Caro lettore, la democrazia sta morendo, ma domani è un altro giorno

Ti faccio un quadro: Americani ridicoli con Trump. Britannici grotteschi con Brexit. Italiani innamorati di un comico. Francesi verso i post fascisti. Tedeschi con la destra che avanza. Spagnoli senza governo.

Scuola di Atene
Modificazione digitale di "Scuola di Atene" di Raffaello Sanzio
4 min. di lettura

Caro lettore, l’amara verità che stai nascondendo a te stesso, è che in cuor tuo gli Americani meritano Trump. E i Britannici meritano il caos populista che si è insediato al governo dopo Brexit. Così come gli Italiani meritano Beppe Grillo.  E gli Spagnoli meritano due o tre elezioni all’anno, senza una rappresentanza in grado di gestire la cosa pubblica. Caro lettore, forse la tua giornata scorre uguale a quella di ieri. E per ora uguale a quella di domani. In attesa di uno “shock”, un deus ex machina che salvi tutti e faccia la rivoluzione orizzontale e metta il cittadino al centro! Ah ah.

Ciò che tu fingi di non vedere, è che la democrazia sta morendo. Gli Stati Uniti d’America e Gran Bretagna in primis sono lì a sbatterci in faccia questa verità. Nel 2017 si voterà in Francia e secondo le previsioni si aprono due possibili scenari: uno simile a quello spagnolo e cioè un debole governo di grande coalizione. L’altro, per certi versi più nefasto, vede una possibile vittoria della destra populista di Marine Le Pen, con conseguente referendum per uscire dall’Europa. Nel 2017 si voterà in Germania, dove alle ultime consultazioni abbiamo assistito all’avanzata di un partito populista di destra, mentre sotto i nostri occhi si va ingrossando senza mezze misure l’incapacità di centrodemocratici di Merkel, socialisti e verdi di lavorare a un progetto politico comune. In Italia il referendum costituzionale potrebbe far saltare il governo Renzi e portare nel 2017 il partito M5S al governo. La Spagna potrebbe tornar al voto per la quarta volta in pochi mesi.
La decadenza dell’impostazione elitaria delle democrazie anglosassoni, finora massimo esempio di regime democratico, sta assumendo in questi mesi toni grotteschi. Trump è l’incarnazione di un paradosso ridicolo già consumato e che ha già prodotto danni permanenti. E’ possibile che sia Hillary Clinton a vincere le elezioni, esponente di un sistema elitario che ha governato sinora e percepita come emblematica di tutto quello che sulle piattaforme del populismo digitale viene definito come “sistema”. E questo potrebbe favorire una risacca ulteriormente populista e nel 2020 portare alla Casa Bianca un candidato in grado persino di farci rimpiangere Donald Trump.
In Gran Bretagna la destra, che ha voluto il referendum per uscire dall’Europa, è ora al governo e sbandiera politiche socialiste (!) e protezionistiche, che ad oggi risuonano come una ritirata a tutto campo dal ruolo globale conquistato dai Britannici in cinque secoli di leadership civile, politica e culturale, nonché un rinnegamento a tutto campo delle politiche liberiste. Un rinnegamento compiuto da quella stessa elite che ha sempre difeso le politiche liberiste! Un’elite smarrita, disperata, incapace di gestire il presente, che sta oltrepassando qualsiasi soglia del ridicolo.

La globalizzazione capitalista che ha consegnato il governo del mondo agli algoritmi della finanzia, unita alla sbornia orizzontale di internet, ha prodotto un rimbalzo che ha le caratteristiche del caos. Questo caos sembra essere fuori dalla portata di controllo delle nostre democrazie. Grazie alla rete, si può insediare alla Casa Bianca un battitore libero come Barak Obama (2008). Ma è la stessa rete che nel frattempo, manipolando i fatti, e diffondendo senza pudore e con accurata superficialità gli umori delle masse ignoranti, ha provocato una diffusa e penetrante adesione a una nuova ideologia populista. Dai sostenitori di Trump a movimentisti M5S italiani, dai post fascisti lepeniani francesi ai populisti britannici pro-Brexit, la matrice unica che determina questa epidemia ha le dimensioni di una trasformazione antropologica precisa: si decide in piazza, per alzata di mano, il colpevole è lui, votiamo su Facebook, ognuno dica la propria, viva la democrazia, il cittadino è al centro.

