LA VITA SESSUALE DI OSCAR WILDE

Esce negli USA una nuova biografia del poeta irlandese. La prima che lo ritrae come un pioniere della rivoluzione sessuale gay. L'intervista all'autore Neil McKenna.

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4 min. di lettura

Oscar Wilde, il brillante autore gay del 19esimo secolo, è stato il soggetto di numerose biografie. Eccezionalmente, il nuovo libro di Neil McKenna, “The secret life of Oscar Wilde” (Basic Books, 539 pp.) è il primo a mettere Wilde al centro del pantheon dei gay che hanno fatto la rivoluzione sessuale.
McKenna è un giornalista gay che ha cominciato a scrivere nel 1987 per le testate del Regno Unito Gay Capital, Gay Times e Pink Paper, e per la statunitense Advocate. Dice che scrivere di Aids e Hiv e dei tentativi infruttuosi della Thatcher di criminalizzare il sesso gay «in realtà hanno forgiato il mio approccio al libro su Oscar», che intende «scavare dietro le convinzioni intime e confortanti su Oscar, la figura alla Disney che abbiamo creato nel 20esimo e 21esimo secolo di Oscar Wilde».
Il risultato è il più completo ritratto sessuale e psicologico che abbiamo mai avuto di Wilde. «A chi appartiene Oscar Wilde? – si chiede McKenna – Alle persone gay o alle persone etero?».
La risposta contenuta in questa affascinante nuova biografia è che Wilde appartiene a noi.
Come è cominciato il tuo viaggio verso Oscar Wilde?
Avevo forse 15 anni, e guardai il film di Peter Finch “The Trials of Oscar Wilde” [1960, in italiano “Il Garofano Verde”]. Il film è stato forse la prima occasione in cui sono stato correttamente informato su di lui. Non penso di aver letto qualcosa in quel periodo perché non veniva trattato a scuola. Ho cominciato a leggere libri su di lui ma ero insoddisfatto perché non mi dicevano sostanzialmente nulla sulla sua vita di uomo che amava gli uomini. Quando ho letto le sue lettere mi sono reso conto che c’era enormi lacune nella storia. La lacuna più grande era questa: un uomo sulla trentina viene sedotto all’omosessualità da un 17enne in un cesso pubblico. Sono certo che cose del genere accadevano davvero, ma se guardi alle prime poesie di Oscar vedi che sprizzano omoerotismo. Perciò dopo devi chiederti se davvero lui si è svegliato all’improvviso: ecco, vedo un ragazzo con il pene eretto in un orinatoio, ed ecco sono gay. Non credo che funzioni così.
Se il 90 percento dei ragazzi che andavano nelle scuole pubbliche facevano sesso gay nel 19esimo secolo [è una stima fornita dal fidanzato di Wilde, Sir Alfred Douglas], quanti lo fanno ora?
Direi una percentuale significativa quando avevo 11 o 12 anni. I ragazzi erano interessati agli altri ragazzi, ai peni e ai corpi degli altri. La pubertà va avanti e ci sono un sacco di interessi, ma è stato solo in me che questo interesse si è trascinato; la maggior parte dei ragazzi erano inizialmente interessati e poi hanno cambiato. Non so dare una percentuale, ma penso che sia molto più bassa di quella, perché nel 19esimo secolo era praticamente istituzionalizzato. Una delle questioni principali nel mio libro è il sesso anale. Ho discusso di questo con parecchi americani che dicono che non è un argomento importante, ma in Gran Bretagna lo è decisamente.
Perché?
La legge ha sempre fatto questa distinzione: per menarsela e succhiarselo, la condanna era fino a due anni; per la sodomia era da dieci anni alla condanna a vita. Penso che le persone siano ancora reticenti all’idea del sesso anale, e sono persino più cauti e sfavorevoli e a disagio con l’idea di Oscar Wilde e il sesso anale. Io avanzo solo questa ipotesi, che forse Oscar si è fatto scopare da alcune delle marchette con cui ha fatto sesso.
