The Voice: trashcronaca della decima puntata

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Buonasera e benvenuti alla decima puntata di The Voice che questa sera si sviluppa sempre partendo da alcuni concetti chiave: la cofana Edward mani di forbice della Carolina che legge i tweet come farebbe Luca Giurato, i pantaloni ascellari della Carrà, l’ascella di Pelù (ascella dopo tre righe è già diventata la parola chiave), Noemi as the new Wilma Flintstones.
L’apertura è affidata ai Bastille, praticamente i Coldplay sottocosto. Una mossa geniale metterli all’inizio così i 3 under70 che stanno guardando lo show ora possono andarsene serenamente a farsi un birrozzo qua e là.
E comincia la gara, con la squadra di Noemi: quattro personaggi testimoni di una verità: l’eterosessualità è sull’orlo dell’estinzione. Si comincia con Silvia, una via di mezzo tra Nadia Rinaldi mora e Ursula della Sirenetta, che canta “Tutti i brividi del mondo” un capolavoro della nostra cara amica Oxa. Tra l’altro (facciamo un po’ di pubblicità Progresso) al verso: “Sento, qualche cosa che mi brucia dentro”, gli autori della canzone volevano ricordare che la clamidia si trasmette anche per via orale.

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Così si fa prevenzione, bravi. Giuseppe deturpa “La cura”, tra l’altro con un arrangiamento che sembra uscito da una pubblicità Coconuda e una coreografia dove i ballerini sono dei birilli e uno si chiede perché quando ce n’è bisogno non ha mai una palla da bowling sottomano. Diana, non la posso giudicare: l’unica versione di “Eppur mi son scordato di te” passata alla storia è quella di Ambra e poi tutte le volte che sento la frase “Non piangere salame dai capelli verderame” mi spavento. Passano comunque il turno tutte e tre, nonostante la verve da candidato segretario del PD: a farne le spese è il buon Flavio in versione Sean Paul con tanto di treccine: sarà stato discriminato vista la vaga parvenza di eterosessualità. (stendo un velo pietoso sul medley di EME UANAUS , come l’ha pronunciata il sempre buon Troiano con una pronuncia in inglese simile a quella che Leone di Lernia ha in italiano).
E’ arrivato il momento di Richard e io mi immagino un seratone con lui e il già citato Troiano accompagnato dalle sue occhiaie da YouPorn e la credibilità dei Sali di Wanna Marchi. Come direbbe David Guetta: Play Hard! Tra l’altro amo molto quando Cocciante parla perché mi sembra sempre lo faccia al contrario emettendo messaggi satanici come i dischi di Metal.

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Per il resto che dire a parte che ci sono solo giubbottini di Zara everywhere? Elhaida è veramente brava, un mix tra Lola Ponce e la Lopez: bisogna capire da quale parte di questi due baratri cadrà. Lorenzo, salvato da Riccardo tra i fischi, rifà Bono come se fosse Notredame e il mio amato Mattia, bravissimo e pettinato come un mash up Rihanna nel decennio scorso e la Pampanini. La senza infamia e senza lode Giulia è l’eliminata.
Arriva il secondo ospitone: il sempre amato Mengoni con tanto di completo H&M, barba bear, venona ansiolitica sulla fronte o gli occhi che, come solito, vagano senza meta in ogni luogo in ogni lago. Non capisco perché non ci sia un minimo di intrattenimento con il guest: cioè canta e poi viene cacciato. Nemmeno due domandine di rito, come stai, quando sei andato in bagno l’ultima volta, quanto ce l’hai lungo… ecco cosa manca in tv: l’educazione.
Finalmente arriva l’unico momento dove nessuno stona: la pubblicità. Un appello, please: o mi truccate Ambra nello spot o ci fate sapere quando viene trasmesso perché non è possibile morire di spavento ogni volta eddai!

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Arriva il momento Carrà: una squadra, tre disagi e un capolavoro. Manuel Foresta che se la crede da Dio e ammicca come se fosse una letterina: canta male e parla come la nonna di Mario biondi…per me è un no. Non che agli altri vada meglio. Però in tutta questa plastica, salta fuori il capolavoro della serata: Veronica che canta “Cuore”, uno dei masterpiece della canzone italiana, in maniera eccelsa e alla domanda della Carrà “ti stai innamorando?” risponde “sì, di me stessa, era ora.” Rendiamoci conto che i testi più originali li dicono di loro sponte i concorrenti.
Questo quartetto chiude con una versione di “We are family” con tutti che ballano sul palco come se fosse il capodanno di Buona Domenica. Geniale la Raffa che non ricordandosi più il testo canta solo “UI AR FEMILIIII” seguito da: “Ararafffarafa” Genio. Tra l’altro abbiamo una conferma: Troiano balla come presenta.
Arriva l’ultimo ospitone accompagnato dal buon Pelù: l’ormai settantenne Bennato, che non è ancora andato a svernare in un saloon del Texas, ma in compenso ha gli stessi occhiali da sole o da post uveite, mai tolti peraltro, di quando cantava “notti magiche”nel 1990. Praticamente con questo duetto The Voice sembra Uomini e Donne per gli anziani. Attendo solo per la prossima settimana Wilma De Angelis accompagnata da Demo Morselli.

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E proprio la squadra di Pierone ci porta al tragico finale, che avviene più o meno dopo 24692048 ore di diretta. Guasti, il peggiore della serata, che dimentica anche le parole di una canzone epocale come “musica ribelle” del grande Finardi ma nonostante tutto viene salvato da Pelù a scapito dell’ottuagenario Danny Losito. Cristina che non ha ancora capito che non si dovrebbe coverizzare nessun brano della Bertè. Mai. Perché si fa sempre una figura della ceppa. (passando oltre le maniche di calze a rete) Meno male che c’è lui: il buon Timothy colui che quando canta ci ipnotizza sulla consistenza del suo braccio: il pezzo di manzo per eccellenza che aspettiamo ci trasformi in Simmenthal. E’ lui che ci farà addormentare sereni, lui la punta di diamante di questa serata.
Ci rivediamo tra 7 giorni: ora per riprendermi devo andare a vedere il porno della Tommasi.. o a risentire l’intera discografia dei Gazosa.

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