Nel novembre 1996 uscì negli Stati Uniti un film che negli anni successivi – forse un po’ inaspettatamente – sarebbe diventato iconico per un’intera generazione: Romeo + Juliet. Sarebbe limitante definirlo solo il decimo adattamento cinematografico della tragedia di Romeo e Giulietta, tanto è innovativo il materiale che il regista Baz Luhrmann decise di portare sul grande schermo, ma il punto di partenza rimane effettivamente il capolavoro shakespeariano. L’amore archetipico e contrastato tra due giovani ragazzi è riletto in chiave contemporanea e parossisticamente barocca: un raccoglitore di immagini, scene e fotogrammi perfettamente architettati, che ne hanno poi garantito la resistenza al passare del tempo. Il tutto sublimato da un’impostazione postmoderna ricca di citazioni e suggestioni, che creano un abisso tra questa pellicola e le decine di blockbuster anni ’90 destinate a un pubblico deviato dall’ormone impazzito e intrappolato in ferraglie ortodontiche.
Che siate dei fan della prima ora o degli “eretici” mai iniziati al culto, la celebrazione del ventennale potrebbe essere il momento perfetto per dare una rispolverata alla pellicola. Noi vi diamo ben 5 motivi per cui una serata di novembre passata sul divano a riguardare questo film non sarebbe una brutta idea:
1. Leonardo DiCaprio
Se fosse sufficiente un solo motivo per rivedere il film, questo sarebbe Leonardo DiCaprio. Ventuno anni di una bellezza eterea e sconvolgente per cui decine di ragazzine (e perché no, ragazzini) avrebbero ucciso “l’invidiosa luna”.
La leggenda hollywoodiana racconta che per il ruolo di Romeo non furono neppure necessari i provini: Leonardo fu la prima scelta del regista. Il suo Romeo in camicia hawaiana gli permise di fare il salto di qualità che l’anno successivo lo portò a interpretare il giovane Jack Dawson protagonista di un altro amore tragicamente epico, Titanic.
Da quel momento nacque la DiCaprio-mania della fine degli anni ’90, di cui le pareti delle nostre camere ricoperte di poster 90×64 furono le principali vittime, e sulla cui fortuna riviste come Cioè e Top Girl sopravvivono ancora oggi.
2. Claire Danes
Se la scelta del protagonista maschile fu semplice, quella per la parte di Giulietta tolse il sonno ai produttori. Nell’ordine furono scartate Natalie Portman (all’epoca solo quattordicenne), Jennifer Love Hewitt e Sarah Michelle Gellar, che rifiutò in vista delle riprese della prima stagione di Buffy.
Si arrivò a Claire Danes solo dopo diverse settimane di provini e, stando al parere dei critici, il suo ruolo ha contribuito enormemente al buon livello interpretativo al film. Nel 2003 il New Yorker arrivò a definire la sua performance nella parte di Giulietta come “la più luminosa dei suoi primi anni. Un’esibizione senza sforzi della sua modestia, esuberanza e sensualità”.
L’interpretazione le valse alcuni premi ma, a differenza di DiCaprio, riuscì a fatica a replicare il successo ottenuto grazie a questo film.
3. La scenografia, l’ambientazione, i costumi e le citazioni pop
Senza l’esuberanza di questi elementi il film perderebbe gran parte del proprio fascino. La scelta di adattare un capolavoro classico all’epoca contemporanea comporta sempre un grado di rischio altissimo: Baz Luhrmann ebbe un approccio tutt’altro che cauto, cosa che avrebbe potuto rendere la pellicola un enorme fiasco giocato sul crinale del kitsch più bieco.
Il regista ambientò le vicende a Verona Beach (sul calco di Venice Beach), sostituì le armi da fuoco alle spade, aggiunse la droga e il sesso, e trasformò i pudici balli shakespeariani in party sfrenati. A questo aggiunse una scenografia barocca, costumi coloratissimi e costellò la pellicola di citazioni pop che rendono il film la quintessenza del postmodernismo cinematografico.
La rivista Hello Giggle ha elencato i migliori fashion moments della pellicola, tra cui il costume da cavaliere di Romeo, quello da angelo di Giulietta e la sua versione da sposa, l’outfit drag di Mercutio e quello “sobrissimo” di Tibaldo alla pompa di benzina:
4. La colonna sonora
Un buon film non è niente senza un’ottima colonna sonora, soprattutto se vuoi fare breccia nel cuore di migliaia di ragazzine senza escludere tutto il potenziale pubblico rimanente. E tra i meriti più evidenti del film c’è proprio la scelta musicale, giocata in strettissima connessione con le sequenze narrative.
Nella tracklist troviamo Radiohead, Garbage, The Cardigans e Des’ree, praticamente l’essenza degli anni ’90.
5. Le scene iconiche
A cosa porta la commistione di tutti questi elementi cucinati armoniosamente? A scene memorabili rimaste nell’immaginario collettivo, come la sequenza dello scambio di sguardi di fronte all’acquario, con tanto di cameo di Des’ree che canta alla festa:
Cominciate a mettere mano ai fazzoletti.
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