Lecito travestirsi – Storica sentenza quella del tribunale
amministrativo della Sardegna che ha posto fine ad una vicenda iniziata nel luglio del 2009 e che era costata il foglio di via a Michele Cicogna, in arte Nikita Balli. «Il sig. Cicogna – si legge – non è stato colto nell’atto di prostituirsi, né, va con forza sottolineato, la passione personale, l’attività artistica e, comunque, la libertà di autodeterminarsi indossando gli abiti della drag queen possono in alcun modo essere legati o confusi con l’attività di meretricio». Travestitsi – è il principio stabilito dal TAR – non significa prostituirsi. Inoltre «dall’esame dei fatti appare solo che il sig. Cicogna, lungi dall’esercitare l’attività di prostituzione, era semplicemente vestito da drag queen; drag queen altro non è se non un termine inglese per definire attori o cantanti anche denominati drag singer, che si esibiscono in canti e balli, indossando abiti femminili. Tale attività è artistica e, ovviamente, perfettamente lecita»
Nikita Balli sul carro al Sassari Pride – Oggi esulta sia Michele che il
MOS, il Movimento Omosessuale Sardo che seguì la vicenda fin dagli inizi e che oggi annuncia che Michele sarà sul carro dell’associazione in occasione del Sassari Pride. Dal Movimento Omosessuale Sardo esprimono grande soddisfazione e particolare apprezzamento per le parole usate dai giudici nel sottolineare che l’autodeterminazione individuale, come ad esempio nel travestimento, nulla ha a che vedere con eventuali attività criminali, equazione che invece viene fatta, spesso, da esponenti delle forze dell’ordine che più che la legge cercano di far rispettare i propri personali pregiudizi. «L’omofobia e la transfobia sono purtroppo ancora presenti nelle forze dell’ordine e questa sentenza, così come quella che condannò i poliziotti autori della perquisizione a Massimo Mele e Paolo Giuliani, sono un ottimo segnale ed un monito contro la discriminazione e l’omofobia che troppo spesso guida l’operato di poliziotti come di politici» scrivono dal MOS. E sottolineano: «La sentenza del TAR ci da ragione su tutta la linea e condanna la Questura, ovvero il Ministero, al pagamento delle spese. Ma se il MOS non si fosse accollato l’onere delle spese legali, con un ricorso al TAR e uno al Consiglio di Stato, che notoriamente hanno costi altissimi, e se la difesa non fosse stata sostenuta dall’avvocato Pietro Diaz, uno tra i più bravi avvocati della nostra città, Michele Cicogna avrebbe visto cancellati illegalmente, e per sempre, i suoi diritti civili e le sue libertà solo in nome di una cultura discriminatrice e omofobica ben rappresentata dall’ex Questore di Sassari».
I fatti del 2009 –
Era il Luglio del 2009 quando Michele Cicogna venne arrestato a Sassari nel corso di una retata insieme a delle prostitute extracomunitarie, mentre, vestito da drag queen attendeva un amico. A Gay.it, il ragazzo raccontò della notte passata in carcere insieme alle altre e delle condizioni disumane che dovette affrontare prima di essere liberata ma con un foglio di via che le impediva l’ingresso nella città sarda per i tre anni successivi. Il Movimento Omosessuale Sardo impugnò il provvedimento attraverso l’avvocato Pietro Diaz ma il TAR respinse la richiesta di sospensione e, solo nel 2010, il Consiglio di Stato diede ragione al ricorrente, riformando la decisione del tribunale amministrativo e sospendendo il foglio di via. Dopo un anno Nikita potè finalmente fare ritorno a Sassari per esibirsi, come dj, in un Queer Party che la salutò clorosamente. Ma il ricorso andò avanti e, finalmente, il TAR ha emesso la sentenza definitiva che dà ragione a Michele e sposa le motivazioni portate dall’avvocato.
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