L’annuncio del patrocinio al Pride del Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta ha scatenato un ridda di polemiche non certo nuova ma che in questo caso assume una connotazione particolare.
Il caso vuole, infatti, che Rosario Crocetta sia gay dichiarato fin dai tempi in cui era sindaco antimafia di Gela e questo ha fatto sì che le critiche al patrocinio non si siano limitate solo ai soliti “spreco di soldi pubblici” o “attacco alla famiglia tradizionale”, ma si siano spinti sul piano personale attaccando direttamente la persona.
Su uno dei blog più seguiti dell’Isola , infatti, l’articolo che annuncia il patrocinio è corredato da una sfilza di commenti che trasudano odio e urlano astio e che danno un’immagine falsamente medievale della popolazione siciliana. E’ l’effetto megafono della rete, dove una polemica può assume dimensioni superiori alla realtà.
“CHE VERGOGNA….. BRAVI CATTOLICI E LEGATI ALLA FAMIGLIA TRADIZIONALE CHE LO AVETE VOTATO…. La Regione non può assecondare queste iniziative… deve dirsi estranea, imparziale, sia nel sì che nel no… Invece guarda che succede…” si legge in un commentoche invoca una incomprensibile imparzialità sui diritti civili. “E ti pareva che non lo sponsorizzava! magari gli darà un contributo e si metterà in testa alla parata!!” commenta un altro utente dimenticando, forse, che in tutte le città europee e, ultimamente, anche nelel grandi città italiana, sindaci e presidenti di province e regioni si sono messi alla testa dei Pride, a prescindere dal loro orientamento sessuale. E’ il caso di De Magistris a Napoli, ad esempio, dello stesso Leoluca Orlando a Palermo lo scorso anno, della giunta milanese nel capoluogo lombardo e, va ricordato, del saluto di Renata Polverini alla partenza dell’EuroPride di Roma.
Un altro utente aggiunge: “Figuriamoci se proprio lui non appoggiava il gay pride! U primu i tutti (il primo di tutti, ndr) ! Per queste buffonate i piccioli (i soldi, ndr) si trovano….eccome se si trovano!”. E ancora: “con crocetta era scontato che ciò avvenisse” oppure “Almeno in questo e’ coerente…. Ora senza nulla togliere ma se ci fosse un family Pride o women pride lo patrocinerebbe ?”.
Certo, le polemiche non sono mancate neanche quando fu il Comune di Palermo ad annunciare il patrocinio e 10 mila euro di finanziamento. In quel caso, però, le motivazioni addotte dai detrattori si riferivano ai temi che ormai siamo abituati a sentire in questi casi: presunto sperpero di denaro pubblico e l’immancabile attacco alla famiglia tradizionale.
E mentre il comitato organizzatore del Palermo Pride pare abbia deciso di non rispondere alle polemiche, probabilmente per evitare l’effetto non voluto di alimentarle, concentrandosi nell’organizzazione dei moltissimi eventi previsti, il giornalista palermitano Roberto Puglisi fa notare: il giornalista palermitano Roberto Puglisi : “Ribaltando la strumentalizzazione, la domanda risorge immediata: perché negare spazi e sostegno a una causa meritoria? Perché non fare nulla, con la scusa che prima non si è fatto nulla?”. “A noi il patrocinio concesso Gay Pride pare cosa buona, laica e giusta – conclude Puglisi -. Ma siamo consapevoli di vivere l’età primitiva di un nuovo mondo rovesciato. Che chiama il bene male. E trova conforto nell’offesa gratuita”.
di Caterina Coppola
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