SIAMO INDIETRO DI UN PASSO

Il boicottaggio di 'Reinas' proposto da "genitori di figli gay". Trovata pubblicitaria? E questo gruppo esiste realmente? Di sicuro ha soldi e agganci. Che è meglio non sottovalutare.

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6 min. di lettura

Nei giorni scorsi la Rete è stata percorsa dai messaggi di un sedicente gruppo “Famiglia italiana”, che sostiene d’essere una “associazione di genitori di figli omosessuali, che hanno deciso di uscire allo scoperto per denunciare la situazione di presunta normalità con cui i media descrivono la condizione di omosessuale. La nostra esperienza di genitori dice il contrario. La scelta di un figlio di essere omosessuale è sempre travagliata e frutto di un malessere esistenziale di cui i media tendono a dimenticarsi a favore di esempi tutt’altro che educativi provenienti dai mondi della moda e dello spettacolo“.

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Fatto stranissimo, l’associazione lanciava un’assurda campagna di boicottaggio intitolata “Abbasso Zapatero” nei confronti del film Reinas, che ha per tema il matrimonio gay in Spagna e che ha una particolarità: nessuno lo ha visto. L’uscita in Italia è infatti prevista solo per il 23 dicembre…
L’iniziativa è apparsa subito talmente demenziale che ci siamo tutti chiesti se non fosse una trovata pubblicitaria per lanciare il film. Una campagna contro un film è infatti la garanzia migliore di file davanti al botteghino. E la sedicente “Famiglia italiana” parla col linguaggio dozzinale e gli argomenti stupidini del fanatico da sagrestia, al punto da apparire una caricatura del bigotto di paese (e a dire il vero tutto nel sito sembra più l’opera d’un unico – lo stile di tutti gli scritti è identico – gay che non si accetta, che d’un vero gruppo di presunti genitori).
Del resto la Chiesa cattolica, che ha inventato la propaganda (e addirittura la parola stessa che la definisce), e quindi sa come la si gestisce, non commetterebbe mai l’errore di favorire un film lanciando un boicottaggio pubblico (al massimo dietro le quinte, e senza dichiararlo).

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Eppure “Famiglia italiana” non è un gruppo spontaneo: i soldi li ha, come dimostra il sito: il firmatario delle mail, a una ricerca su Google, risulta un grafico web, e ad una lettera che chiedeva chi fosse il firmatario è stato risposto “è solo la persona che abbiamo pagato per creare il sito”.
Dunque, riassumendo, qualcuno paga un grafico web per creare un sito per parlare male di un film, per disseminare la Rete di messaggi antigay e per rispondere alla posta che l’iniziativa ha generato. Se si pensa che dopo dieci anni l’Agedo ha un sito solo perché un volontario ritaglia gratis momenti del suo lavoro di webmaster per curarlo, la differenza tra una vera iniziativa di volontariato e questa non può non saltare all’occhio…
Tuttavia è bastato poco per rendersi conto del fatto che il messaggio potrebbe essere autentico (ammesso che non sia solo il blog d’un gay di destra che non si accetta, sia chiaro: e a mio parere dallo stile potrebbe benissimo esserlo).

