I MIEI L’HANNO SAPUTO…

C'è chi lo urla litigando, chi lo sussurra tra le lacrime e chi preferisce tacere. Flavio Mazzini, dopo le sue esperienze di prostituto, racconta il coming out in "E adesso chi lo dice a mamma?".

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«Non voglio dire che i Gay Pride siano inutili, o che lo siano i locali gay, i film a tematica o gli altri aspetti della nostra cultura. Però credo che il tema centrale sia il coming out: solo se molti gay, molte lesbiche e molte trans si rendono visibili l’omosessualità si normalizza, non siamo più marziani e le persone possono confrontarsi con noi in tranquillità». Flavio Mazzini si accalora quando parla del tema del suo ultimo libro, E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi editore, 208 pagine, 13 euro), che raccoglie trenta storie di gay, lesbiche e trans alle prese con la “scoperta” della propria sessualità e con il confronto con l’ambiente circostante. E che si conclude con la storia dell’autore, significativamente intitolata Come divenni frocio.

«All’inizio il libro doveva essere incentrato sulla mia storia – racconta Flavio – ma poi l’editore si è appassionato alle vicende degli altri e quando gli ho presentato il mio racconto di 70 pagine me lo ha fatto tagliare pesantemente. Ora è una storia in mezzo alle altre». Che svela, però, alcuni aspetti interessanti di questo autore irrequieto, che molti già conoscono per la sua precedente pubblicazione, Quanti padri di famiglia – Vita e peripezie di un prostituto intelligente” (Castelvecchi, 12 euro) o per i suoi interventi dissacranti, curiosi, provocatori nella rubrica Sesso di Gay.it. «Per quanto si possa tentare di scagionarmi, io sono pazzo» scrive Flavio nel racconto. E ce ne fossero di matti come lui! Non riesce a non affrontare il mondo con un sorriso, questo affascinante trentenne romano, e ad esercitare la sua insaziabile curiosità che lo ha portato prima a provare l’esperienza della prostituzione e a raccontarla in un libro, e ora a “curiosare” nella vita di decine di omo e transessuali. Per mesi, infatti, Flavio ha incontrato persone chiedendo loro di raccontare la propria storia: «Mi è bastato guardarmi intorno – dice – Fortunatamente vivo in un ambiente gay, quindi ho chiesto agli amici, alle persone che incontravo nei locali, anche a qualcuno conosciuto in chat. Li ho incontrati quasi tutti, tranne pochi che ho solo sentito per telefono. Ho scelto storie di persone tra i 25 e i 40 anni, che è la fascia d’età della gente che frequento, ma alla fine le ho inserite quasi tutte».

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Gli omosessuali e il coming out: racconti e confessioni è il sottotitolo dell’interessante volumetto che raccoglie queste storie. Ma vogliamo subito precisare che non sempre il tema centrale è proprio quello della confessione a mamma e papà. La curiosità di Flavio a volte indugia – giustamente – su altri aspetti della vita degli intervistati, episodi che hanno segnato in modo positivo o negativo il loro percorso di autoaccettazione: la scoperta del sesso, i primi contatti con il mondo gay, le stranezze della situazione familiare prendono talvolta il sopravvento e tracciano ritratti curiosi, a volte divertenti, altre volte drammatici. Come nel caso del protagonista di Un pugnale ‘n panza

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Come nel caso del protagonista di Un pugnale ‘n panza, figlio di genitori molto religiosi, violenti e rigidissimi (la frase che dà il titolo al racconto cita la reazione che il padre vorrebbe mettere in atto contro i froci) e vittima di uno stupro all’età di sei anni, che conclude il suo percorso – costellato di fughe da casa, frequentazioni religiose e difficoltà nelle relazioni sessuali – con la scelta della castità.

