Il Consiglio Comunale di Verona ha bocciato l’Ordine del Giorno presentato da Mauro De Robertis (nella foto accanto al titolo), consigliere del Psi, con l’intento di revocare la mozione n.336 del 1995 con la quale il Comune guidato dal leghista Flavio Tosi «s’impegna a non deliberare provvedimenti che tendano a parificare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie “naturali” costituite da un uomo e una donna» e in cui si afferma che «l’omosessualità contraddice la stessa legge naturale e l’applicazione della succitata risoluzione avrebbe effetti fortemente negativi sulla formazione psicologica ed umana dei giovani».
«Fanno riflettere in merito – fa notare il radicale Mattia del Re – non tanto le dichiarazioni del noto fondamentalista religioso Alberto Zelger e dell’esponente dell’estrema destra veronese Vittorio Di Dio, quanto quelle della moderata Donatella Bovo, eletta nella lista civica che appoggiava Tosi Sindaco che ha dichiarato di non poter votare a favore dell’ordine del giorno in quanto il documento riporta un passaggio sulle adozioni omosessuali, che lei, da mamma, non può accettare perché dannose per la salute psichica dei bambini”. Un posizione chiaramente omofoba, secondo Del Re che la ritiene “dovuta probabilmente a ignoranza in materia di psicopatologia infantile (a volte essere mamme non basta)».
Ma la bocciatura della mozione De Robertis non è l’unica nota negativa dell’ultima seduta del consiglio comunale di Verona che ha visto la maggioranza abbandonare l’aula quando al voto c’era un’altra mozione, quella a sostegno della Ministra Kyenge, troppe volte vittima di xenofobia. In una sola seduta, dunque, i consiglieri veronesi hanno scelto di non schierarsi né contro l’omofobia né contro il razzismo.
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