"Novanta minuti di sesso, sesso e sesso!". Così il Philadelphia Inquirer descrive Another Gay Sequel: Gays Gone Wild! di Todd Stephens, capitolo numero due di una spassosa commedia sbracata dichiaratamente trash che sarà presentato fuori concorso al 24° Togay (23 – 30 aprile).
I festivalieri si ricorderanno l’irriverente Another Gay Movie – purtroppo non ha avuto una distribuzione da noi – una sorta di sfrenata parodia in chiave omo di quei teen movie collegiali un po’ camerateschi all’American Pie, di grande successo nei primi anni Duemila. Se nel primo episodio i quattro protagonisti Andy, Nico, Jarod e Griff avevano a che fare con una scomoda verginità di cui liberarsi prima possibile, adesso sono allegramente scafati a riguardo e il loro obiettivo è uno solo: avere il maggior numero possibile di rapporti carnali nella soleggiata e friendly Ford Lauderdale, sud est della Florida, con tanto di gara ufficiale dal titolo, appunto, "Gays Gone Wild", qualcosa come "Omosessuali scatenati". Ma un ostacolo inatteso frenerà gli appetiti sensuali dei ragazzotti: l’amore. Che col sesso non sempre va a braccetto…
Ecco quindi rapide gag a manovella che giocano sugli stereotipi consolidati nel mondo gay per ribaltarli, ma questa volta in maniera più spregiudicata: c’è il prete travolto dai sensi di colpa per un rapporto orale in aereo, la superchecca in delirio romantico durante un’ammucchiata a bordo piscina, un party in giardino con vegliarde assatanate, eccetera. Non mancheranno i consueti numeri musicali pop, colorati in stile off Broadway, tra cui una sorta di invasione dei granchi giganti di demarchiana memoria con superpiattole canticchianti e ballerine.
Tra citazioni cinefile (il queer horror alla Bruce LaBruce, la Sirenetta omosex), uno sfacciato product placement (una celebre marca di costumi da bagno, un sito porno gay) e due gagliardi camei di RuPaul e del frollato attore hard Colton Ford, Another Gay Sequel vuole solo divertire, divertire, divertire con bei ragazzotti costantemente nudi/seminudi – la tendenza è la disco queen, magretta, giovane e modaiola – alzando un po’ la posta rispetto al primo episodio e facendo intuire tra le righe un bozzolo di riflessione sulla difficoltà da parte degli omosex di essere monogami, viste le innumerevoli tentazioni che l’ambiente gay propone, soprattutto per le nuove generazioni.
Appuntamento dunque a Torino per Da Sodoma a Hollywood, il terzo festival gay più importante del mondo dopo San Francisco e Londra, ripetiamolo, dal 23 al 30 aprile. Si potranno anche vedere il nuovo film della coppia francese Ducastel-Martineau con Nés en ’68 ("Nati nel ’68") sulla rivolta di maggio dal punto di vista di tre ventenni, una ragazza – madame Accorsi, l’avvenente Laetitia Casta – e due ragazzi, nonché il nuovo dramma della valente regista canaese Léa Pool, Maman est chez le coiffeur ("Mamma è dal parrucchiere") sulla sparizione di una giornalista che abbandona improvvisamente figli e marito, medico in un paese di provincia. In giuria ci sarà l’attore fassbinderiano Harry Baer, grande amico e collaboratore artistico del mai abbastanza compianto maestro tedesco.
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