Domenica scorsa la città di Bologna era al centro dell’attenzione per il funerale di Lucio Dalla. Questo, ovviamente, ha fatto passare in secondo piano un evento culturale che ha animato la città proprio nello scorso fine settimana: il Festival Internazionale del Fumetto Bilbolbul. Questa manifestazione si tiene dal 2007 e ha sempre privilegiato gli aspetti culturali del fumetto, organizzando mostre, presentazioni e dibattiti di un certo livello. Quindi, anche in considerazione del suo approccio serio e adulto al mondo del fumetto, fa molto piacere che l’edizione di quest’anno abbia dedicato ben tre momenti di approfondimento al fumetto lgbt. Durante la giornata di sabato si è tenuto un lungo incontro/dibattito per presentare il romanzo grafico "In un corpo differente", dedicato alla biografia di Romanina, la prima transessuale dichiarata italiana, e successivamente, presso il Cassero, c’è stato anche un lungo incontro dedicato a Luca Enoch, indimenticabile creatore di serie gay friendly come Sprayliz e Gea.
Tuttavia l’incontro più significativo è stato senza dubbio quello che si è tenuto nella libreria Igor proprio nel primo pomeriggio di domenica: infatti, mentre tutti gli occhi erano puntati sul funerale di un artista che ha sempre voluto separare la sua vita privata dalla sua immagine pubblica, poco lontano si teneva un incontro sulla situazione del fumetto lgbt in Italia, animato da fumettisti, editori e saggisti che hanno fatto della rappresentazione e della condivisione della realtà lgbt una questione di principio. Il giornalista Massimo Basili ha moderato un incontro a cui hanno partecipato Susanna Scrivo (autrice del saggio "Nuvole e Arcobaleni", sulla storia del fumetto lgbt), Massimiliano De Giovanni (sceneggiatore ed editore di Kappa Edizioni, pioniere del fumetto gay in Italia con Matteo e Enrico), Veruska Sabucco (autrice del saggio Shonen-Ai), Nino Giordano (editore di Renbooks, la prima casa editrice di fumetti italiana specializzata in temi LGBT), Giulio Macaione (fumettista emergente), Jacopo Camagni (uno dei pochi fumettisti italiani a collaborare con gli USA) e infine anche chi scrive in qualità di recensore storico di Gay.It e autore di fumetti come "Rainbows" e "Robin Hoog".
Davanti a una sala gremita si è fatto il punto su una situazione tutt’altro che semplice, che – nonostante alcuni innegabili progressi – risente ancora del clima culturale pesantemente arretrato che contraddistingue la nostra nazione. Il fatto che gli editori più influenti in Italia prendano ancora come riferimento il fumetto di avventura degli anni ’50 e ’60 non aiuta, così come la mancanza di un circuito distributivo capillare e affidabile. Inoltre non bisogna sottovalutare la presenza di vere e proprie sacche di omofobia nella nostra scena editoriale e le insicurezze di tanti fumettisti omosessuali che hanno paura di esporsi, due aspetti importanti che spiccano ancora di più se si confronta la situazione italiana con quella di altre nazioni. D’altra parte, però, è innegabile che anche grazie ad internet molte cose siano cambiate ed effettivamente i fumetti a tema gay iniziano ad essere un mezzo importante per cambiare le cose e per aiutare un numero crescente di omosessuali a vivere con maggiore serenità e consapevolezza la propria realtà.
D’altra parte non è un caso se, lentamente, anche in Italia il fumetto gay si ritaglia sempre nuovi spazi e sé: a Bilbolbul, l’incontro su Luca Enoch e il dibattito di cui sopra non sono stati messi in piedi dal Festival, ma da appassionati che hanno voluto organizzarli e proporli alla manifestazione. Forse qualche cosa sta davvero cambiando, tant’è che visto il buon successo della conferenza di Bologna si sta già pensando di riproporla in occasione di Lucca Comics, che ormai è diventata la terza fiera di fumetti al mondo per numero di presenze. Staremo a vedere ma, una volta tanto, i segnali incoraggianti non mancano.
di Valeriano Elfodiluce
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