ROSSY LA REGINA

Intervista a Rossy De Palma, volto indimenticabile del miglior Almodovar, 'Queen of comedy' al MiGay. Dove presenta 'Franchesca Page', musi-commedia camp nelle sale dall'11 giugno.

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MILANO – Al festival del cinema gay e lesbico è arrivato un ospite speciale: Rossy De Palma, attrice di culto, icona del primo Almodovar. Al cinema Manzoni ha presenziato all’anteprima della versione italiana del film Franchesca Page, parodia del mondo dei musical di Broadway in cui interpreta il ruolo di una bizzarra produttrice di spettacoli. La divertente e surreale commedia ha tutti gli ingredienti tipici del camp, una mamma drag che sogna per la figlia Franchesca il futuro da star di Broadway, una nonna alcolizzata ed alcune drag queen più o meno corpulente a fare da contorno. Canzoni originali, coreografie, insomma quasi un musical. La pellicola è una produzione americana del 1997 che il prossimo 11 giugno finalmente arriva nelle sale italiane. Dopo la proiezione, in collaborazione con Paramount Comedy, Rossy De Palma ha ritirato il premio speciale Queen of comedy.
Rossy, hai ricevuto il premio speciale Queen of comedy al festival del cinema gay e lesbico di Milano, che effetto fa?

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Mi sento a casa, essere la regina della commedia nel mondo gay, sono proprio io!
Come hai fatto a diventare una donna di culto?
Non lo so, per i gay è sempre stato così. È forse una cosa reciproca perché ci sono tante cose che io comprendo di questo mondo, di questo modo di vedere la vita. Ognuno cerca di trovare una maniera di capire la vita. Uno può cercarla con un uomo, un altro con una donna. È vero che per noi donne è terribile che ci siano così tanti omosessuali. Gli etero non sono così evoluti e per noi è difficile trovare un compagno, i migliori sono gay! Oppure vedi uno carino ed è gay, non ce la facciamo più! (ride)
Qual è il tuo genere di film preferito?
Mi piace molto la commedia, quella musicale ed in particolare la tragicommedia perché è come la vita.

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La vita è tragicomica, ci sono dei momenti terribili e soltanto con l’umorismo l’essere umano può andare avanti.
A cosa stai lavorando in questo periodo?
Adesso sto componendo dei brani per il mio progetto musicale e sono in giro con uno spettacolo teatrale che si chiama Dalìdance, un progetto di teatro e danza sulla vita di Dalì, dove interpreto il ruolo di Gala. Spero di aver la fortuna di portarlo anche in Italia, è molto bello, il coreografo Ramòn Oller è molto conosciuto nel mondo della danza contemporanea. Io non mi definisco un’attrice, sono più un’artista che si cimenta in varie discipline. Mi piace usare l’arte in molte sue forme.
Oltre alla musica quali sono i tuoi progetti futuri?

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Sto progettando un documentario sul tema dell’immigrazione. Non mi piace che si giudichi emigrante uno che vive da tanti anni in un altro paese. La migrazione è una cosa naturale che c’è in natura, in tutto, anche lo spermatozoo deve migrare per arrivare all’ovulo e generare la vita. Sono ossessionata la problema de las pateras, voi li chiamate barconi, questi mezzi con i quali arrivano al sud della Spagna, come da voi a Lampedusa. C’è molta chiusura oggi, secondo me hanno inventato l’antenna parabolica proprio per questo, così tu vedi tutto e resti dove sei. Anche il fatto che l’Europa voglia fare il poliziotto delle frontiere non mi entra nella testa. Sceglierò tanti artisti per questo documentario, solo con la sensibilità dell’arte possiamo andare oltre alla nostra mentalità che è sempre così mediocre e repressiva. Io non credo nelle frontiere e mi sento una cittadina del mondo.
La Spagna di Zapatero sta diventando un esempio in quanto a diritti civili…

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Zapatero è una boccata d’ossigeno perché con Aznar siamo stati strangolati. Un politico, un presidente, alla fine è come un genitore del paese, se i genitori sono autoritari i figli soffrono. Se un presidente è castratore la società non respira. Aznar aveva troppi ideali religiosi, la malattia di questo tempo moderno. È l’uomo che ha inventato la religione e non si può diventare pazzi per questo. La gente fa troppe cose per le credenze e vuole imporre le sue credenze agli altri. Un presidente deve ascoltare il popolo. Aznar, amico di Bush, per il suo delirio ha voluto mandare la Spagna in guerra ma la gente era contraria. Non so come andrà con Zapatero, ma almeno lui dà ascolto alla società. Gli omosessuali sono molto contenti di lui. Adesso tanta gente che vive insieme vuole sposarsi. Anche in Spagna, il problema principale per parte dell’opinione pubblica è nella parola matrimonio che deriva da madre. La chiesa poi deve solo stare zitta perché è piena di casi di omosessualità nascosta e di pederastia.