Non ne sei sicuro?
Ci sono alcuni indizi che lo lasciano supporre. Uno dei testimoni era la domestica dell’Hotel Savoy che ha trovato le lenzuola sporche. Ha anche detto che la camicia da notte di Oscar era sporca allo stesso modo. I difensori di Oscar dissero che aveva la diarrea, cosa che lascia supporre che le macchie fossero sul di dietro. Quello che io ho detto è che è perfettamente possibile che a Oscar Wilde piacesse essere scopato, ed è come se avessi detto che il papa lo prende nel culo! Tutti si sono molto indignati.
Gli etero?
I critici inglesi hanno apprezzato il libro. Del 90 percento che lo hanno apprezzato, il 30 percento pensava che ci fossero troppi dettagli sessuali e – sorpresa! – quelle persone sono tutte eterosessuali. Io sono motivato da un profondo senso della storia gay, l’unica cosa che abbiamo come uomini gay è la nostra storia: i massacri, le persecuzioni, gli imprigionamenti, le punizioni e le torture per più di mille anni. La nostra letteratura e storia sono la chiave. Per molte cose è come essere ebreo: se non ricordiamo cosa è successo nella nostra terribile storia di persecuzione, potrebbe riaccadere la stessa cosa.
Potresti azzardare un numero su quante persone abbiano fatto sesso con Wilde?
Direi 500, forse di più; sappiamo solo dei ragazzi che sono comparsi per il suo processo. Penso che lui fosse molto attivo sessualmente, altamente promiscuo e che si sia dato da fare, e che non si è innamorato davvero fino a che non ha incontrato Bosie [Lord Alfred Douglas]. La cosa grandiosa su Bosie fu che disse, “Possiamo essere innamorati, ma non possiamo essere sempre arrapati, e tu non devi scegliere tra essere innamorato di me e fare tutto il sesso che vuoi”. Non ha posto un aut-aut, ha accettato entrambe le cose; hanno cacciato singolarmente e come coppia, e hanno fatto terzetti e naturalmente questo è ancora il genere di dettaglio inaccettabile che alcune persone non gradiscono. La biografia di Richard Ellman era scritta molto bene, una delle grandi biografie del 20esimo secolo. La linea seguita dal libro di Ellman è la trasformazione di Oscar da greco pagana a cattolico felice. I nostri libri non potevano davvero discostarsi di più. Io affermo che ci fu una cospirazione politica per mandare Oscar Wilde in prigione.
C’è un paragone che si può fare tra il processo a Oscar Wilde e quello a Michael Jackson?
Assolutamente sì. Il processo a Michael Jackson era un processo spettacolo; quello a Oscar Wilde era un processo spettacolo. Entrambi sono stati celebrati sotto i riflettori della pubblicità internazionale.
E entrambi erano finalizzati a mostrare l’oltraggio morale della società?
Sì. Questi processi spettacolo sono elaborazioni pubbliche di argomenti morali: si tratta di trovare un capro espiatorio. Il capro espiatorio deve farsi carico del peccato collettivo della società. Se Michael Jackson fosse stato dichiarato colpevole, ci sarebbe stato uno sfogo di superiorità morale e di sollievo. Jackson è nero; Wilde era irlandese, entrambi minoranze. Michael Jackson ha ammesso di aver dormito con dei ragazzi. Che si trattasse di sesso o no, non posso dirlo. Ma è stato sufficiente per precipitarlo nell’immenso processo spettacolo. Sono molto contento che sia stato giudicato innocente, perché c’erano davvero poche prove che suggerissero che fosse colpevole. Ci saranno altri processi. Altre persone dovranno subire processi. E’ così che va il mondo.
Charles Kaiser è l’autore di “The Gay Metropolis”. Traduzione a cura di Giulio Maria Corbelli.
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di Charles Kaiser – Gay.com

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