Festival di Sanremo 2016: trashcronaca della terza serata

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É un Sanremo dei record: super ascolti, superospiti, supercritiche… insomma, siamo destinati a tenerci Carlo Conti per le prossime ere geologiche.

caccamo_iurato_sanremo_2016E ieri più che mai è stato #SanremoArcobaleno: siamo arrivati a 16 cantanti su 20 che hanno indossato qualcosa di rainbow con addirittura Caccamo che, dopo la reprimenda della prima serata, si lancia in un accoratoW l’amore universale” che “Gigi ti amo” al confronto levati. A questo punto gli unici “fuori dal coro” sono rimasti: Dear Jack, Lorenzo Fragola, Stadio e Zero Assoluto. Praticamente la vecchiaia del Festival: anagrafica o artistica che dir si voglia.

Ma andiamo con le nostre annotazioni su questa terza serata, dedicata inizialmente al prosieguo della gara dei Giovani.

FRANCESCO_GABBANI_RAINBOWPrima sfida: MIELE (che si scrive Miele ma si legge Mile come le cucine) vs. GABBANI. La prima è una canzone talmente sanremese che manco Francesca Alotta nel ‘95 avrebbe saputo fare di meglio. Gabbani , invece, ha un po’ la base di A Kind of Magic e Amen è sicuramente una canzone destinata a diventare virale tra i commentatori della pagina Facebook di Radio Maria. Vince il secondo dopo un delirio di corsi e ricorsi sull’aggeggio delle votazioni che non funzionava in sala stampa.

mahmood_sanremo_2016Seconda gara: MICHAEL LEONARDI vs. MAHMOOD. Il primo, dicono sia il nuovo protetto della signora Caselli e canta un misto tra “Cervo A Primavera” e “Skyfall” Sembrano il Volo messi uno sopra l’altro. Finita la canzone, il buon Michael sbatte le orecchie e vola via. Mahmood, invece, un’altra classe. Uno di quei gioiellini preziosi che ci ha regalato X Factor che fu. Intonato, vestito finalmente in maniera contemporanea e con una canzone non banale: noi tifiamo per lui e nella sfida a due vince a mani basse.

francesca_michielin_rainbowA questo punto viene da chiedersi: e se nei Big vincesse Francesca Michielin e nei Giovani Mahmood? Bisognerebbe dare a Simona Ventura la direzione artistica del Festival? Io dico di sì. #credercisemprearrendersimai.

Ma andiamo anche a raccontarvi della notte delle cover: quella in cui i cantanti in gara hanno reinterpretato le canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana.

Carlo Conti ha esordito dicendo: «l’impossibile accadrà su questo palco». Probabilmente Gabriel Garko imparerà a leggere. Si, perché diciamocelo, il punto debole di questa edizione sono le “spalle” (Virginia Raffaele a parte, questa sera in una Donatella Versace in grande spolvero). Belen al confronto di Madalina era Lettermann e fa rivalutare persino la Canalis. Sembra quasi sia l’addetta alle scale. Le pulisce, facendo avanti ed indietro con lo strascico, per non fare accumulare la polvere.

La gara è stata vinta dagli Stadio con una paraculata: la cover de “La Sera Dei Miracoli” di Lucio Dalla, loro collega e amico fraterno, compagno di tante scorribande. Ma c’erano tante cose che meritavano di più.

ARISA_RAINBOWDalla sublime Patty Pravo (ma che ve lo dico a fa) che reinventa sè stessa autocoverizzandosi con coraggio e intensità (anche se non c’era per forza bisogno del rapper) con “Tutt’al più”, ad Arisa: pazzesca con tanta voglia di strass in un abito che ricorda le righe verticali del monoscopio della tv di una volta. “Cuore” di Rita Pavone è una delle canzoni più belle mai scritte. Francesca Michielin, poi, è in stato di grazia in questo festival. La sua cover de “Il Mio Canto Libero” sembrava un featuring con Florence & the Machine.

clementino_sanremo_2016Faccio coming out anche in merito a Clementino: la sua esibizione su “Don Raffaè” dell’immenso De Andrè sulla carta era una cagata pazzesca e invece ha infuocato la platea e i nostri animi.

Diciamo che la napoletanità ha preso un po’ il sopravvento a partire da Penelope Cruz che sussurra “Tu si’na cosa grande” nella pubblicità Carpisa: tra “’O Sarracino”, “Tu vo’ fa l’americano” “A canzuncella” hanno cantato più canzoni napoletane qua che al capodanno con Gigi D’Alessio.

Ovviamente non tutti sono stati all’altezza. Tipo gli Zero Assoluto hanno fatto la cover di una cover di Goldrake. Si meriterebbero che Venusia gli sparasse addosso dalle zinne. Poi Caccamo & Iurato non hanno esattamente quel feeling che dovrebbero. Cioè al loro confronto la coppia Costanzo / De Filippi è un menage di assatanati. E poi ragazzi, ascoltate me: se aveste coverizzato “Fiumi Di Parole” avreste sbancato l’internet. L’esibizione di Morgan si commenta da sola, la versione di Annalisa di “America” era talmente moscia che avrebbe dovuto chiamarsi Canada, Dolcenera sembra abbia uno stock di abiti dismessi da Pamelona Anderson, “A Mano A Mano” cantata da Bernabei con gli adorabili Benji e Fede diventa un karaoke ubriaco a notte fonda. Ah e poi Fragola, una cosa: sulle scale, seduta, ci sta solo Maria.

pooh_sanremo_2016Meno male che poi arrivano loro: i mitici POOH pronti a celebrare i loro 50 anni di carriera. Hanno pure richiamato il buon Fogli (che è un po’ il Robbie Williams de noatri) per i festeggiamenti. Intanto devo ringraziarli per averci regalato la migliore delle imprecazioni al mondo: «Dio Delle Cittààààà» e poi è sempre un piacere sentirvi, anche se ormai Facchinetti canta con la stessa pronuncia di Garko quando parla.

Peccato per il finale: nonostante la puntata sia durata quanto un matrimonio in Calabria e ci sia stato chiunque su quel palco, Hozier è stato liquidato in due minuti contati. Ma anche questo è Sanremo.

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