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Questo succede perché hanno scelto una religione che gli proibisce di avere contatti sessuali e così sono costretti a farlo di nascosto. La chiesa è quindi la meno adeguata per parlare. Gli omosessuali non vogliono mica sposarsi in chiesa. È una questione civile e la società è pronta per questo.
E delle adozioni cosa pensi?
Che la vita è un mistero e quindi non possiamo dire a una coppia omosessuale no, tu non puoi adottare. Che ne sappiamo della capacità di amare di qualcun altro, chi può giudicare? Tante coppie etero che non devono chiedere permessi a nessuno per fare i bambini, poi non sono buoni genitori, adesso l’Italia è sconvolta per questa donna che ha annegato il figlio.

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La chiesa è la più repressiva e in realtà tutte le cose accadono lo stesso ma di nascosto, questa è ipocrisia. Nessuno è perfetto. Si usa troppo la parola tolleranza ma a me non piace. Bisogna rispettare, non tollerare. Alcuni pensano di avere il potere e dire “va bene, ti tollero”. Tu non devi tollerare un bel nulla! Fatti la tua vita e io mi faccio la mia, comprendiamoci e rispettiamoci.
Un pensiero su Almodovar?
È magnifico! So che adesso sta girando un nuovo film con Penelope Cruz e Carmen Maura che s’intitola Volver. È tornato un po’ allo stile di Che cosa ho fatto io per meritare questo? Sono molto contenta che sia tornato a produrre un film umoristico sulle donne, una tragicommedia che è il mio genere preferito.

19° Festival Internazionale di Cinema GayLesbico e Queer culture di Milano
Milano dal 26 maggio all’1 giugno 2005
Cinema Manzoni – Via Manzoni 40 Milano

Programma di martedì 31 maggio
Ore 18.30/20.30 Happy hour Pluriel
Ore 20.30
Ice Men
Thom Best, Canada 2004, 35mm, 108′
Per la prima volta dalla morte del padre, Vaugh Nelson riunisce i migliori amici d’infanzia per un week end invernale tra compagni di scorribande nel casolare di famiglia. Cinque trentenni si lasciano la città alle spalle, pronti a godersi due giorni di hockey, caccia e fiumi di alcolici scolati davanti al fuoco del caminetto. Proprio come ai vecchi tempi. Il clima cameratesco di apparente serenità è però spezzato dall’arrivo inatteso del fratello di Vaugh. Trevor, che non vede il fratello da anni, da sempre la pecora nera della famiglia, ancora una volta torna all’ovile perchè ha un disperato bisogno di denaro. In un continuo gioco di rivelazioni inaspettate e di segreti nascosti da sempre, i cinque amici sono improvvisamente costretti a raccontarsi, a rivelarsi per quello che realmente sono. Ma la verità, anche se necessaria, è pur sempre dolorosa. Finché l’amore adolescenziale dei due più giovani si consuma sotto gli occhi stupiti e imbarazzati dei compagni increduli. Opera prima di uno dei registi della serie televisiva nord americana Queer as folk, il film di Thom Bess è la storia di un grande freddo quasi gay. E non solo perchè ambientato tra le montagne ghiacciate del Canada. Insomma, sesso, sesso, ma soprattutto tante, tante bugie. Una fotografia straordinaria e paesaggi invernali spettacolari.
Ore 22.30
Hudie (Butterfly)
Yan Yan Mak, Hong Kong 2004, 35mm, 124′
Flavia conduce un’esistenza perfetta: un lavoro che ama, un marito premuroso e una bellissima figlia. L’incontro casuale con la giovane cantante Yip risveglia in lei i ricordi di gioventù e la sua prima meravigliosa storia d’amore con una compagna di scuola. Iniziato sui banchi del liceo, fu un amore carico di gioia, passione e impegno politico, che terminò bruscamente qualche anno più tardi, ai tempi dell’università, durante le storiche rivolte studentesche di Piazza Tienanmen. Flavia deve ora fare i conti con un capitolo della sua vita passata che pensava chiuso, che invece scopre irrisolto e che ritorna prepotentemente a disturbare la sua quiete borghese. Yip però sa aspettare. La sua dolcezza, la sua bellezza la rendono leggera, desiderabile, non invadente. Lei è in attesa. Sarà Flavia a dover scegliere in completa libertà e autonomia se preferirà soccombere, spegnendosi nelle sicurezze che crede di aver conquistato, oppure vivere, trasformandosi in una farfalla. E spiccare il volo. Le stupende invenzioni musicali del gruppo islandese Múm fanno da colonna sonora alla storia d’amore, arricchendo le immagini di vibrazioni poetiche e visionarie. Presentato a Venezia 2004.
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di Francesco Belais

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