Sposati in Spagna, vogliamo tornare in Italia: quali diritti perdiamo con la legge Cirinnà?

"L'avvocato lo sa" è la rubrica legale con cui gli avvocati di Gay.it rispondono ai vostri quesiti. La storia di una coppia che perderà alcuni diritti pur di tornare in Italia.

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Ciao siamo Luca e Antonio, stiamo insieme da sei anni e due anni ci fa ci siamo sposati in Spagna. Abbiamo vissuto lì fino ad ora, portando avanti le nostre rispettive attività lavorative. Tutto è andato sempre bene, nessuno… (…) Ora il punto è che vorremmo tornare in Italia, perché appunto Luca ha avuto questa offerta di lavoro e io Antonio posso spostarmi ed entrambi avremmo sinceramente piacere a tornare nella nostra terra.

 

Ma non abbiamo ancora capito questo, nonostante moltissimi articoli sul web. Registrandoci come unione civile con la legge Cirinnà, cosa dobbiamo aspettarci? Perderemo dei diritti rispetto a quelli che abbiamo qui in Spagna? Se sì, quali? Probabilmente non rinunceremo a tornare in Italia, però vogliamo essere coscienti di cosa perdiamo, se perdiamo qualche diritto… Dite che dobbiamo chiedere a un avvocato?

Cari Luca e Antonio,

il Legislatore italiano con la Legge n. 76 del 2016 ha volutamente differenziato il matrimonio, riservato esclusivamente alle coppie eterosessuali, dall’unione civile, alla quale possono accedere unicamente le coppie omosessuali.
La scelta dell’ordinamento italiano di prevedere due differenti istituti a seconda del sesso delle coppie pone in risalto un’evidente discriminazione.
Le differenze tra i due istituti non sono solo lessicali e formali ma anche e, soprattutto, sostanziali.
Infatti, nella legge sulle unioni civili non si adoperano termini quali celebrazione e pubblicazione del matrimonio, coniugi, sposi, marito, moglie e così via, ma si utilizzano termini come dichiarazione, specifica formazione sociale, parte dell’unione civile e così via.
Considerato lo spazio alquanto angusto di questa rubrica, posso solo evidenziarvi la differenza più eclatante e che consiste nell’espressa esclusione per coloro che si sono uniti civilmente di poter adottare un bambino e nella mancata previsione di adottare il figlio del partner (c.d. stepchild adoption).
Quindi, tornando alla vostra domanda, l’unione civile non è attualmente come il matrimonio: dobbiamo attendere che o i giudici a colpi di sentenze o il Legislatore arrivino ad eguagliare i due istituti.

A cura dell’ Avv. Giuseppe Enrico Berti, dello studio legale Berti/Ginosa

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Claudio Contaldi 5.10.16 - 17:52

Trovo l'articolo scritto da questo "illustre avvocato" alquanto fazioso. Cari ragazzi non fidatevi di certi avvocati. È vero. Nella legge manca l'adozione purtroppo e la stepchild adoption. Gli altri diritti riservati alle coppie sposate etero ci sono tutti anche per gli uniti civilmente. Mi stupisco che gay.it affidi le risposte a queste domande a certa gente. Se io fossi questi due ragazzi leggendo l'articolo dell'illustre avvocato quanto meno mi sarei depresso. Tornate pure in Italia. Nella legge Cirinna non manca proprio niente che le coppie etero non abbiano. A parte le adozioni. Claudio.

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