Festival di Sanremo 2016: trashcronaca della prima serata

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Buongiorno amici!

Eccomi qui per il sesto anno a raccontarvi gioie e dolori del Festival della canzonetta italiana, per la precisione il numero 2 dell’era Conti che, ieri sera ha scelto, come al solito, il filtro “carbonizzato” di Instagram per apparire sul palco. La kermesse si apre con una bella carrellata delle 65 canzoni che hanno già vinto Sanremo: si va dal dopoguerra di Nilla Pizzi al pre-guerra del 2015 con il Volo passando per la mia vecchiaia che grida “certo non le fanno più le canzoni di una volta come Fiumi di Parole”. E poi si parte alla ricerca dell’erede dei 3 tenorini.

LORENZO FRAGOLA: il primo in gara, uno dei favoriti, con “Infinite Volte”. Tesoro, facciamo che una volta basta e avanza pure. Magari cambiati il vestito da impiegato della Tecnocasa e ricordati che le tue orecchie gareggiano a parte. Voto: 6

NOEMI_sanremo_2016NOEMI: Plus – è la prima a salire sul palco con il nastro arcobaleno, seguendo l’appello di Andrea Pinna per rivendicare i diritti della comunità LGBT.  Minus – sembra una Fiorella Mannoia 2.0 del periodo meno ispirato e quindi “La Borsa Di Una Donna” che sulla carta era una Chanel limited edition si riduce ad essere una Carpisa. Voto: 5

DEAR JACK: devo ammettere di avere una passione particolare per Leiner, il nuovo frontman. Quando era ad X Factor, ho dilapidato mezzo stipendio per votarlo. Il brano però sa di super vecchio e qualche stecca qua e là è capace di evocare il mitico live delle Lollipop. Confido in un miglioramento nelle prossime sere perché, ricordatevi: “Once you go black you never come back” Voto: 6

Nel frattempo esce tutto il cucuzzaro di vallette & vallettine di quest’anno: la meravigliosa Madalina Ghenea, in un abito by Sally Spectra Fashions, che ricorda una Daniela Bongiorno rinfrescata.

La superba Virginia Raffaele, in stato di grazia in versione Ferilli, applauditissima dal pubblico che probabilmente non ha capito che non è la vera Ferilli.

GABRIEL_GARKO_SANREMO_2016E poi entra lui: il bel Gabriel Garko. Quello che “I gay possono fare quello che vogliono basta che non infastidiscano”. In sala è un tripudio: ragazze che ululano, le milf che tirano fuori il binocolino nuovo di pacca, gli sguardi libidinosi stile sfilata di Ciao Darwin. É un “vorrei essere a Beato Tra Le Donne” e invece è un “mi ritrovo a Italia’s Next Drag Queen”. Però bisogna dire che è bravo: legge palesemente il gobbo con la stessa disinvoltura con cui io guardavo i bigliettini durante i compiti in classe.

Si torna alla gara con i superfavoriti, almeno fino ad oggi, di questa edizione: la coppia CACCAMO / IURATO. Talmente conosciuti che alla loro apparizione mi arriva un messaggio da mia cugina che mi chiede: “Orbene, e questi chi cazzo sono?” Praticamente lei, quella vestita da sorellastra di Cenerentola, ha vinto Amici 2 anni fa riuscendo, nonostante tutto, ad avere meno successo di quella che è diventata la corista della Pausini. Lui ha vinto Sanremo Giovani lo scorso anno, ha fatto un disco bellissimo prodotto dalla Caselli e dopo ha pensato bene di andare in Vaticano e chiedere un “endorsement” al Papa per la sua carriera. Che si appresta così a finire. “Via Di Qui” infatti non è solo il titolo della loro canzone ma un invito. Per loro l’hashtag da questa sera è #Jalisse2016. Voto: 6

