Porno gay? Sempre più una carriera come un’altra

Più passa il tempo più avere un passato nel mondo del porno gay non rappresenta più un ostacolo ad altri tipi di carriere, nonostante i suicidi continuino a verificarsi con una certa frequenza.

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Il mondo del porno gay, assieme ai suoi protagonisti, sembra entrare in una fase di assestamento ricca di contraddizioni, perlomeno a giudicare dalle notizie che giungono da oltreoceano. Se da una parte anche Dror Borak, in arte Roman Ragazzi, si è aggiunto alla triste lista degli ex porn performer suicidi, dall’altra il mondo del porno gay inizia ad essere un peso sempre più leggero sul curriculum di tanti ragazzi che hanno lavorato in questo ambito. Certo un suicidio non è mai una bella notizia, ma è innegabile che in questo ambiente la depressione e i suicidi sono stati sempre presenti, con la differenza che una volta erano legati a contesti degradati e a situazioni personali molto borderline, mentre oggi sembrano avere più a che fare con dei problemi psicologici irrisolti o con l’incapacità di gestire situazioni omofobiche. Non ci è dato sapere perchè Roman Ragazzi, che ha lavorato nell’hard gay solo fra il 2007 e il 2009, si sia suicidato, però è risaputo che subì un vistoso outing da parte del New York Post, perse il suo lavoro di personal trainer presso l’ambasciata israeliana e tutta la sua famiglia smise di rivolgergli la parola.

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Queste sono cose che possono segnare molto un animo sensibile come, pare, era il suo. Al contrario le morti che coinvolgevano i gay porn performers di 10 o 20 anni fa avevano risvolti di tutt’altro genere, come nel caso di Joe Stefano, morto di overdose nel 1994. Probabilmente anche questo è un segno dei tempi che cambiano, e d’altra parte è innegabile che ultimamente avere un passato nella pornografia gay, o comunque nel mondo dell’omoerotismo, non rappresenta più una macchia indelebile, forse anche perchè sta iniziando a diventare un’esperienza decisamente comune – e sempre più indolore – per tanti ragazzotti più o meno prestanti. Altrimenti non si spiegherebbe perchè, perlomeno negli USA, continuino ad aumentare i partecipanti ai reality con un notevole passato come gay porn performer. Ultimo, ma non ultimo, il caso di Dakota Cochrane, meglio noto come Danny sul sito seacody.com, che dopo aver deliziato il pubblico di tutto il mondo con le sue performances da solo, in coppia e in gruppo, ha deciso di proseguire la sua carriera di campione di arti marziali miste, e adesso parteciperà alla quindicesima edizione del reality The Ultimate Fighter.

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Chi l’ha detto che chi fa sesso gay non sappia anche combattere? In ogni caso negli USA, a marzo, debutterà anche un nuovo docureality, dal titolo Million Dollar Listing New York, in cui tre rampanti agenti immobiliari avranno il compito di vendere residenze superlussuose nell’area newyorkese: uno di loro sarà Fredrik Eklund, che per qualche anno si è dato da fare nel mondo del porno gay col nome di Tag Eriksson. Questo, però, non gli ha impedito di avviare una brillantissima carriera nel campo immobiliare, che ora verrà coronata da questa esperienza televisiva. Negli USA, però, può anche capitare che un attore e modello cubano di nome William Levy, noto soprattutto per i suoi servizi fotografici porn friendly – che lasciavano pochissimo spazio all’immaginazione – sia stato chiamato a partecipare all’edizione statunitense di Ballando con le stelle.

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Casi come i loro, che per la verità in Italia sono ancora improponibili, stanno diventando sempre più frequenti, e probabilmente stanno a testimoniare un clima gradualmente più inclusivo nei confronti della sessualità gay e delle sue espressioni. Certo la strada è ancora lunga, ma forse può essere indicativo che il regista di porno gay Chi Chi LaRue sia stato chiamato a doppiare uno dei robot che compaiono nella recentissima porno parodia etero di Guerre Stellari, che a quanto pare sta già diventando un cult. Forse il mondo del porno gay ha davvero iniziato ad uscire dal suo ghetto, anche se è difficile prevedere gli sviluppi e i risvolti.

di Valeriano Elfodiluce

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