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Presentato il nuovo Togay: diventa Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions

Rivoluzione al festival gaylesbico di Torino che cambia nome, format, direttore e quasi interamente squadra di collaboratori.

4 min. di lettura

L’idea è da dibattito: lo storico Togay cambia ancora nome (Da Sodoma a Hollywood era diventato Turin International Gay & Lesbian Film Festival) e si trasforma per la sua trentaduesima edizione in Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions, dal 15 al 20 giugno. Se la scelta è sicuramente radicale – è cambiata la direttrice, adesso è la regista Irene Dionisio mentre Giovanni Minerba è diventato presidente – e potrebbe creare confusione sull’utenza (non rischia di confondersi col festival di cinema erotico Fish & Chips, sempre di Torino?) è anche indice della rapida evoluzione della cultura gay, passata da gay e lesbica a queer, termine sicuramente più includente ma forse meno comprensibile.

“Il nome del festival racchiude l’idea di molteplici geografie sessuali – ha spiegato la neo direttrice alla conferenza stampa presso la Mole Antonelliana – ma rimanda anche all’amore per il cinema”.

Presentato il nuovo Togay: diventa Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions - Lovers Film Festival presentazione 2 - Gay.itLo stesso percorso l’aveva fatto il festival gay di Milano, diventato Festival Mix. Dell’organizzazione precedente resta solo Angelo Acerbi che diventa consulente alla direzione artistica: i nuovi collaboratori sono Paolo Bertolin, Elsi Perino, Daniela Persico, Alessandro Uccelli, Stefania Voli. Il claim di quest’anno è “Queering the Borders” a “sottolineare, con un gioco di parole, l’intento e la sfida di andare – in maniera inusuale e ironica – oltre le frontiere e le categorizzazioni, spesso soltanto mentali, senza la paura di perdere la propria identità”.

Da mesi ormai – ha dichiarato la direttrice – sto lavorando intensamente, con profondo rispetto e impegno, perché questo festival sia all’altezza della tradizione che lo contraddistingue e della città che lo ospita. Il TGLFF ha avuto un valore storico indubbio e ha aperto la strada a una reale possibilità di rappresentazione e autorappresentazione – attraverso il cinema – della comunità LGBTQI sul territorio italiano e non solo. Grande onore va a Giovanni Minerba e al suo compagno Ottavio Mai, fondatori e padri nobili del festival che ammiro per il coraggio e la resistenza dimostrati nel creare un festival originariamente così rivoluzionario. Il bagaglio culturale e storico del festival è preziosissimo e unico al mondo. Ne sono profondamente consapevole e sento l’onere e l’onore del compito di coordinarlo. Il mio intento e il mio lavoro e quello di tutta la meravigliosa squadra di selezione vanno e andranno con grande sforzo intellettuale in direzione di una valorizzazione di questo bagaglio in un’ottica più internazionale ed inclusiva possibile che coniughi l’alta arte cinematografica, le esigenze del pubblico e uno sguardo politico sulla complessa realtà che ci circonda. Senza mai cedere alle tendenze di normalizzazione e senza mai perdere la forza eversiva e rivoluzionaria del progetto di partenza di “Da Sodoma ad Hollywood“.

Coinvolgendo le eccellenze culturali del territorio, le associazioni più militanti e attive LGBTQI evarcando le frontiere delle etichette e delle categorie – come enuncia il nostro claim “Queering the borders” usato in ambito accademico, ma anche informale, dalla stessa comunità LGBTQI – desideriamo creare un festival che sia un terreno di dibattito, confronto e anche scontro. Dove la cultura nel senso più alto del termine nasca da uno sforzo, morale, spirituale, estetico collettivo che produca senso e un humus fertile per una società civile consapevole e critica. Il nuovo naming – attraverso un unico nome – richiama molteplici geografie sessuali e identità, passioni e visioni. Ricerca la semplicità delle differenze e la loro virtuosa compresenza sia in ambito sessuale, relazionale, personale sia in ambito artistico”.

Quest’anno le sezioni competitive – continua la Dionisio – che hanno reintrodotto i premi in denaro con prestigiose partnership, si sono ristrutturate per accogliere e interrogarsi sulla complessa realtà che stiamo vivendo: spaziano tra la finzione, il documentario e l’esplorazione di linguaggi innovativi in continuo dialogo con le altre arti, seguendo le nuove tendenze contemporanee dell’interdisciplinarietà. La squadra scelta per la selezione dei film in visione integra programmer dall’indubbia preparazione internazionale, ricercatori accademici sui temi dell’identità di genere, militanti legati alla comunità e una squadra già presente sul territorio, radicata e attiva. Aspetto con emozione di rivelarvi i nostri prossimi passi che stiamo costruendo con cura e minuzia e vi invito a rimanere aggiornati sugli appuntamenti culturali e cinematografici che riveleremo a brevissimo prima della ricca programmazione cinematografica e culturale di giugno”.

Presentato il nuovo Togay: diventa Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions - Lovers Film Festival presentazione - Gay.it

Ci saranno quattro sezioni competitive: il concorso lungometraggi internazionale All the Lovers per i film di finzione che si contenderanno il premio Ottavio Mai (1000 euro), il concorso documentari internazionale (un gradito ritorno) Real Lovers; il concorso ‘iconoclasta internazionale’ Irregular Lovers per film di ogni genere e formato con particolare attenzione all’innovazione del linguaggio narrativo e visivo. Il vincitore avrà la possibilità di frequentare una Residenza d’Artista Internazionale grazie alla collaborazione con Artissima. Infine Future Lovers sarà il concorso cortometraggi internazionale il cui premio Fotogrammi Sovversivi (300 euro) è dato da Sicurezza e Lavoro, mentre la menzione speciale sarà data in partnership con il Divine Queer Festival di Torino. Non mancherà il premio del pubblico dato in partnership con My Movies.

Il video di presentazione è stato realizzato dalla casa di produzione I Cammelli di Daniele Segre di cui Dionisio è stata allieva.

Sul fatto che la direttrice sia etero è già argomento di discussione nella comunità cinefila LGBT ma lei stessa ci ha fatto un’anticipazione: “Su quell’etero, poi, ne parleremo“. Ma è davvero importante, suvvia?

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