Quanto rende il porno?

Paghe stratosferiche, benefits, attività parallele. Il porno, negli States, consente agli attori di vivere più che diginitosamente con gli introiti dei film. È la "casta" hard.

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4 min. di lettura

Negli USA il porno gay è considerato una forma di intrattenimento a tutti gli effetti. Anche per questo ci sono giornalisti specializzatinel porno-gossip, news ed eventi che lo riguardano, riviste specializzate e quant’altro. Uno dei maggiori esperti del settore è JC Adams, che dagli anni 90 sa davvero tutto quello che gira attorno al porno gay. Fra le altre cose ha da poco pubblicato un articolo in cui, finalmente, rende noti i compensi che incassano gli attori che si danno al porno business più o meno professionale.

La paga

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Ci informa anche che la maggior parte dei performers viene pagata a scena (ovvero per una performance completa di orgasmo finale) e non a film. In questo caso il compenso medio varia da 500 a 1500 dollari. Se però i modelli hanno firmato un contratto in esclusiva per uno studio il compenso può arrivare a 2000 o 3000 dollari per ogni scena. Ovviamente le star più popolari hanno un vero e proprio cachet, che varia a seconda delle prestazioni e che prevede compensi mediamente più alti di quelli che ottiene un performer poco conosciuto. Alcuni arrivano a compensi che si aggirano attorno ai 5000 dollari per ogni scena. Briciole al confronto delle cifre stratosferiche che guadagnavano gli attori che furoreggiavano a cavallo degli anni 80 e 90 (come Jeff Stryker, Ken Riker e Rian Idol), ma erano altri tempi e all’epoca la concorrenza era molto limitata.

I benefits

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Basti pensare che il muro di Berlino era appena crollato e non c’era ancora stata la massiccia invasione dei ragazzi est europei, senza contare che internet era pura fantascienza, mentre oggi sta diventando una vera e propria alternativa alla pornografia tradizionale. A riprova di questo c’è da dire che anche i maggiori siti gay per adulti possono arrivare ad offrire compensi molto simili a quelli dell’adult entertainment più affermato. Tuttavia, per i siti, bisogna considerare una grande quantità di variabili e il fatto che non tutti hanno le stesse possibilita di quelli più popolari, che sono diventati vere e proprie aziende e che considerano i performers alla stregua di veri e propri impiegati.

Il fotografo Corbin Fisher (gestore dell’omonimo, popolarissimo, sito), è arrivato ad offrire assicurazioni sanitarie (ricordiamo che negli USA le spese sanitarie sono sempre a carico del cittadino) e borse di studio, nonchè la garanzia di un 401(k) (qualcosa di simile al TFR italiano), agli attori disposti a firmare contratti in esclusiva per lui. Sicuramente non è destinato a rimanere un caso isolato.

Il contorno
A questo punto non stupisce che i siti hard gay più o meno professionali sbuchino come funghi e trovino così tanti ragazzi (anche etero) disposti a darsi da fare. Oltre ai compensi per la partecipazione a DVD e siti internet, però, bisogna considerare gli introiti che derivano dalle esibizioni in feste e locali, nonchè l’eventuale attività parallela di escort (per cui la carriera in video diventa una vetrina a dir poco favolosa). Non bisogna dimenticare, poi, gli eventuali introiti da merchandising personalizzato, che può andare dall’abbigliamento, all’oggettistica, passando per i dildi creati utilizzando il calco del pene di questo o quel performer.

La sicurezza economica

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A questo punto il giro di affari diventa difficile da quantificare, ma di certo può permettere un tenore di vita più che dignitoso a chi sceglie questa professione. Forse è questo il motivo per cui Gavin Hay, meglio noto come il performer Trojan Rock, non si è fatto troppi problemi a lanciarsi nel mondo dell’hard accantonando la carriera di produttore di reality di successo per la televisione inglese. Per la cronaca: con i soldi ricavati dalla cessione dei suoi format all’onnipresente Endemol ha fondato anche una sua casa di produzione, la Alphamale.

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C’è da dire che la sicurezza economica può anche spingere i performers di successo a dedicarsi ad attività socialmente utili: è il caso di Steve Cruz, che ha da poco deciso di impegnarsi sul fronte del sesso sicuro, creando la campagna informativa How it Roll, nella quale ha coinvolto anche una decina di suoi popolarissimi colleghi (tra cui l’italianissimo Francesco D’Macho, già testimonial di iniziative di questo tipo, ma ovviamente non in Italia). Tutto questo mentre nel nostro paese il sesso e i suoi derivati restano ancora avvolti da tabù, ipocrisie e ambiguità normative.

Per chi ancora non lo avesse visto ecco il video di Steve Cruz e dei suoi colleghi per promuovere il sesso sicuro:

di Valeriano Elfodiluce

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