Si è chiusa con un niente di fatto la causa intentata dalla casa di produzione porno Bel Ami al tour operator di crociere gay RSVP Vacations. I giudici chiamati ad esprimersi sulla vicenda, infatti, hanno decretato la "mancanza di giurisdizione" e quindi la chiusura del caso. La vicenda nasce lo scorso luglio quando un gruppo di attori Bel Ami vengono ingaggiati per salire a bordo di una crociera RSVP per "animare" il viaggio senza mai rivelare chi fossero e che erano pagati per "intrattenere" gli ospiti della nave. In cambio i ragazzi avrebebro potuto essere ripresi durante la loro "animazione". Il tutto, evidentemente, legato da un accordo di segretezza. Accordo che, però, non sarebbe stato rispettato facendo, così, circolare le voci sulla vera identità degli attori e sulla ragione per cui si trovavano sulla nave.
Questo sarebbe bastato, secondo la denuncia di Bel Ami, per far sì che il tour operator decidesse di far scendere dalla nave gli attori e abbandonarli al porto della prima tappa, ovvero in Tunisia, senza cibo, né un posto dove dormire, né un interprete per comunicare con le autorità del luogo. Per questo la casa di produzione decise di denunciare RSVP per violazione del contratto, frode, negligenza, danni morali e materiali agli attori.
A impedire, secondo i giudici di Los Angeles chiamati ad esprimersi sul caso, una sentenza sul caso, sarebbero le troppe giurisdizioni coinvolte: i querelanti (gli attori) sono tutti originari di paesi dell’Europa dell’est ed hanno denunciato un’azienda olandese, Holland America, e una califoriniana, RSVP per dei reati commessi durante una crociera nel Mediterraneo. Un problema di competenze territoriali per il quale, a quanto pare, il tribunale a cui si è rivolta Bel Ami non è competente.
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