laura_pausini_SANREMO_2016 Ora bambini andate a letto: arriva l’ambasciatrice del Gender. Colei che da giorni sta richiedendo a gran voce una legge sui diritti civili, colei che ha detto che non si sposerà fino a quando questa legge non sarà approvata: la Laurona nazionale. In perfetto abito mimetico: le bande laterali nere come il palco del Festival evidenziano, infatti, solo il rosa centrale, regalandole il fisico di farfallina Belen. Da lei non voglio pipponi, non voglio discorsi, non voglio che mi ripeta che ce l’ha come tutti, voglio solo che mi canti “La Solitudine”, il primo inno alla masturbazione mondiale, e gridi “daje frosciiiii”. Non fa esattamente così, ma chi osa con un “Se siamo uguali, siamo tutti simili allora dobbiamo unirci, non dividerci” Brava.

Prosegue la gara con gli STADIO: onesti, con canzone dedicata alle figlie, la risposta moderna ai Dear Jack. Peccato che non sia riuscito a seguirli molto perché, nel frattempo, mi chiedevo se per ascoltarli servisse la tessera del tifoso. Voto: 6

arisa_sanremo_2016ARISA: il pezzo migliore della serata. Una certezza sempre e comunque. Anche nell’abito. Un Benetton limited edition con un filo di lurex. Podio certo per lei. Voto: 8

ENRICO RUGGERI: apprezzabile che sia stato l’unico solista uomo a spendersi con il nastro rainbow. Il pezzo è abbastanza carico, sempre lì a ricordarci come lui sia uno dei pochi casi in Italia ad avere avuto più successo con la musica “alternativa” o “progressive” o “sperimentale” che con la commercialona. Voto: 6

BLUVERTIGO: diciamo che Morgan & co. sono chiaramente al Festival perché qualcuno deve pur arrivare ultimo. E viste le evidenti difficoltà vocali (mi sono spesso chiesto in che lingua stesse cantando) do’ il premio per la migliore canzone straniera sulla fiducia. Sempre in ricordo dei bei tempi di quando Asia Argento limonava duro con i doberman. Voto: 5

elton_johnE poi arriva lui l’immenso Elton John: in un medley dei suoi successi che ti fa commuovere in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Che butta lì, in un’analisi della sua carriera, “Mai avrei pensato di poter diventare padre”. E in quel momento mi viene da applaudire forte con la faccia della Meloni tra le mani.

ROCCO HUNT arriva subito dopo: sappiamo chi è il suo pubblico, sappiamo il suo target di riferimento, il pezzo è anche carino ma io spero solo che Valeria Marini salga sul palco del Festival e faccia “La Isla Bonita” come solo lei sa fare. Voto: 6 ½

irene_fornaciari_sanremo_2016IRENE FORNACIARI: lei è la paladina della canzone sociale del Festival quest’anno. BLU è dedicata al tema dei migranti. Peccato che Irene sia una figlia d’arte che ce l’ha fatta meno di Francesco Facchinetti. Ed è tutto dire. Peccato anche per la canzone, veramente dimenticabile. Voto: 5

E il buon Facchinetti diventa anche uno dei casi della serata: con il tweet, poi subito cancellato, su una sua indisposizione verso chi “ostenta” troppa attenzione verso la causa gay. Ovviamente oggi dice che c’è stato un hacker che ha scritto dal suo profilo, della serie la pezza è peggio del buco. Forse, insieme alla Meloni, vorrei mettere anche lui tra le mie mani mentre applaudo: sia mai che si svegli un po’ il signorino.

La serata va a chiudersi: Maitre Gimes, il Rocco Hunt d’oltralpe, è l’ultimo ospite. Poi arrivano le prime sentenze: a rischio eliminazione Noemi, Dear Jack, BluVertigo e Irene Fornaciari.

A domani con le pagelle delle altre 10 canzoni dei big del Festival (tra cui gli ormai vincitori certi: Elio E Le Storie Tese) in gara e l’arrivo (finalmente) dei giovani.

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