Da Cadinot a Johnny Hazzard: com’è cambiato l’hard gay

Com'è cambiato l'approccio alla sessualità gay dagli anni '70 ad oggi? E come sono cambiati i performers? Dalle spiagge californiane, alle stanze chiuse dell'era dell'Aids, al racconto delle nozze gay

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Anche se non siete appassionati di hard gay forse vi sarà capitato di notare che i video di oggi sono molto diversi rispetto a quelli di qualche anno fa, che a loro volta sono diversi da quelli che li hanno preceduti di qualche anno e via dicendo. Non si tratta solo delle tipologie dei performers, e non si tratta nemmeno delle pratiche (che comunque con gli anni si sono fatte più fantasiose e meno ripetitive). Quello che è cambiato è l’approccio alla sessualità gay, il "clima" in cui si sviluppano le situazioni e più in generale quello che comunicano le ambientazioni, le scenografie e i canovacci. Quando il porno gay nacque ufficialmente, nei primi anni ’70 in America, si era agli albori di una nuova era di tolleranza e libertà sessuale, in cui tutto sembrava consentito. 

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Se vi è capitato di vedere i video di quel periodo (che erano veri e propri film girati su pellicola), avrete notato che spesso erano girati in esterna, con ampie inquadrature delle location (e di tantissime ignare "comparse" che si aggiravano per le spiagge californiane, per i college statunitensi o sulle piste delle disco), in un’atmosfera estremamente rilassata. I performers dell’epoca esploravano il sesso cercando di darne un’immagine estremamente emancipata, e quando ci davano dentro comunicavano tutto il desiderio di appropriarsi della propria fisicità tipico del periodo. Con gli anni 80, l’arrivo dell’AIDS e dell’home video, tutto cambiò: le ambientazioni diventarono interni spesso claustrofobici e visibilmente posticci, i performers diventarono molto più seriosi e l’atto sessuale iniziò ad essere presentato senza elementi di contorno. Gli stessi ruoli dei performers diventarono estremamente rigidi (anche perché a causa della paura dell’AIDS nel mondo gay, iniziarono ad essere scritturati molti gay for pay che erano solo attivi). 

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L’atto sessuale veniva presentato in maniera sempre più meccanica e povera, mentre i performers volevano rimanere i più anonimi possibili al di fuori dei sexy shop e dei circuiti strettamente gay, diventando inconsapevoli promotori di una cultura ghettizzante e spesso alienante. Fra le poche eccezioni in questo senso ci furono J.D. Cadinot e Kristen Bjorn: il primo in grado di contestualizzare il sesso storie di più ampio respiro, e il secondo in grado di trasformare l’atto sessuale in una vera e propria performance artistica. La vera rivoluzione, però, partì con la caduta del muro di Berlino: nel giro di pochi anni l’Europa dell’Est divenne la nuova fucina dell’hard, attirando registi storici come William Higgins (stanchi del clima stantio e malsano che si respirava nel porno gay americano) e lanciando nomi come Jeorge Duroy (meglio noto come Bel Ami).

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I performers provenienti dall’Est Europa erano più freschi, spontanei e allegri dei loro colleghi americani, e portarono quella ventata d’aria pulita di cui si sentiva il bisogno. Il porno gay si rimise così in discussione, iniziando a offrire una sessualità più solare, espressiva e soprattutto "partecipata" rispetto al decennio precedente, e curiosamente questo accadeva anche nei generi più estremi, dove i performers di nuova generazione iniziavano ad attirare l’attenzione sul loro coinvolgimento emotivo nelle varie pratiche, piuttosto che sulle pratiche in sé. L’arrivo di internet, però, ha segnato un’ulteriore evoluzione nella percezione del porno gay: da una parte ha esteso la possibilità di fruire e realizzare porno gay veramente a chiunque, dall’altra ha offerto la possibilità di avere un filo diretto con i performers più popolari, che spesso sono ben felici di fare entrare nelle loro vite i loro fans e viceversa. Il risultato di questa situazione è che, probabilmente per la prima volta, i performers gay vengono percepiti più come degli amici un po’ esibizionisti che non come dei sogni proibiti e irraggiungibili.

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La cosa interessante è che il fenomeno si sta verificando anche al contrario, visto che i performers di ultimissima generazione vogliono condividere col loro pubblico ben più della loro vita sessuale, coi loro blog e i loro siti. Inoltre YouTube è pieno di filmati in cui peformers di prima grandezza espongono la loro semplice quotidianità e non solo. Johnny Hazzard, ad esempio, si diverte a condividere i filmati girati assieme a sua mamma, mentre da anni Carlo Masi mostra i filmini delle sue vacanze, ma forse il primato in questo senso è di Francesco D’Macho, che sul suo sito – a pagamento – ha messo a disposizione il filmato del suo matrimonio col collega Damien Crosse, avvenuto a Madrid lo scorso maggio. Forse il porno gay è davvero alla vigilia di una nuova evoluzione, e sarà estremamente interessante seguirne gli sviluppi.

di Valeriano Elfodiluce

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