Un’emozione forte e intensa ha scosso l’assopita folla di cinefili della 57a Mostra di Venezia
nell’ultimo giorno del concorso grazie a uno dei film più incisivi e personali di quest’edizione, ‘O Fantasma’ (Il fantasma) di Joao Pedro Rodriguez. Sergio è uno spazzino gay della zona nord di Lisbona che lavora soprattutto di notte, è attratto dai poliziotti in divisa, è solito fare sesso in bagni pubblici, parchi e camere di modesti alberghi dove realizza le sue fantasie erotiche indossando una tuta di lattice. Riesce a comunicare solo con la sua collega Fatima che lo ama silenziosamente ed è affezionatissimo a Lord, il cane da guardia del deposito della nettezza urbana.
Un giorno, ritirando una vecchia lavatrice da una casa privata, si imbatte in un bel ragazzo moro di cui si innamora. Questa passione diventa ben presto un’ossessione estrema: inizia a rovistare nella sua immondizia dove trova un costume da bagno strappato che indossa voluttuosamente, scopre la piscina che frequenta e lo segue, si intrufola in casa sua e si mette ad orinare nel letto, delimitando il territorio come un animale. Inizia così un processo di autodegradazione progressiva che lo porterà a isolarsi nella sua ossessione fino a considerare se stesso e l’oggetto del suo amore una sorta di rifiuto urbano, privo di pulsioni vitali e organiche.
Immerso in un’atmosfera compiutamente cupa e notturna resa benissimo, alternata alla limpidezza liquida di scene apparentemente ‘purificatorie’ (la piscina, la doccia, il bagno) in cui il tentativo di liberarsi dall’ossessione (quasi fosse un rifiuto da espellere) non riesce che a intensificare il desiderio stesso, è il tentativo riuscito di dare corpo a una fantasia sessuale in cui ciò che è vivo si infiltra nella materia inorganica, in cui l’istinto riduce la ragione a un suddito da dominare e sopraffare e l’amore è analizzato clinicamente in senso fassbinderiano come una forma di potere e dipendenza totale. Disturbante e radicale grazie anche ad alcune scene di sesso esplicito (due rapporti orali e due sodomizzazioni), è stato accolto con silenzio e qualche applauso alle proiezioni per la stampa e diverse persone hanno abbandonato la sala durante il film.
Il regista, che tra l’altro ha studiato biologica con indirizzo entomologico, è alla sua opera prima (ma un suo cortometraggio con tematica gay, ‘Parabens!’, era stato premiato con una menzione speciale a Venezia nel 1997 e presentato al festival gay ‘Da Sodoma a Hollywood’ di Torino) e ha voluto per il suo film attori non professionisti: il protagonista Ricardo Meneses nella vita fa il barista, ha l’aria del ragazzotto semplice e piacevolmente sorpreso dall’aspetto mondano della manifestazione, ha detto di essere eterosessuale – la sua fidanzata l’ha aiutato sul set e ha contribuito ‘attivamente’ alla riuscita delle scene di sesso (!) – e di essersi offeso per il fatto che l’agenzia stampa italiana gay ‘Noi’ di Franco Grillini abbia pubblicato notizie false sul suo conto.
Rodriguez ha detto di aver fatto il film per ‘liberarsi da un’ossessione, di rappresentare il sesso brutale e l’irrazionalità del desiderio’, di amare Dante e Petrarca (parla benissimo l’italiano), il cinema di Fassbinder, di Pasolini e di John Ford ma anche quello contemporaneo di Cronenberg.
‘Penso che gli spazzini siano un po’ come fantasmi, lavorano di notte, li vediamo senza vederli mai veramente. Il protagonista lavora da solo, in uno spazio assegnato che diventa suo da cui spia le vita altrui’.
Il distributore italiano della Lucky Red Andrea Occhipinti, che ha intelligentemente comprato ‘O fantasma’ e l’ha fatto uscire l’otto settembre nelle sale, garantisce che l’opera è assolutamente integrale e non censurata, con un inevitabile divieto ai minori di diciotto anni.
‘O fantasma’ ha inoltre un merito importante: entrare a far parte di quella new wave cinematografica che ha rotto il tabù del sesso esplicito nel cinema d’autore contemporaneo (da Lars Von Trier con ‘Idioterne’ al francese ‘Baise-moi’) ed essere il primo film gay di questo genere.
Battuta: qual è il saluto tra omosessuali dopo aver visto ‘O fantasma’? ‘Ciao, spazza!’.
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