Una particolarità del fumetto italiano è che nella maggior parte dei casi evita di prendere spunto dall’Italia. Se tanti manga giapponesi sono ambientati nel Giappone reale e tanti comics americani sono ambientati in zone ben riconoscibili del loro territorio, lo stesso non si può dire dei fumetti italiani, in particolare per quel che riguarda i fumetti che arrivano in edicola. Analizzarne i motivi non è semplice, ma forse – molto in sintesi – il problema nasce dal fatto che per un editore italiano ambientare un fumetto in Italia vorrebbe dire parlare di problematiche scomode e attuali, magari prendendo una posizione netta, rischiando così di farsi dei nemici, anche di un certo peso. L’alternativa, d’altra parte, sarebbe quella di dipingere un’Italia irreale o magari idealizzata, prendendo in giro i lettori e facendoli disaffezionare.
Quindi molto meglio evitare l’ambientazione italiana, per avere un margine di manovra più ampio e arginare i rischi, fermo restando che ci sono argomenti talmente scottanti che devono essere toccati con le pinze anche nei fumetti italiani ambientati all’estero. La cosa interessante è che il fumetto italiano preferisce le ambientazioni esotiche anche quando produce fumetti a sfondo storico. Così, mentre i manga a base di samurai abbondano, in Italia scarseggiano le storie ispirate al nostro lungo e glorioso passato, e forse questo accade perché al giorno d’oggi non avrebbe più senso descrivere il nostro passato in maniera idealizzata, o peggio didattica, e per renderlo interessante bisognerebbe tenere conto di argomenti che per i fumetti italiani di oggi sono un tabù, come ad esempio l’omosessualità. Se un editore italiano volesse ambientare un fumetto ai tempi degli antichi romani, ad esempio, potrebbe cavarsela facendo finta di niente e glissando sull’argomento? Probabilmente no.
La cosa divertente è che comunque in Italia arrivano fumetti stranieri ambientati nell’antica Roma, dove l’omosessualità non è un tabù o magari è uno degli argomenti portanti. Proprio di recente Ren Books ha deciso di tradurre in italiano Virtus, il bel bara manga di Gengoroh Tagame ambientato nel mondo dei gladiatori, e di cui avevamo già parlato in occasione della sua uscita in lingua francese. L’edizione italiana di Virtus, che con la sua trama drammatica e le sue parentesi omoerotiche, sta avendo un buon successo, è la prova che – con i dovuti accorgimenti – la nostra storia offre ancora tantissimi spunti interessanti, che attendono solo di essere sfruttati nel modo giusto. Nel frattempo Panini ha raccolto in volume la miniserie Caligola, pubblicata negli Usa da Avatar Press per i testi di David Lapham e i disegni di German nobile. In questo caso ci viene offerto un ritratto quantomai efferato e crudele dell’imperatore folle Gaio Giulio Cesare Germanico (12-31 d.C), soprannominato Caligola dai soldati del padre, che qui è talmente cruento e depravato da risultare persino disturbante.
Il protagonista del fumetto, però, è un giovane agricoltore di nome Giunio, che vuole entrare nelle grazie dell’Imperatore per poterlo uccidere e vendicare così la morte della propria famiglia, orrendamente trucidata proprio durante una delle sue orgie sfrenate. Ovviamente diventare amico dell’Imperatore vuol dire diventarne l’amante ed entrare nel suo mondo di dissolutezze e depravazione, talmente oscene da poter essere giustificate solo da una possessione demoniaca. A parte questa licenza narrativa, però, questo fumetto racconta esattamente ciò che fu la follia di Caligola e la diffusione delle pratiche omosessuali nella sua corte. A riprova del fatto un fumetto ad ambientazione storica, realistico o fantastico che sia, non può più permettersi di trascurare certi elementi, sempre che non si rivolga ad un pubblico molto giovane, ovviamente. E questo, forse, spiega perché i fumetti italiani hanno rinunciato ormai da tempo a parlare del nostro passato.
di Valeriano Elfodiluce
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