"Che ci sia del pregiudizio verso i militari gay, io non posso dirlo. Ma Posso dire che non c’è volontà delle Forze Armate, né ci sono regole in Italia a differenza di quello che accade in altri paesi, che possano giustificare un eventuale pregiudizio" verso l’arruolamento di gay e lesbiche nell’esercito. Lo ha dichiarato il Ministro della Difesa Ignazio La Russa in un’intrvista pubblicata oggi dal Secolo XIX. "È chiaro ed è vero – ha specificato però La Russa – che, così come avviene per qualunque altra persona, anche una persona gay deve dare poi dimostrazione di avere un’attitudine fisica idonea a potergli far svolgere l’attività militare senza mettere a rischio la propria vita, né quella degli altri commilitoni. Ma questo avviene nei confronti di tutti. E cioè bisogna essere nelle condizioni fisiche e psico-fisiche ideali e idonee a fargli svolgere quel tipo di lavoro".
E sembra spingersi oltre, l’ex aennino, a proposito di diritti degli omosessuali. "Non ho la minima esitazione – continua il ministro – ad affermare come ho sempre detto che se ci fosse da scendere in piazza perché un diritto individuale di un gay viene in qualche modo limitato, sarei pronto a farlo".
Con alcune eccezioni, come è facile intuire. E sono proprio quelle che riguardano le coppie gay e le famiglie omogenitoriali.
"Diverso è, ma esula da quanto mi è stato chiesto – ha concluso infatti il ministro – se sono d’accordo o meno con alcune rivendicazioni di alcune categorie, chiamiamole così, di gay, che ritengono, per esempio, possibile immaginare un’adozione di bambini da parte di una coppia gay o equiparare una convivenza gay, che pure non può essere discriminata, a un matrimonio. Ecco su queste cose certamente rimarrò sempre ferocemente contrario, mentre sono ferocemente a favore che nessun pregiudizio possa derivare dal solo fatto di essere gay, però neanche nessun privilegio".
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