Blowing Bubbles è una delle iniziative più originali che, a partire dalla prima edizione del 1991, si svolge ogni anno in occasione della giornata mondiale di lotta contro l’Aids del primo dicembre a Bologna. L’unica, che esca dagli angusti limiti – non sempre graditi al grande pubblico – dell’informazione scientifica, per coinvolgere lo spettacolo, il cinema, il video.
Blowing Bubbles è infatti un concorso, promosso e organizzato dal Cassero, per cortometraggi legati alle tematiche dell’HIV e dell’AIDS, nato dall’idea di dare "espressione e visibilità ai dubbi, alla speranza, al dolore e alla solidarietà vissuti dalle persone negli anni dell’AIDS". Tutti i cortometraggi vengono raccolti nei mesi che precedono la manifestazione, e infine presentati al pubblico il primo dicembre a Bologna, Milano e altre città italiane.
La rassegna, sotto la direzione di Daniele Del Pozzo, si divide in due sezioni, una dedicata alle opere di durata inferiore ai dieci minuti, che saranno in concorso, e un’altra per quelle di durata superiore, fuori concorso. Tra quelle che partecipano alla competizione, verrà selezionato, a insindacabile giudizio di una giuria composta da giornalisti, critici e operatori del settore, il vincitore, al quale verrà assegnato un premio di 500 Euro.
In dieci anni di attività, il concorso, così come le opere presentate nelle rassegne parallele, hanno dato uno spaccato significativo del modo di percepire l’Aids in varie parti del mondo. Daniele del Pozzo scrive a ragione che "i numerosi video presentati non hanno veicolato un messaggio univoco, né una sola rappresentazione sociale dell’AIDS, ma hanno dato corpo a una raccolta eterogenea di voci individuali, uniche per immaginari, vissuti, formati e realizzazioni". Ne risulta un insieme di documenti tra i più toccanti che ci siano sull’argomento: è normale quindi che ci si rammarichi che un patrimonio del genere non venga sfruttato su larga scala anche dalle istituzioni nazionali, che sappiamo essere un po’ vacanti sull’argomento della prevenzione e informazione sull’Aids.
"In un momento in cui i trattamenti farmacologici hanno migliorato sensibilmente le condizioni di vita delle persone sieropositive, e i mass-media hanno spento i riflettori – scrive ancora del Pozzo – Blowing Bubbles continua a ricordare che l’AIDS non è scomparsa, che non esiste ancora un vaccino né una speciale immunità che ci liberi dal dovere di proteggerci e proteggere gli altri con il safe sex".
Ma in Blowing Bubbles non c’è solo quest’opera di denuncia e informazione, ma anche una rassegna di rara importanza di opere artistiche che testimoniano, usando il linguaggio dell’arte cinematografica e dei video-makers, una sensibilità personale e universale, un lutto o una sfida che coinvolge l’individuo, presentata come caso che colpisce l’umanità. Questa è la forza dell’arte che pulsa in Blowing Bubbles.
Presentare queste opere a Bologna, Milano e circa una decina di altre città in occasione del primo dicembre, non è sufficiente: occorre renderle più accessibili. Ed è per questa ragione che gli organizzatori hanno previsto di mettere online questo "tassello della memoria collettiva". Così, a partire dal primo dicembre, le opere saranno visibili anche sul sito https://www.cassero.it/blowingbubbles, dove è anche possibile trovare maggiori informazioni sulla manifestazione. Buona visione.
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