Se n’è parlato molto. Questo volume pubblicato da poche settimane dagli Editori Riuniti, La confessione di Marco Politi, è una lunga intervista fatta a un prete scopertosi omosessuale che, dopo un periodo di sospensione del ministero sacerdotale e di convivenza gay, ha deciso di ritornare all’esercizio del suo ministero. Grande lo sforzo dell’autore, vaticanista di "Repubblica", per raccogliere la confessione dell’anonimo prete e trasformarla in un disteso racconto che scorre molto bene sulla pagina. Notevole il coraggio e la fatica dell’anonimo religioso per esporre l’intimissima vicenda personale e umana. Però, che sofferenza ! Per lui e per noi.
D
opo essere riusciti a leggere fino all’ultima riga, inclusi i brani in appendice tratti dal catechismo della Chiesa cattolica e i pronunciamenti del Cardinale Joseph ( Heil ! ) Ratzinger, resta l’energia per una riflessione. Che libri come questi sono dolorosi ma necessari.
L’autore ha raggiunto certamente il suo scopo: quello di trasmetterci l’immenso tormento di un religioso per dirci del tormento di mille suoi confratelli, lacerati tra la sincera vocazione e la sessualità. Consapevoli della triplice infedeltà verso la Chiesa cattolica per la rottura del sacro impegno del celibato e il tradimento della maschilità dell’istituzione attenta all’icona di Cristo che il prete dovrebbe rappresentare.
Dispiace tanto per questo sacerdote che vaga tuttora per la diocesi romana con un unico desiderio, quello di sconfiggere la propria sessualità e raggiungere la forza del celibato. Ci avrebbe fatto più piacere se oltre a denunciare l’ipocrisia di alcuni suoi colleghi gay, strenui moralisti di giorno e peccatori senza ritegno di notte, avesse preso coscienza anche della spaventosa ipocrisia del Vaticano per il quale l’argomento omosessualità è diventato ormai una vera e propria ossessione da reprimere e combattere nonostante la secolare omosessualità di molti preti, vescovi e cardinali.
Sinceramente, ci rammarica la acritica devozione di questo prete verso tutti i princìpi della sua religione. Atteggiamento che è un po’ di tutti i cattolici verso l’infallibilità della Chiesa e del papa, quando invece in altre religioni, prendi la congregazione ebraica in Italia oppure quella valdese, le decisioni del capo della Chiesa vengono discusse e a volte contestate dalla comunità (ma c’è da dire che questi gruppi hanno una religiosità più consapevole e leale mentre, a ben guardare, la sottomissione dei cattolici è in realtà un assoluto menefreghismo nei riguardi dei pronunciamenti vaticani su argomenti quali etica e sessualità: se tutti coloro che si professano cattolici "praticanti" praticassero davvero i dettami del papa, l’Italia piomberebbe nella moralità degli anni ’50).
Per fortuna anche all’interno della Chiesa qualcosa si sta lentamente muovendo. L’anonimo prete ci informa che esiste addirittura una rete di preti omosessuali, quasi una società di mutuo soccorso di religiosi che si cercano, si aiutano e si fanno compagnia, ma aggiunge che si tratta di una congrega quasi catacombale.
Forse è troppo facile per noi dirlo, senza renderci conto delle enormi difficoltà: però quei religiosi che sono convinti dell’urgenza che il Cattolicesimo elabori una nuova visione della sessualità dovrebbero trovare la giusta forma e il coraggio per provocare un efficace dibattito su un tema così sentito eppure così scongiurato.
Probabilmente, libri come questo possono servire ad avviare il dibattito in ambiente laico, con la speranza che il tempo e l’avvento di un papa più progressista lo sospinga all’interno della Chiesa stessa.
Marco Politi
La confessione: un prete gay racconta la sua storia
Prefazione di Luigi Bettazzi
Editori Riuniti, 2000, 198 pp., Lire 18.000 www.editoririuniti.it
di Alberto Bartolomeo
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