Il coming out di un supereroe storico della DC Comics era stato annunciato per giugno, ma poiché alcune indiscrezioni erano già trapelate l’editore ha rivelato tutto in anticipo: il super gay è la versione aggiornata di Alan Scott, il primissimo Green Lantern. Tuttavia in molti siti italiani si è fatta una gran confusione, stravolgendo il senso di questo coming out, e forse è il caso di fare un po’ di ordine. Green Lantern compare per la prima volta nel 1940, quando l’ingegnere Alan Scott trova un anello che gli conferisce il potere di materializzare i propri pensieri sotto forma di energia verde, che si ricarica con una lanterna magica di origine orientale. Il personaggio ebbe una certa fortuna fino alla fine del decennio, quando i supereroi passarono temporaneamente di moda. Negli anni ’50 la DC decise però di rilanciare alcuni dei suoi personaggi storici in versione riveduta e corretta: così nel 1956 debuttò un nuovo Green Lantern, che in realtà si chiamava Hal Jordan ed era un pilota collaudatore che aveva ricevuto la sua lanterna e il suo anello da un alieno morente, che lo aveva scelto come suo successore nel ruolo di protettore della Terra per conto di un corpo di polizia intergalattica.
Questa è probabilmente la versione più famosa del personaggio, che ha ispirato il recente film con Ryan Reynolds, ma è anche quella che per prima conquistò il pubblico gay americano, che in essa vide alcuni messaggi in codice. Il colore verde, ad esempio, era associato alla cultura gay grazie al garofano verde di Oscar Wilde, mentre non si era mai visto un supereroe che combatteva indossando un anello e dei guanti bianchi, che in quel periodo erano considerati degli accessori prettamente femminili. Inoltre questo personaggio è stato uno dei primi a volare senza mantello, dando ai disegnatori la possibilità di mettere in bella vista anche il suo lato B. Nel frattempo la DC pensò di riesumare i suoi eroi degli anni ’40, collocandoli però in una realtà parallela chiamata Terra-2, e così si scoprì che Alan Scott era ancora vivo e vegeto e che aveva avuto due super figli: Jennifer-Lynn e Todd, rispettivamente Jade e Obsidian. Nel 1985 la prima di una lunga serie di crisi dimensionali fuse le varie realtà parallele, e così un attempato Alan Scott iniziò a condividere il mondo del rampante Hal Jordan e dei suoi sostituti più o meno temporanei: lo spaccone Guy Gardner, l’afroamericano John Stewart e il grafico Kyle Rayner.
A questo punto, però, lo sdoganamento dei temi lgbt iniziò ad influire anche sulle storie di Green Lantern: così Obsidian, il figlio di Alan Scott, fece il suo coming out e si scoprì che anche Terry Berg, il giovane assistente di Kyle Rayner, era gay. In questo modo la serie di Green Lantern iniziò a parlare di coppie gay e omofobia, perlomeno fino alla più recente crisi multi dimensionale orchestrata dalla DC Comics, che l’anno scorso ha stravolto per l’ennesima volta tantissimi personaggi, con l’intento di renderli più aggiornati e fruibili dal pubblico di oggi. Anche in questo nuovo universo c’è una realtà parallela chiamata Terra-2, che però non ha niente a che fare con la versione precedente: infatti questa volta ospita le versioni giovanili degli eroi DC degli anni ’40, tra cui un Alan Scott non ancora trentenne e a capo di un impero multimediale.
Anche questo Alan Scott ha il suo anello magico, ma non ha alcun figlio di nome Obsidian. Stando ai dirigenti della DC è stato proprio questo il motivo che li ha spinti a riproporre Alan Scott in versione gay: una scelta messa in cantiere da circa un anno e che non avrebbe niente a che fare con il matrimonio gay di Northstar preparato dalla concorrente Marvel Comics. Inoltre, a differenza di quanto si dice, l’editore non ha convertito forzosamente un personaggio etero, poiché di fatto questa versione di Alan Scott nasce gay fin dalla sua prima apparizione, e ha pure un ragazzo di nome Sam. In parole povere l’inserimento di tematiche e personaggi gay nei fumetti americani inizia ad essere considerata una questione di principio, anche in funzione del mese del Gay Pride. Speriamo che il fumetto italiano prenda esempio al più presto
di Valeriano Elfodiluce
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