che fa conoscere usi e costumi dei paesi che racconta: la prima antica tradizione con cui siamo venuti a contatto è il rutto in faccia di benvenuto. Praticamente Eva Grimaldi, la mitica cougar che gira con una cipria Chanel che costa quanto un monolocale da quelle parti lì, dopo aver insistito troppo con una “local” chiedendo ospitalità, si è beccata una bella sequela di rutti come risposta, che lei ha comunque signorilmente sminuito: “sarà stato perché avevo troppe tette”. Questa tradizione birmana apre, secondo me, un mucchio di scenari: suonano alla porta i testimoni di Geova? Non rispondere loro: con un bel rutto metti subito in chiaro le cose. Il tuo fidanzato ti guarda la mattina appena sveglio e ti chiede: “come va amore”? Chiarisci subito la tua voglia di avere la colazione a letto con un bel rutto. L’unica alternativa concessa è il: “Caro, ma chi ti conosce?” della Marchesa di Aragona.

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Proprio lei è stato il biggest comeback in tv history (pari solo a quello di questa settimana di Valerio Scanu a “Tale e quale show”) colei che l’anno scorso dopo 20 minuti di programma aveva scroccato 47 passaggi, 12 pernottamenti mascherati da malattie lancinanti e incurabili e lanciato 272921284 anatemi di ogni tipo in tutti i luoghi, in tutti i laghi. Ospite della seconda puntata nel ruolo della “Marchesa nera” è stata coinvolta in un gioco poco piacevole in cui i concorrenti dovevano indovinare la sua vera età: mia cara marchesa ci provano sempre anche con me, so che lei è abbastanza scaltra da riuscire a non cadere in questi tranelli, altrimenti venga e le spiego qualche trucchetto. Il suo ritorno non ha certamente deluso: si è fatta pulire i piedi dalle immigrate, ha fatto bizze ovunque, e rilanciato il suo “triplo orrore” in presenza delle cattive. Bertornata, anche se ora attendiamo pure il ritorno di Corinne Clery. O di rincontrare quelli dei Cesaroni che saranno ancora lì ad aspettare un passaggio dall’anno scorso.
La seconda usanza locale che abbiamo imparato del Myanmar è che è uno dei più grandi “produttori” al mondo di parrucche. So che molte mie amiche drag hanno già richiesto la residenza, in verità abbiamo finalmente capito dove va sempre in vacanza il buon Sandro Mayer, quel furbacchione.

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Entrambe le puntate sono state vinte dalla coppia dei coreografi. Pensare che fino a ieri avrei voluto essere un residente birmano solo per vagare tra le strade, sperare di incontrare la Celentano che chiede un passaggio e negarglielo chiudendole il finestrino in faccia (con ovvio rutto a seguire). In più il fatto che proprio lei abbia vinto tutto senza capire un acca delle regole è una perfetta metafora della vita, per la quale io non smetterò mai di ringraziare Pechino Express.
E mi aspetto il momento nel quale la Celentano comincerà a bullizzare la nostra amata, la nostra preferita: la buona Angelina. Colei la cui agilità ricorda le nostre migliori domeniche mattine in post sbronza, colei che vuole diventare campionessa di carpiato in pick up, colei che sembra Costantino con la parrucca rossa, colei che ha denominato la marchesa “she’s a famous farabutta” e chiama le immigrate “le clandestine”, colei che sembra Ariel della Sirenetta, colei che a mia memoria è la prima concorrente trans di un programma del genere.

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Vi lascio con le parole che ha rilasciato ad un blog: “Per quanto mi riguarda penso che nel 2014 dovrebbe essere tabù valutare le persone in base ad identità di genere ed orientamento sessuale, sono dettagli, anche se mi rendo conto di quanto interesse destino ancora nel pubblico. Nel programma non si accenna mai alla mia dimensione sessuale e di questo sono grata alla rete ed ai dirigenti. E’ una scelta progressista e moderna, un messaggio forte e chiaro.”
Ora vi lascio, miei adorati, ci risentiremo dopo la puntata di lunedì prossimo. E se vi è piaciuta questa trashcronaca, andate dal vostro vicino e fategli un rutto. Dite che è da parte mia. Fate questo in memoria di me.

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