D’altro canto ci sono anche tante storie decisamente più liete, come quella narrata in Ma pensa ti… e vissuta da un gay risolto. Anche troppo: «Dopo aver compiuto un percorso omosessuale completo – scrive – devo ammettere una certa insoddisfazione. Vivere una vita gay soffoca i miei interessi: se prendo in mano un libro, in meno di un quarto d’ora mi ritrovo in chat a rimorchiare. Il cazzo sopraffà tutto». Sulla stessa linea la vicenda di un attivista gay che si è simbolicamente “sposato” due volte con due uomini diversi, presentandoli sempre ai genitori come se nulla fosse.

Ma non tutti si sentono coinvolti dalla domanda “E ora chi lo dice a mamma?”. Alcuni preferiscono vivere la propria omosessualità all’insaputa dei genitori e dei familiari, perché “troppo vecchi” o semplicemente perché “non ho mai sentito il bisogno di dire nulla”. E così rinunciano al coming out in famiglia, senza però rinunciare a vivere la propria omosessualità.

«Tutti quelli che ho intervistato sono persone sessualmente attive – precisa Flavio Mazzini – Mi interessava fotografare questa realtà, non quella dei tanti padri di famiglia che rimorchiano nelle aree di servizio o di chi pur di non ammettere a se stesso di essere frocio preferisce castrarsi. D’altra parte il fatto di desiderare di andare a letto con una persona dello stesso sesso è l’unica cosa che davvero distingue i gay dagli etero: non abbiamo senso di appartenenza a una comunità, ce l’hanno più gli ultrà della Roma. E questa eterogeneità volevo che trasparisse dal libro».

È anche per questo che accanto a tante storie di ragazzi gay, ci sono anche le voci di lesbiche e trans. In Notte prima degli esami una soldatessa racconta di come confessò al suo fidanzato il desiderio di andare a letto con una donna e, dopo alcune esperienze deludenti, si imbatté in una pazza che la sputtanò coi genitori. Anche la protagonista di Ognuno ce l’ha decide di provare ad andare con una donna dopo aver avuto numerose storie con uomini più grandi di lei, anche se alla fine sceglie di non “prefissare nulla” e di concedersi sia esperienze con uomini che con donne.

Completano il mosaico dell’universo GLBT alcune storie trans: in Coming out perenne, ovvero: come Giacomo divenne Giovannona la protagonista, ritrovando la propria identità femminile, scopre anche il piacere del sesso che si era sempre negata da uomo. Particolarmente toccante anche il racconto dell’iter per diventare uomo narrato in L’una e l’altro: dal primo ciclo vissuto come ‘na tragedia, al tentativo di suicidio mandato a monte dal provvidenziale intervento del padre, il percorso si conclude con i diciassette centimetri che il professore della clinica svizzera “svilupperà” non appena il Tribunale concederà il nulla osta…

Nel libro sono presenti anche una decina di interventi “tematici” con citazioni tratte dal forum Coming Out di Gay.it: «Quando ho avuto l’idea di scrivere questo libro, ho pensato di vedere cosa raccontavano i giovani in quel forum – riferisce l’autore – Ho scoperto una biblioteca enorme di situazioni davvero interessanti, di tutti i tipi: dall’albanese che cerca di trovare accoglienza in Italia, ai ragazzi meridionali alle prese con le ‘voci di paese’, da quelli i cui genitori fanno finta di niente anche davanti a una dichiarazione esplicita, a quelli che hanno avuto un contatto più profondo con la propria omosessualità grazie a Brokeback Mountain…».

E adesso chi lo dice a mamma? non ha la pretesa di essere un trattato sociologico, né un’esauriente esposizione delle varie possibilità che ci sono di vivere la proprio sessualità. È una lettura divertente e interessante che traccia uno schizzo della nostra realtà. Utile probabilmente a quei giovani che solo ora affrontano il momento di riconoscersi come gay e ancora di più, come dice lo stesso Flavio Mazzini «se capitasse in mano a una madre che ha appena scoperto l’omosessualità del figlio».

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