Sicuramente il mondo dell’hard gay non è un paradiso e, nonostante la sua capacità di materializzare i sogni erotici di un vasto pubblico, rimane un settore industriale al pari di tanti altri, con le sue luci e le sue ombre. In questo ultimo periodo, in particolare, nonostante l’estate rappresenti tradizionalmente un periodo di pausa anche per il mondo dell’hard, non stanno mancando gli spunti di riflessione in questo senso. Tanto per cominciare ha fatto molto discutere quello che è successo all’ex coppia d’oro dell’hard statunitense, ovvero quella formata da Aden e Jordan Jarics. Per chi non lo sapesse stiamo parlando di due ragazzi che sono entrati nel mondo dell’hard quando erano già in coppia (e infatti hanno scelto di usare lo stesso cognome d’arte, proprio per ribadire il loro status), diventando presto un fiore all’occhiello per la storica casa di produzione Falcon.
Tra le altre cose, essendo una coppia monogama, i due erano passati alla storia per essere gli unici gay porn performers che, nei nove video che hanno girato dal 2007 al 2010, hanno avuto rapporti esclusivamente fra di loro. La loro aria da ragazzi puliti, poi, li aveva resi subito molto popolari e l’anno scorso avevano persino inciso un disco insieme. Purtroppo, però, anche le belle favole finiscono e quando coinvolgono una coppia di gay porn performers monogami possono portare a dei guai. Jordan e Aden si sono lasciati qualche mese fa, con un lungo strascico di insulti e recriminazioni, e questo non sarebbe tanto diverso da quello che accade in tante coppie (gay e non). Il problema nasce dal fatto che i due avevano già firmato un contratto con la Falcon per un tour estivo. Inoltre la casa di produzione gli aveva proposto di rimanere nel mondo dell’hard separatamente, offrendo un primo contratto a Jordan, che ha accettato subito. Evidentemente questa situazione era abbastanza tesa, e quando il tour estivo è partito è accaduto il peggio: la scorsa settimana, mentre si trovavano in un locale gay di Portland, hanno iniziato a litigare e Aden Jaric (vero nome Eric James Mulvaney) ha finito per assalire fisicamente il suo ex, ferendolo al viso con un pezzo di vetro.
Morale della favola: Aden è stato arrestato e condotto nella prigione di Multnomah County. Difficile dire quali saranno i prossimi capitoli di questa tristissima vicenda, ma d’altra parte la Falcon non si era mai ritrovata a gestire un’ex coppia monogama di gay porn performers. Certo è che, talvolta, la logica del porno commerciale può risultare anche abbastanza vincolante e poco condivisibile dal punto di vista etico. Un altro esempio in questo senso ci viene dato dal blogger Devon Hunter, aspirante gay porn performer che ha avuto l’infelice idea di fare un resoconto non proprio lusinghiero della sua esperienza, col nome di "Ryan", per il sito seancody.com. A quanto pare, nonostante lui sia gay dichiarato da anni, il sito ha preteso di spacciarlo per un etero alle prime esperienze, per poi affidargli un ruolo passivo con un vero ragazzo etero, che non è stato propriamente delicato. Devon Hunter ha comunque ammesso di essere stato trattato coi guanti: in aeroporto sono andati a prenderlo in limousine ed è stato ospitato in un lussuoso resort; tutti sono stati tutti molto gentili e disponibili ed infine è stato pagato senza problemi.
Peccato solo che quanto scritto sul suo blog abbia avuto delle conseguenze: poco dopo il suo vero nome è "casualmente" comparso sul sito seancody.com, con tutta una serie di ripercussioni poco gradevoli. D’altra parte seancody.com è uno dei siti più popolari anche perché si fa passare per un luogo idilliaco pieno di etero che cedono al sesso gay e riescono a farlo sempre in modo straordinario, e sicuramente teme i danni di immagine come la peste. Anche perché il mondo dell’hard gay professionale frutta ancora molti quattrini. In una recente intervista il regista George Duroy, fondatore e nume tutelare della Bel Ami, ha ammesso molto candidamente che, nonostante la crisi e nonostante la pirateria, la sua ditta guadagna ancora un milione di dollari all’anno dalla vendita di DVD e cinquecentomila dollari all’anno dagli abbonamenti al sito ufficiale. E questo, tra l’altro, spiega perché la Bel Ami può permettersi di stipendiare quattro talent scout a tempo pieno. D’altro canto, con questa mole di denaro in circolo, è molto facile che i comportamenti eticamente irreprensibili e il rispetto del prossimo passino un po’ in secondo piano.
di Valeriano Elfodiluce
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