In un’intervista al Corriere della Sera di oggi la sentarice Paola Binetti torna a (stra)parlare della questione gay. Il pretesto è quello del documento del Vaticano che vorrebbe dei test psicologici agli aspiranti sacerdoti per capire chi fra loro è gay e quindi porre il divieto di diventare "pastori di Dio".
Secondo la Binetti «La Chiesa sta ribadendo una dottrina consolidata per la scelta dei suoi pastori. Del resto… non dimentichiamo che proprio recentemente si è verificata la situazione drammatica dei preti pedofili».
L’equazione "gay = pedofilo" è vecchia eppure serve ancora oggi come strumento argomentativo dei fondamentalisti religiosi contro la concessione dei diritti a gay e lesbiche.
«La pedofilia ha a che fare con la omosessualità?» Chiede la giornalista Alessandra Arachi alla senatrice: «Stiamo attenti. Il documento della Congregazione per l’Educazione cattolica parla di "tendenze omosessuali fortemente radicate" che presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia. Siamo davanti ad un’emergenza educativa.»
«Il compito dei pastori della Chiesa – continua la Binetti – si esplica al massimo proprio con i giovani, giovanissimi. Non mi stupisce che il Santo Padre abbia voglia di avere sacerdoti sani, sportivi, vissuti come modelli potenziali. Per questo ha ribadito anche l’importanza della castità. Perché la pedofilia, in fondo, c’è anche nei confronti delle ragazzine. Anche se molto meno frequente».
Lo sdegno è arrivato da più parti: da Arcigay che invoca l’intervento dell’Ordine dei Medici (la senatrice Paola Binetti è una psichiatra) alla deputata Paola Concia, che si dice offesa dalle parole della sua compagna di partito: «Chieda scusa». Il circolo Mario Mieli affianca ad una proposta ironica ("Prima di dire certe cose prive di fondamento e senso l’onorevole Binetti farebbe bene a esercitarsi in pratiche di cui è certamente più avvezza mettendo ad esempio il cilicio in bocca… Chissà che non ne trovi giovamento!") una più pratica: "ci proponiamo appunto di educare debitamente queste persone, scrivendo loro il nostro sdegno e costringendoli a smistare il maggior numero di fax e mail con lettere che esplicitino la loro ignoranza e il male che fanno a tanti cittadini. " Dalle pagine del loro sito è possibile scaricare i fogli per una querela nei confronti della senatrice.
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