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Innanzi tutto, il film è distribuito dalla Lucky Red, che in passato non risulta abbia mai usato trucchi di questo tipo per pubblicizzare uno dei numerosi film omosessuali, sempre di qualità, che ha distribuito in Italia.
Inoltre, la campagna “Abbasso Zapatero” è risultata parassitaria rispetto al film: in altre parole, sui giornali è stata l’uscita del film a far parlare della campagna, non l’opposto.
Infine, l’apparizione degli appelli su un sito di cristiani fondamentalisti (battisti) induce a pensare che in effetti non c’entri né la Chiesa cattolica, né la Lucky Red, bensì uno dei sempre più numerosi gruppi della destra teo-cons, che sia in area cattolica (la celeberrima dott. Atzori, il gruppo “Obiettivo Chaire”, il Narth) sia in area protestante (il gruppo “Living waters“, che sta cercando di diffondersi in Italia a partire dalla Svizzera) hanno scelto l’omosessualità come terreno di scontro per dare visibilità alla loro azione “missionaria”.
Sia quel che sia (blog d’un singolo gay che si odia, oppure gruppetto di teo-cons) l’iniziativa del sito s’inserisce in un solco preesistente. Il fenomeno dei gruppi religiosi che concentrano le loro forze nella lotta al mondo gay è infatti in crescita, e stupisce il modo in cui il mondo gay italiano tarda a reagire. Quando ha iniziato a diffondersi l’appello di “Famiglia italiana”, diverse persone con cui ne discutevo mi han detto: “Lascia perdere, se parli di loro o rispondi fai il loro gioco e fai loro pubblicità”.
Peccato che con la comunicazione di massa “Famiglia oggi” ci abbia azzeccato meglio di noi: il loro messaggio sta infatti già passando sugli articoli che discutono dell’uscita imminente di Reinas (incluso un paginone su “Repubblica”) nonostante l’assenza di risposte del troppo “prudente” movimento gay (ma non dell’Agedo). Non rispondere non è servito a non far passare il loro messaggio, ma solo a non fare passare il nostro.Un autogol…
Che questo non sia un semplice incidente lo rivela un aneddoto che m’ha coinvolto. Quando, qualche mese fa, ho pubblicato sul mensile che dirigo un’inchiesta sulla dott. Atzori e sul gruppo antigay che capeggia, scritta del collaboratore di Gay.it Stefano Bolognini, un gruppo gay che non onorerò nominandolo ha inviato a tutti gli Arcigay d’Italia una mail con la richiesta di ignorare l’inchiesta, giudicata un grave errore commesso da chi non aveva ancora capito che così “si fa solo pubblicità” a chi va semplicemente ignorato.
“La Repubblica” ripubblicò però i dati dell’inchiesta di Bolognini, e mal gliene incorse: nei mesi successivi ha dovuto pubblicare, a seguito d’una martellante azione di proteste, non una ma addirittura due smentite della dott. Atzori, e ovviamente senza permettere controrepliche (arrivate numerose), a parte una dell’on. Grillini per onor di bandiera.
Questo fatto mostra che:
1) Questi gruppi non hanno nessun interesse a che si faccia luce sulle loro attività: non concedono interviste, non accettano dibattiti, non rispondono alle lettere se non invitando a leggere i loro volantini, o libri, di propaganda. Così ha fatto per mesi la dott. Atzori (al punto che Bolognini ha dovuto fingersi un giovane cattolico gay per smascherare cosa stesse trescando, agendo letteralmente come un “infiltrato”!). E così ha fatto “Famiglia italiana” (ammesso e non concesso che sia davvero un gruppo, cosa di cui, insisto, io dubito): a chi ha scritto per protestare ha soltanto mandato una risposta standard in cui invitava a leggere i volantini di propaganda pubblicati sul sito. Dunque, è il fatto di ignorare questi gruppi, senza indagare su cosa stia dietro la facciata, che fa il loro gioco.
2) Questi gruppi hanno un potere immenso, e lo usano, ma dietro le quinte. Abbiamo visto cosa sia successo con la “laica” Repubblica, figuriamoci quindi con i giornali ben più disposti verso i cattolici.
Dietro questi gruppi stanno realtà quale i “Legionari di Cristo” (“Sono come l’Opus Dei, solo che sono molto più di destra, e molto più ricchi“, così li ha icasticamente descritti un mio amico addentro nei meandri della destra cattolica), hanno soldi, sanno come si fa propaganda, hanno agganci nel mondo del potere e della stampa, possono usare l’immensa rete logistica delle chiese, e non soltanto quella cattolica (Testimoni di Geova, Mormoni, Battisti non sono meno omofobi di Ratzinger).
Riassumendo. Non siamo di fronte (solo) a qualche personaggio isolato che “sclera” per omofobia. Siamo alle prime mosse d’un nuovo modo di combattere le rivendicazioni del mondo lgbt.
Di fronte al modo elefantiaco di agire delle gerarchie cattoliche, troppo attaccate al denaro e troppo poco attente all’evoluzione della società, sono scesi in campo coloro che si sono resi conto del fatto che la “strategia” dei Ratzinger e dei Ruini porta ad avere casseforti piene ma seminari e chiese vuote.
Questi gruppi hanno studiato i loro avversari (inclusi noi), e stanno cercando, per tentativi, di imitare le loro strategie e i loro linguaggi. I gruppi di “cura” dell’omosessualità copiano il linguaggio dei medici e degli psicologi (coi soli limiti imposti dal rischio d’una denuncia per esercizio abusivo della professione medica), i gruppi di finti genitori di gay imitano i gruppi di veri genitori di gay, i… Fra non molto avremo gli ex-gay “guariti” che testimonieranno in tv e scriveranno libri sul fatto che “guarire si può, se si vuole“. E pochi giorni fa un mio conoscente, esercente d’un negozio gay, mi segnalava stupito l’assiduità dimostrata da due Testimoni di Geova, sempre loro, nel suo negozio e nei suoi confronti. “Mi adulano, ridono con me, non dimostrano problemi verso l’omosessualità. È chiarissimo dove vogliono arrivare: stanno cercando di “sedurmi”, di arruolare qualche gay che conosca ottimamente il mondo gay come me“. Per poi usare le sue conoscenze per meglio combattere il mondo gay, ovviamente. Questi nostri avversari leggono i nostri libri, le nostre riviste e i nostri siti. Conoscono almeno a spanne le nostre argomentazioni e il nostro modo di ragionare, e stanno costruendo contro-argomentazioni ad hoc.
È insomma iniziata una nuova battaglia contro nemici che hanno imparato dalle loro sconfitte, e stanno intelligentemente cambiando strategie e tattiche, anche se non i fini.
Dobbiamo aspettare che i cannoni che costoro stanno posizionando tutto attorno a noi inizino a sparare, prima di accorgerci di loro, o possiamo reagire, prima che completino l’accerchiamento?
La risposta dipende da tutti noi.
Clicca qui per discutere di questo argomento nel forum Movimento Omosessuale.

di Giovanni Dall’Orto

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