Se il 2012 verrà ricordato dal punto di vista della cinematografia queer come l’anno del ritorno dell’afflato sentimentale, di grandi e meno grandi storie d’amore intime e a loro modo pudiche e costumate, come i fortunati Keep the Lights On e Weekend, il 2013 segna invece il ritorno del sesso esplicito. Ma attenzione: non si tratta più di hard prestazionale e voyeuristicamente competitivo, bensì nuovamente immerso nella sfera emotiva del coinvolgimento amoroso. Non è certo una novità, se si pensa a Shortbus o allo straight Brown Bunny, e infatti anche il cinema etero punta sullo sdoganamento del sesso all’interno di trame sentimentali: un film assai bello ma di cui si parla poco, uscito venerdì scorso, The Sessions – Gli incontri di Ben Lewin, riesce a far sorridere e piangere allo stesso tempo raccontando con straordinaria levità e profondità di un poliomielitico trentottenne, Mark (John Hawkes), imprigionato tranne poche ore al giorno in un polmone d’acciaio, desideroso di perdere la verginità grazie a una terapista sessuale: un poetico, ironico e commovente inno alla vita con un’eccellente Helen Hunt praticamente sempre nuda che non a caso è stata candidata all’Oscar. Anche l’attesissimo Nymphomaniac di Lars Von Trier tenterà di frantumare la residua barriera fra pornografia e cinema d’autore uscendo a sorpresa il 30 maggio in Danimarca e bypassando i grandi festival internazionali.
Ha già la scomoda etichetta pubblicitaria di film gay “scandalo” il lungometraggio americano I Want Your Love, esordio nel cinema di finzione di Travis Mathews, già coregista insieme a James Franco del discusso doc Interior. Leather Bar sulla ricostruzione delle scene hard censurate in Cruising. In I Want Your Love si racconta l’ultima notte del giovane performance artist Jesse (Jesse Metzger) a San Francisco, dove ha vissuto dieci anni, prima di tornare nel paese natio del Midwest, in Ohio. Amici, ex amanti e amori ancora fiammeggianti si ritrovano in un movimentato party con lo scopo di alleviare la malinconia di Jesse per la partenza imminente.
I Want Your Love è stato bannato dall’Australia’s Classification Board per le scene di sesso troppo esplicite e non potrà essere mostrato nel circuito dei festival nazionali. Lisa Daniel, direttrice del festival di Melbourne, è inorridita: in 15 anni di lavoro non le era mai successo e per lei la decisione è «imbarazzante per l’Australia». L’intento di Mathews è in realtà utilizzare la rappresentazione non simulata del coito non per eccitare lo spettatore o con intenti voyeuristici ma perché necessaria alla narrazione: «Nei miei film ho sempre cercato di catturare descrizioni oneste e intime della vita gay moderna con uomini di tutti i giorni… Questo implica un livello narrativo di intimità che non può prescindere dal sesso. Utilizzo il sesso come strumento per mostrare lo sviluppo dei personaggi, le relazioni interpersonali, qualcosa di molto vicino alla realtà che mi è famigliare».
Il progetto nasce come sviluppo dell’omonimo cortometraggio erotico di 14 minuti realizzato sempre da Mathews nel 2010, prodotto e distribuito da un sito hard gay, NakedSword. Anche nella sua serie documentaristica In Their Rooms il regista americano cerca di carpire, evitando qualsiasi infingimento, le fantasie sessuali di uomini gay che si raccontano senza alcuna inibizione.
Proprio l’antesignano del genere, John Cameron Mitchell, regista dell’apprezzato Shortbus, è un suo grande ammiratore: «Filmmaker di rinfrancante onestà, Travis Mathews è una voce nuova in grado di infondere al cinema queer un’iniezione assolutamente necessaria di intimità emozionale». Anche Andrew Haigh, autore dell’intenso Weekend, ha amato molto I Want Your Love: «Sexy e risolutamente onesto, è un film coraggioso con una rara capacità di osservare senza censure le vite di una generazione di uomini gay».
I Want Your Love chiuderà il festival glbt di Lione Ecrans Mixtes, in programma nella città francese dal 6 al 12 marzo, ed è stato proiettato al Festival Mix di Milano e al bolognese Gender Bender
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