Sabato 21 settembre di cento anni fa nasceva in Spagna uno dei poeti più celebri della famosa "Generazione del ’27", punta diamantina della poesia spagnola che annovera Garcia Lorca e Rafael Alberti, tra gli altri. E l’occasione per conoscere in Italia un poeta che non ha mai fatto mistero della propria omosessualità la fornisce la casa editrice Colophon, che pubblicherà integralmente tutte le sue opere, a cominciare da "I piaceri proibiti", da oggi in libreria. Tra i poeti della sua generazione, Ceruda è quello che più ha affrontato a viso aperto le conseguenze della sua omosessualità: nessuna voce sussurata come per Garcia Lorca, nessun sotterfugio. Piuttosto, una sfacciataggine ribelle. "I piaceri proibiti" raccoglie gli scritti che Luis Cernuda scrisse a Madrid, nel 1931, folgorato dalla passione amorosa per un ventenne delle Asturie: poesie e prose liriche scritte di getto. Cernuda ha ventinove anni: dopo aver conseguito una inutile laurea in legge, e aver pensato di intraprendere la carriera diplomatica sfruttando le conoscenze del padre, un generale, rinuncia alle convenzioni e conduce una vita da dandy. Il suo modo di ribellarsi consiste anche nel non nascondere la sua omosessualità. Anzi, nel viverla alla luce del sole. Una scelta senza dubbio coraggiosa nella Spagna degli anni Venti, anche per un poeta dandy. Quattro anni prima, Ceruda aveva esordito nella letteratura con la sua prima raccolta di versi iniziata a sedici anni, e da lui stesso definita «il libro di un adolescente pieno di affanni non del tutto coscienti» Ancor prima, nel 1925, Cernuda aveva pubblicato alcuni lavori sulla Revista de Occidente , grazie anche all’aiuto di Pedro Salinas, che lo ha sempre incoraggiato a seguire la sua vocazione letteraria. L’ha anche presentato a Juan Ramón Jiménez, nume tutelare dei giovani autori, e lo ha iniziato alla lettura di Baudelaire, Mallarmé, Rimbaud, Lautréamont, Reverdy. Ma è attraverso le pagine scritte da Andrè Gide che il poeta andaluso prende piena coscienza della propria omosessualità latente.
A Malaga, dove entra a far parte di un gruppo di poeti antiaccademici che fanno capo alla rivista ‘Litoral’, Cernuda contempla e desidera i ragazzi che incontra negli stabilimenti balneari, sofferma il suo sguardo sui corpi nudi e abbronzati. È attratto dal culto giovanile dello sport, della vita atletica. E pian piano, le pulsioni erotiche entrano anche nella sua poesia. Come spiega Sebastiano Grasso nell’introduzione all’edizione italiana dei "Piaceri proibiti", il Surrealismo offre a Cernuda una nuova maniera di rendere sensazioni, sentimenti, passioni. La sua sete di vita si fa intensa («Ma non posso vivere senza avere accanto qualcuno da amare», scrive) fino a spingerlo a lasciare Malaga per Madrid, colmo di una felicità a lungo cercata. La vita e l’opera di Cernuda sono spinte dell’amore, dalla passione: l’esperienza francese, a Tolosa per un posto di lettore spagnolo all’Università, si rivela deludente: troppa nebbia e crepuscolo, scrive a un amico. In lui, desiderio e realtà si integrano: pubblico e privato non sono due entità da mantenere distinte, e la passione amorosa è un elemento fondamentale per infrangere il tabù dell’omosessualità ancora così pesante nella società spagnola del tempo. Sospesa tra surrealismo e romanticismo, l’opera di Cernuda subisce anche il fascino dell’arte cinematografica, e le sue liriche sensuali si trasformano in fotogrammi. Il suo sogno, quello di un luogo dove vivere incontrastato e con pienezza il suo amore, si perde tra il mare e la città.
Ma sarà nella capitale spagnola che conoscerà Serafin Fernandez Ferro: èil 1929, glielo presenta Garcia Lorca, e diventerà il suo amante. Serafin è figlio di operai, legato ai circoli repubblicani: autodidatta, anche lui scrive versi. L’amore travolgente che legherà Serafin al poeta durerà oltre un anno, ma sarà difficile e tormentato. A lui, al ventenne delle Asturie, è appunto dedicata la raccolta "I piaceri proibiti".
Cernuda, come molti altri, lascerà una Spagna tormentata e dilaniata dalla guerra civile, per il Messico: forse quel mare lontano ha soppiantato l’amore per Madrid. Ironia della sorte: anche Serafin è in esilio in Messico, dove morirà nel 1956. Ma Luis Cernuda non lo saprà mai.
LUIS CERNUDA
«I piaceri proibiti»
a cura di Sebastiano Grasso e Margherita Alverà
Testo spagnolo a fronte.
Ed. Colophon, pp. 98, € 10.
www.colophonarte.it
di Demetrio Fury
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