Negli USA molti insospettabili sostenitori di Trump confidano nella “spallata” e, pur ammettendo l’indecenza politica del candidato tycoon, accarezzano l’idea di dare uno shock al sistema. La sensazione tuttavia è che questo shock possa essere mortale. In Gran Bretagna i sostenitori più eleganti di Brexit, di destra o di sinistra, fino al 23 giugno 2016 riportavano argomentazioni analoghe: “dare una lezione all’Europa” era il mantra politicamente corretto con cui si ergevano a visionari di una globalizzazione di cui avevano già perso il controllo. Le prime conseguenze pratiche di Brexit sono la consegna del partito conservatore alla destra populista, la sterlina che nei prossimi giorni continuerà a salire e precipitare, la Scozia sul piede di guerra per separarsi dal Regno Unito. In Italia il M5S, nato intorno al blog di un comico, è il primo partito del paese e raccoglie simpatie anche presso alcune elite intellettuali, che intravvedono in esso la possibilità romantica di una rivoluzione in grado di cambiare lo scarso senso civico degli Italiani. Anche in Italia si respira l’attesa per un colpo di coda, un miracolo. Che sia il M5S al governo o il referendum costituzionale, in entrambe le aree politiche si va tutti a caccia dello shock, come Trump in USA, la Brexit in Gran Bretagna, come sarà in Francia e Germania nel 2017.

Un’ansia da miracolo, che millanta un fantomatico riposizionamento del cittadino al centro della scena. La sensazione è che si tratti di un disperato rattoppare, un navigare a vista senza alcuna progettualità, uno svuotamento di significato della politica e della rappresentanza democratica nelle istituzioni di ciascun paese e di conseguenza l’impossibilità di determinare una più vasta armonia transnazionale, capace di risolvere la globalizzazione non solo dei mercati e delle merci, ma delle persone e degli stili di vita.
L’impostazione elitaria, secondo cui un’elite poteva arrogarsi il compito di governare nell’interesse di masse di individui, ridotti in realtà allo stato di capre attraverso il meccanismo dei bisogni e dei consumi e con la manipolazione dei fatti sui media finanziati dai consumi stessi, ha prodottouno sbriciolamento del controllo che la stessa elite aveva sui processi di rappresentanza, quindi sul consenso e quindi sulla gestione della cosa pubblica. Le capre si stanno ribellando e i pastori si danno alla fuga.
Caro lettore, il giochino elitario si è rotto, la democrazia sta morendo, ma quello che ti diranno è che domani è un altro giorno. Scrivilo su Facebook. Giuliano Federico

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E pperò 1.11.16 - 19:03

tra l'altro,parlando di democrazia,la maggiore forza politica è ancora il 5 stelle.Il fatto che ci sia un governo tecnico non conta con i numeri.

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E pperò 1.11.16 - 18:56

e gli americani che dopo essersi magnati il mondo non sanno cosa fare?e gli inglesi brutti e cattivi che non ci stanno a barattare i diritti dei lavoratori con l'euro?e il "buffone" che,miliardario com'è,e circondato da forze politiche che lo tengono sotto assedio,non può e non deve creare un movimento antipatico?questo articolo davvero non me l'aspettavo.toni allarmisti e basta.

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divodivo _ It'll be okay... 10.10.16 - 11:25

La democrazia non muore se vince chi la pensa diversamente da me. Anzi, dire "stanno vincendo loro, quindi non c'è più democrazia"; QUESTO è un modo per delegittimare e uccidere la democrazia. Probabilmente, l'unico modo. Il bello della democrazia è che c'è sempre un'opposizione che può diventare maggioranza e una maggioranza che può diventare opposizione. A fare certi discorsi, sembrate Berlusconi. Io non ne sarei fiero.

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Giovanni Di Colere 10.10.16 - 6:45

Usti il direttore si sta scalfarizzando mah.. innanzitutto la globalizzazione capitalista così come il neo liberismo sono termini roboanti ma i numeri dicono che lo scambio mondiale resta ancora molto viscolato e le libertà economiche legate e incatenate. Poi se vincono le elezioni movimenti e partiti come quello di Grillo o Trump governeranno loro e vedremo se basterà loro fare l'elenco delle cose NON fatte, olimpiadi tav euro Europa, etc per mantenersi al governo. Il mondo cambia come è sempre cambiato la differenza sarà che invece di due guerre mondiali combattute in questo secolo avremo le guerre commerciali la violazione dei trattati e dei patti.

    Avatar
    Giuliano Federico 10.10.16 - 10:33

    No perché Scalfari ha ipotizzato che la democrazia sia solo oligarchia, per carità. L'unico obiettivo di questo articolo è scalfire il sonno dei pochi lettori che l'avranno letto ecco... sono d'accordo con te: le guerre oggi sono altre e sono già violentemente in atto.

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